“LARGO!!! ARRIVA GIOTTO!!!”
Così tuonò la voce dell’uomo ben vestito, mentre l’elefante scendeva dal treno. I bottoni dorati della sua giacca da uomo ben vestito luccicavano al sole di quel 19 di luglio. I protagonisti del circo erano piombati in città con i loro abiti sfavillanti e le promesse di un grande successo. Circensi che venivano dal mondo intero, tutti da paesi diversi, ognuno con la propria cultura e specialità, e in mezzo a loro anche un italiano.
Nonostante la città non fosse pronta ad affrontare tutta quella folla accorsa anche dalle località più lontane, ci si ritrovò tutti davanti all’arrivo glorioso dello spettacolo ambulante, tutti stretti stretti, tutti controllati dalle numerosissime forze dell’ordine che cercavano di arginare la folla che continuava ad affluire nella città già satura.
Erano mesi che se ne parlava, l’Organizzazione Mondiale del Commercio aveva finanziato e organizzato tutto. Molti erano preoccupati da tutto ciò, infatti è risaputo che l’avidità di pochi basta da sempre a contaminare con il veleno dell’inquietudine chi deve contrattare con i mercanti.
Non che la gente fosse preoccupata per le opportunità che avrebbe potuto portare un eventuale e proficuo commercio. L’apprensione derivava dal fatto che nessuno dei presenti conoscesse la reale posizione della popolazione nella nuova “catena alimentare” del tanto decantato ed imminente ordine commerciale.
Un po’ come dire che alcuni squali stanno allestendo un circo dei sette mari, un grosso circo acquatico in cui si potranno esibire solo i piranha, le meduse e le murene, gli altri potranno solo guardare.
Niente di male fin qui. Ma se il motivo per cui lo spettacolo venisse creato, fosse in verità un pretesto per riunire proprio questi animali acquatici e parlare liberamente della sorte di tutti gli altri pesci? Perché no? Dopotutto stiamo parlando di predatori… Tutti i pesci esclusi a questo punto avrebbero o no il diritto di sapere cosa stanno realmente organizzando gli ittici esemplari sopra citati?
Il grande spettacolo fu diviso per zone poiché non esisteva una platea così grande da contenere tutti. Furono scelti tre bellissimi colori per identificare le piste circensi: zona verde, zona gialla e zona rossa.
Insomma, quando arrivarono gli artisti fu uno spettacolo pazzesco, roba unica al mondo. Si narra che uno spettacolo così grande sia stato messo in scena solo in Cile. Tuttavia anche quello tenutosi in piazza Tien-an-men fu memorabile, mentre di quello rappresentato nella tournée argentina se ne parla ancora oggi in Plaza de Mayo.
Partiti gli effetti speciali tipici che creano atmosfera, ovvero fumo, luci e sirene, cominciò lo show.
I numeri più assurdi furono: “il mago Diaz” che fece apparire dal nulla delle bottiglie di benzina, “Guglielmo Tell senza la mela”, i domatori di leoni che al posto della frusta usavano i manganelli, e non sui leoni, ed infine gli uomini neri che apparivano e scomparivano in blocco.
Purtroppo dei più attesi dai bambini, dei più amati, dei mitici pagliacci, nemmeno l’ombra; rimasero al centro della zona rossa e nessuno riuscì a vederli. In TV, il giorno dopo, per recuperare questa assurda mancanza, parlarono solo di loro e così tutti i bimbi furono felici e contenti.
Quella volta imparai il detto “avere una memoria da elefante”. Tornando verso casa continuai a scandire il nome di quel maestoso animale che scendeva dal treno: “Gi-otto!… Gi-otto!”.
Non lo dimenticherò mai.