Giovedì 28 dicembre alle 18.00 si inaugura la mostra personale di Cetty Previtera alla galleria Quam di Scicli. A distanza di sei anni dalla sua prima personale in galleria, anni ricchi di impegni e nuovi cicli di lavoro, vede la luce il progetto monografico “Mi ricordo i fiori”, accompagnato dalla presentazione critica di Valentina Tebala, curatrice e critica d’arte contemporanea calabrese.
In mostra quasi trenta opere, tra cui alcune di formato monumentale, come una delle protagoniste assolute: “Dalle radici, siamo bosco verso il cielo”, di ben due metri per tre. La ricerca di questa artista, ormai contaminata e apprezzata a livello nazionale, porta a Scicli la nuovissima ricerca, nella quale il punto di vista è definitivamente immerso nel soggetto, come sempre Madre Natura, nelle sembianze di bosco e contrasto di luce. Le nuove opere hanno una ‘deformazione’ della prospettiva data dal nuovo punto di osservazione, che rende ogni parte del soggetto dipinto, una parte più interiore del linguaggio pittorico, un progredire incessante dell’autrice dall’osservazione della Natura fino ad entrarvi e dialogarvi. I riferimenti ormai maturi di questo personale linguaggio, non sono più solo i colori emotivi, ma anche l’evanescenza delle forme a favore della materia, anche qui materia sentimentale, verrebbe da dire.
Tra gli interessi più significativi sul lavoro ci Cetty Previtera, in questi stessi anni, l’invito di Marco Goldin a Padova nel 2021, per la grande mostra “Attorno a Van Gogh”, ma anche il visit studio dei curatori internazionali ospiti della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, accompagnati da Giacinto Di Pietrantonio in aprile di questo stesso anno. “La realtà è sempre stata il mio punto di partenza nella pittura” dice Cetty Previtera, “Ma finora non mi è mai interessato descrivere le cose. Forse nemmeno interpretarle. Anzi, di certo no. Credo che chi dipinge sia autore, non interprete. Autore, e urgentemente autrice, di una realtà nuova, che infine prescinde dal suo punto d’origine”, spiega l’artista che aggiunge: “La sicilianità è nella mia pittura perché io sono siciliana. Sono nata in Svizzera per motivi siciliani, per problematiche legate al sud, e credo, da ciò che mi raccontano, che la direzione sia stata sempre la Sicilia. Ho amato la terra in cui sono nata, le volte in cui ci sono tornata mi sono sentita a casa, ritrovandola verde come De Gregori dice, e fresca e piovosa e boschiva, ma l’ho guardata sempre come una che appartiene al sud, come una straniera. Ho studiato e scoperto la pittura con due Maestri del Gruppo di Scicli, è stato un incipit forte dal quale lentamente tento di rendermi autonoma, ma vi è in loro e in alcuni altri pittori di quella scuola un lavoro talmente importante che non posso che considerarlo il dono più grande che potessi ricevere per la mia formazione. Il tonalismo a cui accosti la mia pittura mi fa arrossire, il tuo pensiero obiettivo riguarda il mio modo di procedere, si, io non ci avevo mai pensato. Ma del resto la pittura è una storia incessante e senza pause, cambia aspetto nel tempo e nello spazio, va dalle immagini rupestri ad oggi, si presenta sotto forme dissimili e contraddittorie, ma è fatta di colore e pennellate, la si riconosce sempre, se ha buone radici. Mi definisco pittrice arcaica, ciò riguarda la purezza del gesto a cui anelo e da cui la pittura non può prescindere, che soltanto questo la rende contemporanea sempre. È difficile, per niente scontato, ma è l’unico modo per viverne e farla proseguire, e sento che anche la Sicilia è così, arcaica e viscerale”.
La galleria Quam ha seguito e sostenuto, sin dai suoi primi passi, il lavoro dell’artista, negli ultimi anni in esclusiva nazionale. Dopo la prima personale in galleria, già nel 2017, sono seguiti diversi progetti monografici fra cui quello alla pinacoteca di Marsala nel 2018, poi la presentazione ad Arte Fiera Bologna nel Maggio 2022, ancora al Grattacielo di Milano nel Maggio 2023.
Giovedì 28 dicembre alle 18.00 l’opening della mostra, durante la quale sarà possibile incontrare l’autrice e ascoltare la storia della sua ricerca pittorica. La mostra è a ingresso gratuito e rimarrà aperta fino al 20 Gennaio, dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00, per info 0932 931154 o info@quamarte.com.
