Mario Venuti, “L’ultimo romantico solo”

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“Quello che per gli altri è tutto oro che risplende a volte a me sembra metallo che non ha valore, tutto è futile. Ho cura del distinguere il bello dall’inutile perdendoci ma non seguendo mai la logica dei numeri. Sirene che non mi incantano ci vuol ben altro per me io sono l’ultimo romantico del mondo non mi adeguo alla realtà”. Versi armonici e risoluti di Mario Venuti protagonista, domani sera, alle ore 21.30, nell’anfiteatro comunale “Falcone e Borsellino” di Zafferana, per la kermesse “Etna in Scena”, di un concerto dal titolo “L’ultimo romantico solo”. “Il termine romantico sembra aver perso il suo significato originario. È diventato col tempo sinonimo di sentimentale, ma in un periodo come quello che stiamo vivendo, dovrebbe riacquisire il suo antico significato. Romantico è chi reagisce alla razionalità con l’emotività, la fantasia e l’immaginazione; cerca l’infinito, il desiderio del desiderio, lo slancio verso l’Assoluto, la spinta ad oltrepassare i limiti della realtà. Insegue il sogno, la visione, la follia. Quel sogno mi ha spinto a fare della musica la mia vita. Bello sarebbe non sentirmi più un sopravvissuto, un animale in via d’estinzione, l’ultimo romantico – dichiara Venuti”. Per l’occasione il cantautore siracusano presenterà, oltreché tutta la tracklist del fortunato album “L’Ultimo Romantico” (“Rosa Porporina”, “Trasformazioni”, “Là ci Darem la Mano”, “Rasoi”, “Quello che ci Manca”, “Con qualsiasi cosa”, “Non sarò io”, “Dna”, “L’Ultimo Romantico”, “Fammi il Piacere”, “Gaudeamus”, “Terra di nessuno”), un ricco ventaglio di brani celebri. “Belle le mie canzoni nude, orgogliose della loro natura, come una donna nell’intimità. Nell’esuberanza delle armonie, nei sospiri più intimi dell’anima, nella purezza della parola, nella vita che sta nella voce – aggiunge poeticamente Venuti”. Ospite dello spettacolo il palermitano Antonio Dimartino, frontman e voce dell’omonima band distintasi per una proposta artistica fondata su brani singolari sospesi tra realtà e inventiva, storie che narrano di sentimenti, emozioni, descrivendo, mediante allegorie inedite e raffinate, la contemporaneità e, più marcatamente, l’Italia dei nostri giorni. Ricordiamo, inoltre, che dopo “Cara maestra abbiamo perso” e “Sarebbe bello non lasciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile”, lo scorso giugno, Dimartino ha pubblicato l’ep “Non vengo più mamma” accompagnato da un fumetto inedito (dedicato alla “dolce morte”), illustrato da Igor Scalisi Palminteri.

Biografia
I destini di alcuni di noi paiono segnati sin dalla nascita. Quando Mario Venuti, con la sua band di allora, i Denovo, mette piede per la prima volta nel mercato discografico è il 1984 e lui è un ragazzino appena ventunenne. Tutto deve ancora accadere, eppure tutto è già successo. Mario Venuti è nato il 28 Ottobre del 1963, a Siracusa, ma ha vissuto anche a Messina, a Palermo e, ovviamente, a Catania, che è tuttora la sua città. Da bambino scopre i dischi dei Beatles: li trova in casa e poi li ascolta in radio, in tv ed è una specie di folgorazione. Non solo per la band di Liverpool, soprattutto per la musica, come per l’arte in genere. Così, finite le scuole medie, si iscrive all’Istituto d’Arte. Non si accontenta di ascoltare. Inizia a studiare e suonare il pianoforte, poi tocca a chitarre, sassofono e flauto traverso. A 17 anni ha già scritto le sue prime canzoni. Agli inizi degli anni 80 c’è un fermento di cose nuove che attraversa la musica e l’Italia. Una “nuova ondata” di artisti raccoglie e rilancia l’eccitazione di quei giorni.
Mario è a Catania, dove incontra tre giovani musicisti con cui forma i Denovo. Lui suona la chitarra, canta (alternandosi a Luca Madonia) e scrive. Nel 1982 partecipano al Festival Rock Italiano di Bologna: arrivano secondi, dietro ai Litfiba. Le cantine e i garage si riempiono di amplificatori, microfoni e chitarre, ragazzi che provano e ci provano. È il nuovo rock italiano. Otto anni di onorata carriera per la band catanese che mescola leggerezza e intelligenza, pop britannico e aromi mediterranei, sfornando canzoni quali “Niente insetti su Wilma” o “Se tengo il passo” e cinque album che proclamano i Denovo culto del pop italiano. Su spingono fino al palcoscenico di Sanremo, con Sanremo Rock, la prima volta. Il Teatro Ariston, per la seconda. Si scioglieranno nel 1990, ma il tempo non ne spegnerà mai il culto. Siamo ai primi anni 90. Mario Venuti scrive sempre canzoni. È curioso, pieno di stimoli musicali e culturali, ha bisogno di arricchirsi, come uomo e come musicista. Viaggia e arriva sino in Brasile, dove gusta e annusa l’aria e i colori della terra del samba e della bossanova. Caetano Veloso diventa un’altra sua personalissima icona.

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Foto di Monica Silva





DISCOGRAFIA ESSENZIALE

Con i Denovo:
NIENTE INSETTI SU WILMA – Suono, 1984
UNICANISAI – Kindergarten, 1985
PERSUASIONE – Kindergarten, 1987
COSI FAN TUTTI – Polygram, 1988
VENUTI DALLE MADONIE A CERCAR CARBONE – Polygram, 1989
Da solista:
UN PO’ DI FEBBRE – Polydor, 1994
MICROCLIMA – Polydor, 1996
MAI COME IERI – Polydor, 1998
GRANDIMPRESE – Musica & Suoni/Venus, 2003
MAGNETI – Universal, 2006
L’OFFICINA DEL FANTASTICO – Universal, 2008
RECIDIVO – Universal, 2009
L’ULTIMO ROMANTICO – Musica & Suoni-Microclima / Sony Music 2012

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