sul fondo
come sassi
sul fondo
quante parole
inabili a parlare
al faro
profondo scuro
– e vento radente sulle mani
un’onda lunga già contava i passi
per arrivare al faro
sono gesti
ripetersi
/ nel gioco d’ignorare
quello che già balbetta da millenni /
sono gesti
alla maniera della spontaneità
stranezza
questa stranezza umana
dell’amore
che si confonde alla necessità
e tu
lo spazio dove concepire
l’idea
che io sia
– in realtà
refusi
cerco un testo da leggere in sordina
se d’altra parte è canto
l’enfasi di parole ribattute
su refusi di profondità
dove ad alzare i toni
è l’incoscienza
urlata a viva voce
dalle nostre sordità
nascere
all’ombra di un’immagine
a ricalco
dove svapòra il senso
d’essere già nati
chiamarsi d’aria e d’acqua
– e la pronuncia inedita del nome
in un respiro fondo
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