Jan Wagner, “Autoritratto con sciame d’api” a cura di Federico Italiano per i “CapoVersi” Bompiani.

Di Jan Wagner, «perdono luce i giorni/ e un’ora non ha che dieci minuti./ gli alberi si giocano gli ultimi colori.// cambiano troppo in fretta in cielo gli scenari/ per il piccolo dramma che ci portiamo dentro:/ perdono luce i giorni», versi scelti per segnalare “Autoritratto con sciame d’api”, fiammante volume a cura di Federico Italiano, giunto ad arricchire “CapoVersi”, raffinata collana di poesia Bompiani, diretta da Beatrice Masini, con la collaborazione di Paolo Maria Bonora e Gerardo Masuccio. Jan Wagner è nato ad Amburgo nel 1971, vive e lavora a Berlino. Ha esordito in poesia nel 2001. Nel 2015, con “Variazioni sul barile dell’acqua piovana” (Einaudi 2019), ha ottenuto il premio della “Fiera del Libro” di Lipsia (primo poeta insignito di tale riconoscimento) e, nel 2017, il “Georg Büchner Preis”.

“Autoritratto con sciame d’api” è un’antologia, con testo tedesco a fronte, che attinge alle raccolte pubblicate tra il 2001 e il 2018, e reca significativamente il titolo di una poesia “assente”, compresa in “Variazioni su Barile dell’acqua piovana”, dal “preciso” valore “simbolico e poetico”. È l’ennesimo odoroso frutto del “sodalizio tra due poeti raffinatissimi”, Wagner e Italiano.  

La poesia di Wagner origina dalla vita esteriore, schiude inimmaginabili varchi sulle infinite possibilità dell’immaginazione, nella vita interiore di ciascuno, fino a (farci) toccare l’estasi dell’invenzione.

«Jan Wagner – chiarisce Federico Italiano – non è poeta del semplice confronto. La straordinaria abilità con cui egli ricrea suoni, colori, odori, prospettive, habitat e geografie non si esaurisce in un invito all’evasione, al godimento estetico fine a sé stesso, ma urge chi legge a guardarsi meglio intorno, ad aguzzare la vista, a sentire di più, a perfezionare la propria capacità nel prestare attenzione al mondo e i suoi abitanti più indifesi – anche e soprattutto lì dove fa male, dove le ombre si addensano, dove qualcosa cede, sanguina, muore e cade, accanto a noi, nella strada parallela, in un appartamento oscuro, in un furgone che superiamo in autostrada, o nei parchi in autunno, dove per terra giacciono le stelle del mattino, le mazze chiodate dei castagni».

Leggendo si sente l’ostinazione di “quell’ipnosi”, come lo stare della poesia in “quell’esitazione prolungata tra suono e senso”. 

«Questa tensione tra suono e senso, tra musica e significato, va mantenuta, in qualche modo, anche nella traduzione. Ecco perché tradurre Jan è croce e delizia: le sue rime, i suoi rondò, i suoi sonetti, i suoi haiku, le sue villanelle non sono vuote confezioni di deliziose praline, ma ossa e vertebra del testo stesso, che non possono essere completamente trascurate dal traduttore come si trattasse di orpelli di cui si può fare a meno. Anche se a volte al traduttore è concesso di riprodurre solo un’allusione, un accenno alla partitura sonoro-musicale dei testi, è importante che almeno un sentore, un profumo della forma (attraverso assonanze, consonanze o altri stratagemmi del caso) si sparga e permanga».

3 poesie scelte per voi

da “Autoritratto con sciame d’api”, a cura di Federico Italiano, collana “CapoVersi”, Bompiani, 2022.
da “Autoritratto con sciame d’api”, a cura di Federico Italiano, collana “CapoVersi”, Bompiani, 2022.
da “Autoritratto con sciame d’api”, a cura di Federico Italiano, collana “CapoVersi”, Bompiani, 2022.

Jan Wagner (nella ph Wikipedia) è nato ad Amburgo nel 1971 e vive e lavora a Berlino. Dopo gli studi di letteratura angloamericana ad Amburgo, a Berlino e al Trinity College di Dublino, ha esordito nel 2001 con la sua prima raccolta di liriche. Nel 2015 ha ottenuto il premio della Fiera del Libro di Lipsia (primo poeta insignito di tale riconoscimento) con Variazioni sul barile dell’acqua piovana (Einaudi 2019) e nel 2017 il Georg-Büchner-Preis, uno dei più importanti riconoscimenti per la letteratura tedesca.

 

(la versione ridotta di questo articolo a cura di Grazia Calanna, è apparsa sul quotidiano LA SICILIA del 04.09.2022, pagina Cultura, rubrica “Ridenti e Fuggitivi”).

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