“Anima nuda” di Rosa Blanco. “Le parole sono l’essenza della poesia, ma allo stesso tempo non bastano”

tre domande, tre poesie

 

Partiamo dal titolo: qual è stata la scintilla che ha portato il tuo “ANIMA NUDA”, meglio: in che modo la (tua) vita diventa linguaggio?
“La mia vita diventa linguaggio attraverso la poesia: è il mezzo con cui la mia anima prende voce. In ogni verso metto a nudo la mia essenza, i sentimenti e le emozioni più profonde. Il dolore e la sofferenza scavano solchi, ma quando, con il cuore lacerato e il pianto negli occhi, una nuova alba illumina l’orizzonte, un foglio bianco s’imprime d’inchiostro. Ed è allora che nascono i versi. Dall’incontro con la poesia sono risalita dal baratro, riportando la mia anima verso la luce e lasciando affiorare le preziosità di un veliero a lungo inabissato sul fondale di quell’oceano che è la vita. Così, giorno dopo giorno, quei versi sparsi hanno trovato dimora tra le pagine, fino a diventare un libro. Ogni parola custodisce un frammento di me: un’eco di ciò che sono stata, di ciò che sto diventando. Questo libro è nato come si nasce alla vita: con dolore, timore e meraviglia. È un percorso tra le ombre e le luci che mi hanno attraversata, un dialogo silenzioso tra la parte più fragile e quella più luminosa di me. Ed è lì, tra quelle righe, che la mia voce ha trovato spazio, dove la mia anima si è riconosciuta. Libera, finalmente, di essere”.

“È poesia uno sguardo intenso d’amore”, con un tuo verso per chiedere: le parole bastano alla poesia, la poesia è un destino?
“Le parole sono l’essenza della poesia, ma allo stesso tempo non bastano. La poesia nasce dalle parole, le attraversa, le trasforma, le spinge oltre sé stesse. Una poesia fatta solo di parole, svuotate di significato o scollegate dall’esperienza interiore, è sterile. Le parole, per bastare alla poesia, devono farsi carne, emozione, ritmo, visione. La poesia non è solo linguaggio: è tensione verso una verità o una ferita che le parole cercano di catturare. È comunicazione, ma anche silenzio. In questa tensione sta la sua forza: la poesia basta a sé stessa quando riesce a creare uno spazio di risonanza nell’animo di chi legge o ascolta. In un certo senso, sì: la poesia è destino. Per chi scrive, spesso, non è una scelta, ma una necessità, una vocazione. Arriva come un’urgenza, come una chiamata. È destino, nel senso che alcuni sono ‘chiamati’ a vedere il mondo in versi, a dare forma alla confusione dell’esistere con il ritmo e le immagini. La poesia accompagna i momenti cruciali dell’essere umano: l’amore, la perdita, la solitudine, la morte. Per chi la vive, è un cammino obbligato ma sempre nuovo, che conduce dentro di sé e oltre sé stessi.

Per concludere, ti invito, per salutare i nostri lettori, a riportare tre poesie dal tuo libro; e di queste scegline una per condurci a ritroso nel tempo, a prima della stesura completa o della prima stesura, per raccontarci quanto “accaduto” così da permetterci di condividere (e meglio comprendere) il percorso che l’ha vista nascere (nel contesto del libro che l’accoglie).

 

A te
A te, spirito di vita che mi aleggiavi dentro.
A te, frutto d’amore immenso che mai diventasti carne.
A te, sogno di vita che non ti realizzasti.
A te, figlio che non nascesti.

 

La notte bianca
Dorme ogni rumore,
tutto è quiete.
Un fascio di luce bianca
si specchia in un foglio,
la luna dal cielo faro sul mondo.
Intorno regna il vuoto,
nella mente vecchi ricordi e
il foglio che si fa globo.
Domande rincorrono
risposte, i dubbi il dubbio,
l’amaro stupore l’ingenua
incoscienza.
D’un tratto il tutto diventa
niente, il niente l’incerto,
l’incerto paura del domani.
Il domani che è oramai
una terra lontana di un
vagabondare presente.

 

Sgorga la parola
Sgorga la parola dalle pieghe dell’anima,
mi ci aggrappo come fosse la via d’uscita,
la porta spalancata sulla vita.
L’afferro, vacillo, ma non mollo la presa.
Mi sostiene, m’avvolge.
Mi lascio trasportare come il fiume dalla
corrente verso il mare.
Sgorga la parola dalle pieghe dell’anima,
la scrivo, la imprimo sul foglio, ora,
in sala d’attesa, con la mano che trema
dietro una porta ancora chiusa.

Scelgo “A te”, i miei primi versi. È con queste parole che mi sono avvicinata alla scrittura. Da poco si era infranto il sogno di diventare madre e sentii che qualcosa dentro di me era cambiato: avevo l’anima in tumulto. Emozioni, sentimenti e tormenti cominciarono a farsi strada, come lava incandescente che erutta dal cratere e scorre lungo i pendii di un vulcano. Mi ritrovai catapultata nelle viscere di un mondo che da sempre mi affascinava, ma che mai avevo avuto il coraggio di esplorare. Un’ondata anomala di versi mi travolse: un fuoco dentro, fiumi di parole. Versi che, come un frutto acerbo senza corazza né spine, cominciarono a riempire le pagine di un’agenda blu. Così, quelle emozioni si fecero poesia. E la poesia, come un dono inatteso, divenne il canto dell’anima mia.

Rosa Blanco è nata ad Arzano, in provincia di Napoli, e risiede a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. Suoi testi sono apparsi in antologie come Una poesia al giorno (Affiori, 2023), Una poesia al giorno vol. II (Affiori, 2024) e sulla rubrica online Anteprima poetica della casa editrice Homo Scrivens. Anima nuda è la sua raccolta poetica d’esordio (Ensemble, 2024).