“E quindi ci vediamo a un’ora qualunque”, inediti dialoghi, surreali e ironici, di Alessandro Quattrone.

lettura di Luigi Picchi

In un’atmosfera surreale e sospesa, con umorismo ed ironia, ancora una volta dopo la precedente raccolta di sketches A me non sembra di dover morire e altri dialoghi teatrali (2018), Alessandro Quattrone crea una serie di situazioni dialogiche a dir poco esasperanti e paradossali, partendo da una realtà minuta, in un impennarsi di equivoci, di battibecchi, di puntigli, di ragionamenti o di divagazioni pedanti e paranoiche dove suscettibilità e diffidenza la fanno da padrone, assieme, talora, ad un pizzico di frustrazione erotica. Sono prove di cronica incomunicabilità, collaudi di una follia moderna che scaturisce da un eccesso di logica, dalla sua nevrotica esasperazione, dal suo radicale rigore che diventa assurdità. Assistiamo così ad una rassegna di incontri per lo più tra sconosciuti che duettano, impegolandosi in contorti eppur lucidissimi ragionamenti e in puntigliose obiezioni. Il libro si divide in due parti: la prima presenta tredici Incerti casi dove, a parte il primo in cui si disquisisce della presenza o meno di un uomo invisibile, l’incertezza intossica e condiziona circostanze banali. Nella seconda parte costituita da cinque dialoghi assistiamo prima ad un sottile battibecco tra una moglie gelosa e un marito in odore di adulterio, poi a tre Approssimazioni che vedono tre potenziali corteggiamenti e infine a un pezzo, il più affollato di tutto il libro, con ben sei personaggi di cui quattro si contendono la possibilità di sedersi su una panchina del parco, un sabato mattina. Storie d’ordinaria follia, per citare Bukowski che di tragiche banalità quotidiane se ne intendeva. Il critico può sbizzarrirsi a trovare dei precedenti nelle leopardiane Operette Morali, in Pirandello, in Kafka, in Campanile, in Aldo Palazzeschi o nelle sintesi teatrali futuriste di un Paolo Buzzi. Personalmente spero che tutte queste situazioni paradossali restino solo sulla carta o abbiano una loro fruibilità solo sul palcoscenico (i testi sono ricchi infatti di potenzialità teatrali, per un teatro “da camera” con scenografie sobrie ed essenziali) e non siano invece profetiche di una realtà futura.  

 

Alessandro Quattrone, E quindi ci vediamo a un’ora qualunque – Dialoghi teatrali – Postfazione di Paolo Valesio, Puntoacapo Editrice, Alessandria 2022, pp. 176, € 15,00.

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