Marc Chagall
Marc Chagall

Osservo la gente, le cose, da sempre. Nel fluire sconnesso inconsulto mi siedo sui gradini di una chiesa dal barocco dimesso, d’una maestà impolverata, presa a morsi dal Tempo. Cos’è il Tempo? Mi chiedo, cercando di scansare Agostino o Heidegger… uno squarcio di Dio sulla sua stessa tela, il mondo? La ferita mortale inflitta all’Eternità? L’unità di misura delle nostre azioni, dei nostri successi e insuccessi, cosa vogliamo, perdere tempo a spiegarlo il tempo? Tempo è musica, danza sui sassi aguzzi della vita, meraviglia e prigionia, liberiamoci dal concetto di corsa legato ad esso, lui tace indifferente e il suo albergo di villeggiatura è l’Amore. L’amore sospende e sorprende il tempo, lo incalza e accarezza, ingaggia un duello all’ultimo secondo, prima di dire “è finita”. “L’amore eterna il presente”, con questa frase in testa mi alzo dai gradini emozionato a conclusione del mio divagare concettuale. Tempo e Amore, l’uno fuso nell’altro, sposalizio dell’Essere.

(l’EstroVerso Settembre – Ottobre 2010)

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