rubrica, La rosa necessaria
(Michele Montorfano)
Uno sconosciuto appoggiato al muro di una casa.
Una sciarpa distrutta sui ferri che la recintano.
Una porta socchiusa.
Sono questi i tuoi segni? Questi i tuoi capelli di cenere, Lilith?
O è forse quest’acqua che sento, l’esondare dell’acqua, la violenza dell’acqua che strappa i muri, rovescia i
tronchi, che affoga nell’acqua l’inumano che abita in noi?
O ancora è solo un momento, un desiderio che precipita nella tua voce, il nero della corteccia, il fuoco che
brucia rompendo il fondo della nostra notte morta?
(da Mnemosyne, Lietocolle 2013)
L’intervallo tra il segno e la rovina vive di una forma che è insondata. Le sue pareti sono ripide, gli assi vacillano a ogni passo incerto. È un intermezzo terreno, o celeste di oscurità.