Lyonel Feininger
Lyonel Feininger


Saranno giorni di carta
e di luci spente
senza un filo logico
e uniranno parole
disperse nel sale
tra sciabordii e voci lontane
 
Il riccio mi guarda
e da sotto gli piaccio
aculei di seta nera
eppure un dolore
è spina nel fianco
 
immerso nel freddo
mi strappa via tutto
lontano nel golfo
dove più fine è la sabbia
 
che si prende licenze
di uccidere seppur  piena di vita
di quella  invisibile
tra alghe brillanti verdi veleno
le smorfie seducono
lasciando vuoti profondi
tra le tue mani
 
È colpa del sole
 
tra il pianto del riccio
ferite di scogli
sempre gli stessi
che guardano a oriente
e aspettano urla
del  sole colpevole
 
io scrivo sul  cuoio
pregiata la carta
liscia trattiene
tra righe accennate
d’azzurro orizzonte
 
mi guida e mi tiene
contiene la mano
non sborda più incerta
si sporca d’inchiostro
insolente

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