#1Libroin5W
Chi?
Protagonista del libro è un bambino che, involontariamente, fa cadere dalla tavola apparecchiata per la cena il cellulare di suo padre, di solito sempre impegnato in messaggi e conversazioni di lavoro durante i pasti.
Cosa?
Il cellulare va in frantumi e, grazie a questo incidente, il papà del protagonista scoprirà alcune piccole grandi cose che riguardano i suoi cari, cose che in passato non aveva mai colto.
Quando?
Certo, l’idea nasce di fatto da un’autocritica: quando mi sono accorto, una sera, che per rispondere a dei messaggi presunti importanti (di lavoro, appunto) finivo ogni volta per cenare senza parlare con mia moglie e mia figlia e a volte senza nemmeno accorgermi di ciò che stavo mangiando.
Dove?
Appunto, è proprio nata, per così dire, nella cucina di casa mia. Vera vita un po’ romanzata.
Perché?
Ho pensato di scrivere questo libro innanzitutto perché non penso certo di essere l’unico papà così dipendente da un cellulare e dalle conversazioni legate al lavoro. Poi perché si parla sempre dei ragazzi come di utilizzatori compulsivi della tecnologia e infine per provare ad “aizzare” i figli contro i genitori (simpaticamente, ci mancherebbe) al fine di provare a costruire insieme una nuova educazione civica tecnologica.
Scelto per voi
“Ora di cena. Nessuno parla, né io, né Chiara, né la mamma, né il papà. Stiamo in silenzio. Il silenzio riempie la stanza come un fumo, ci toglie il respiro, ci pesa sulla testa, si appoggia sulle spalle, ci confonde.
Non avevamo mai sentito tanto silenzio.
In casa nostra non c’era stato mai.
E pensare che è tutta colpa mia. Veramente non l’ho fatto apposta, a far cadere il cellulare del papà. Sono cose che capitano. Io volevo solo spostare la bottiglia del vino per prendere il pane, ecco, ma ho urtato il cellulare che è caduto sul pavimento, si è aperto tutto e adesso non funziona più.
Il papà lo tiene sempre sul tavolo, il suo cellulare, perché ogni tanto gli mandano dei messaggi di lavoro e lui risponde. Prima di rispondere sbuffa un po’, ma poi risponde sempre.
La mamma mi ha perdonato, per la storia del cellulare, ma il papà mi ha sgridato e mi ha mandato in camera mia. Era così arrabbiato che ha anche urlato:
– E stasera niente TV!”
Antonio Ferrara è nato a Portici, vicino a Napoli, e vive a Novara. Ha compiuto studi artistici e ha lavorato per sette anni presso una comunità alloggio per minori. Autore e illustratore, ha pubblicato libri per ragazzi con le maggiori case editrici italiane ed è impegnato da anni in progetti didattici di promozione alla lettura e dell’arte. Ha ricevuto diversi premi, tra i quali il «Premio Andersen», nel 2012 per il miglior libro oltre i 15 anni con Ero cattivo (San Paolo) e nel 2015 come illustratore. Nel 2017 è tra i vincitori del «Premio Letteratura Ragazzi» della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento con Il fiume è un campo di pallone (Bacchilega). Per le “Rane” ha scritto e illustrato Diritti al cuore, Stasera niente cellulare e La guerra di Becky. L’Olocausto del lago Maggiore oltre ad aver firmato le illustrazioni di diversi libri, tra cui Tommaso è andato via di Ferdinando Albertazzi, La capra Caterina di Roberto Piumini, Chiaroscuro di Guido Quarzo, L’abete di Hans Christian Andersen, Tobia e Giuseppe di Luca Doninelli, Ahmed e altre storie di Carlo Negro, Il lupo, l’albero e la bambina di Vivian Lamarque.