Cetty Previtera mi ricordo i fiori
Galleria Quam Scicli 28 dicembre 2023 / 20 Gennaio 2024
OPENING GIOVEDì 28 DICEMBRE ALLE ORE 18.00
TESTO CRITICO Valentina Tebala
PARTNER Avv. Riccardo Schininà
SPONSOR Elenka
UFFICO STAMPA MediaLive
ORGANIZZAZIONE Antonio Sarnari
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Martina Alecci / Federica Tomasello
FOTO OPERE Franco Noto
Galleria Quam
Scicli via F. Mormino Penna 79
da martedì a sabato 10.30-13.00 / 16.00-20.00
info 0932 931154 info@quamarte.com www.quamarte.com
Cetty Previtera (in copertina nella foto di Santo Previtera) nasce in Svizzera il 4 giugno del 1976. Da bambina, con la famiglia, si trasferisce in Sicilia, dove ritrova presto le sue radici. Lì cresce e vive tutt’oggi, alle pendici dell’Etna. Dopo aver conseguito la Laurea in Scienze della Formazione presso l’Università degli Studi di Catania e un Master in Comunicazione e Linguaggi Non Verbali, inizia a lavorare in ambito sociale ma sente la necessità di approfondire lo studio della pittura. Incontra i maestri Giuseppe Puglisi e Piero Zuccaro, da sempre legati al Gruppo di Scicli. Con loro frequenta per diversi anni, presso l’Accademia di Belle Arti Abadir a Sant’Agata Li Battiati, il corso libero di Pittura. Questo incontro si rivela cruciale per la sua formazione artistica. Nel 2010 è selezionata tra i finalisti del Premio Nazionale delle Arti a Napoli. Alla fine dello stesso anno espone per la prima volta, insieme ad altri giovani artisti emergenti, nella collettiva L’Unicotratto, mostra fortemente voluta e curata da Piero Zuccaro. Successivamente collabora a diversi progetti espositivi tra cui la bi-personale Cube Project presso le Quam a Scicli, a cura di Antonio Sarnari. Nel 2014, in occasione dell’esposizione de La ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer a Bologna, è invitata da Marco Goldin ad esporre all’interno della Mostra Attorno a Vermeer, momento importante di confronto con il grande pittore fiammingo e con grandi pittori italiani contemporanei. Del maggio 2017 è la sua prima mostra personale, Primavera, curata da Marco Goldin, presso le Quam di Scicli, cui segue l’anno successivo la mostra personale presso la Carta Bianca Fine Arts di Catania. Nel 2019 ha avuto occasione di esporre presso la George Billis Gallery di New York per la collettiva Going a cura di Robin King e Carla Tucou Ricevuto. Per il 2021 è invitata da Marco Goldin a partecipare alla mostra Attorno a Van Gogh Otto pittori I colori della vita, esposizione parallela alla mostra Van Gogh e i colori della vita, presso il Centro Altinate San Gaetano di Padova, bellissimo momento e travagliato, di forte confronto con il grande pittore olandese e grandi maestri italiani. Dicono che la sua ricerca pittorica sia connotata da un forte senso del colore e da una giocosa trasformazione della realtà.
Il mio lavoro è la pittura. È una ricerca continua, incessante, difficile, storica. La ricerca del soggetto sovente mi confonde, ma è la pittura che, infine, accoglie qualsiasi cosa, se la lascio fare. Credo, dall’esperienza, che la pittura possa essere ricerca spirituale, e che trovi in noi un canale di passaggio per esistere. L’ascolto, l’assenso, il farsi veicolo, possono condurre alla creazione di una realtà nuova e indipendente che, meraviglia, prima non esisteva. I miei lavori più recenti sono legati alla natura, una natura spesso poco contaminata, forse abbandonata. Luoghi in cui, tra rami ed erbe, poco se non nulla è certo e definito dall’uomo. Questo senso di casualità, di libertà, lo ritrovo, soprattutto in questo momento, nella pittura, dove spesso lascio spazio ad accogliere il caso, i tentativi, i momenti inaspettati. I miei materiali sono quasi sempre grassi e corposi, dai colori ad olio ai pastelli, grassi anche essi, alla tela, spessa e a grana evidente. Tante cose dello spazio pittorico diventano parte del lavoro. Le pause più o meno lunghe tra le stesure fanno in modo che anche il tempo ci metta le mani attraverso l’aria che lentamente cristallizza il colore. Il colore trova sempre uno spazio sulla tela, anche quando non era atteso. Da tutto ciò, dai tempi, dall’ascolto, dallo sguardo, dalle attese, nascono nuove strutture, nuovi equilibri pittorici (Cetty, 2018)