INSINGA Francesca Woodman x
Francesca Woodman





*

Tuo figlio era mio figlio

nel paradiso schizzato via

dove ognuno è Jack Christ

e la pioggia aghi sottili

senza troppo dolore.

Di liquida albaspina in noi

siamo i cercatori.

 

 

[Spazio timbrico]

Arriva coi suoi bracci d’acqua non

consumati lo spazio sulla nuda sedia su cui siedi

in uniforme fragore di vetri e gemme d’affatturante luce

luce germinale che schiude e schiude e schiude – come fai?

Cosale percezione rimuove il mondo tende distende giustapposta

in coincidenza eterna dove il timbro è tutto, è tutto! Imprinting e sigillo.

 

 

[Caffè Spazio-7]

Ecco, la lascio qui, in questo spazio e ci vorrebbero ad ac-

coglierla quadretti di grafite oppure i tuoi occhi su e

giù dondolanti sul sistema di cria fiamma e

timbro nato appena. Ah, spazio! trascini e trascini a

ritmo di caos millimetrando oltre il millimetrabile un pen-

siero di spazio che non andrà mai più pensato o inter-

rotto. Poi posso anche maneggiarti spazio, con cura s’in-

tende, posso affrontarti e lasciarti lì lattante

senza grazia e senza spazio in pasto alle insensate tradu-

zioni che mi vorrebbero perduta nel senso. Ora vado a dor-

mire ma prima ho bisogno di spazio e di un caffè.

 

 

[Blanks]

Troppo disordine – esser morti e poi perder tempo a catalogare

ogni terza invisibile nei bicordi vuoti – faccio pure le orecchie ai

pensieri ma cosa le Sirene siano solite tacere è frequenza stesa

per vie d’acqua sommando blanks ed è sempre un abbacare di zeri!

 

 

[Bilocazione]

Diminuiscono la pelle su scapole accelerano pulsazioni

scrosci sul corpo sott’eco irraggiata del pensiero

– non distrarmi con plausi ci vuole concentrazione –

coprono urla svestono bisbigli nei riti della Mezzaluna

luna fra due fiumi. Più facile una bilocazione

delle dita ché tanto lì – solo lì – vivo intera.

 

 

 

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