nuove #poesiedamoreperunalbero (giovanna iorio)

1.

Ti guardo mentre ti spogli
E il vuoto si riempie di foglie
Te ne stai silenzioso in mezzo alla luce
Osservi il mio stupore muto.

 

2.

Oggi curo i tuoi rami
Anche quello spezzato
Che ha dentro ancora la linfa.
Lo avvolgo in una benda
Come un arto malato
Ecco la tua mano, nell’aria, ferita.

 

3.

Oggi abbraccio un albero
E il sole sulla corteccia
Tra pochi istanti il nero
Scomparirà. La luce farà breccia.

 

4.

Eri sveglio anche tu.
Ti ho sentito respirare.
Avevi la luna tra i rami
Come una lanterna accesa.
E nidi vuoti da cullare
Per tutta la notte.

 

5.

Sogniamolo insieme il mare.
Se vuoi salgo in cima al tuo ramo
Più alto. Si vede da lassù
In fondo brillare? E se ancora
Fosse lontano, scenderò
Proverò a darti la mano.
A camminare nella tua ombra
Avanzare.

 

6.

Somiglia alla meraviglia del cielo
Il tuo intreccio complicato
Di rami storti e nidi vuoti
Il silenzio è tornato
Si sente in alto solo un respiro
Il tuo pensiero alto, alato.

 

7.

Tra varchi di foglie secche
Si vede un cielo malato
E una nuvola bianca come la neve
S’appoggia già lieve
Al tuo ramo piegato
L’inverno passa ogni giorno
A farti un saluto
Un vecchio amico.

 

8.

Voglio abitare una casa che ti somigli
Le stanze verticali le foglie
Il letto nel ramo più cavo
Una coperta che sussurri parole
Felici di giovani tigli

E voglio ospitare creature
Anche quelle randagie e raminghe
I rapaci e le fiere
Tenerle tutte con me per un poco
Giocare prima di andare a dormire
Osare qualche fiamma
Accendere perfino un piccolo fuoco
Che non bruci. Solo un fuoco che brilli.

 

9.

Vorrei che mi raccontassi qualcosa
Provo a poggiare l’orecchio sul tronco
questo nodo che hai in gola
ti tiene legata la voce?

Tu che hai visto ogni alba e tramonto
Cosa ti ha lasciato la luce che muore?
Un colore? Un suono?
Posso trasformare la luce
in parole?

Ma sento ribollire la linfa.
Ridi, rispondi t’adiri?
Né l’uno né l’altro
Un ramo in diniego nel vento.
Nel tuo silenzio nascondi
i segreti più veri.

 

10.

Guardo le tue venature
Le macchie porpora pronte a brillare
Quando il sole ti viene a sfiorare.
Non c’è dolore nelle foglie cadute
Solo una leggera rassegnazione
Che resta a fluttuare nell’aria
Per ore, o forse per tutta la vita.

Lasciano un segno lieve
sono sull’asfalto una forma
appena intuita.
Come la storia sulla nostra pelle
Che il tempo traccia a matita.

 

 

in copertina L’Ilice di Carrinu, ph di Grazia Calanna 

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