“Bompiani Capoversi”, “Bompiani Capoversi”, John Ashbery è stato il maggior poeta del postmodernismo americano, nonché il primo autore americano a vedere da vivo la propria opera raccolta e pubblicata dalla Library of America e il riconosciuto maestro della generazione che ha esordito intorno agli anni settanta. Nel 1975, proprio con Autoritratto entro uno specchio convesso, che proponiamo nella traduzione di Damiano Abeni e con uno scritto di Harold Bloom, vinse i tre più prestigiosi premi poetici degli Stati Uniti – il Pultizer, il National Book Award e il National Book Critics Award – con un canzoniere complesso ed entusiasmante, evocativo, spesso onirico, ricco di riferimenti enciclopedici e continue reinvenzioni.
quattro brevi poesie di John Ashbery, da “Autoritratto entro uno specchio convesso”, Traduzione di Damiano Abeni, “Bompiani Capoversi”, 2019.
FARM
A protracted wait that is also night.
Funny how the white fence posts
Go on and on, a quiet reproach
That goes under as day ends
Though the geometry remains,
A thing like nudity at the end
Of a long stretch. “It makes such a diff erence.”
OK. So is the “really not the same thing at all,”
Viewed through the wrong end of a telescope
And holding up that bar.
Living with the girl
Got kicked into the sod of things.
There was a to- do end of June,
Comings and goings
Before the matter is dropped.
But it stays around, like her faint point
Of frown, or the dripping leaves
Of pie- plant and hollyhock,
Also momentary in defeat.
No one has the last laugh.
FATTORIA
Un’attesa protratta che inoltre è notte.
Fanno ridere i paletti della staccionata bianca
che vanno e vanno e vanno, silenzioso rimbrotto
che si ferma mentre il giorno finisce
anche se la geometria rimane,
una specie di nudità alla fine
di un lungo rettifilo. “Fa un’enorme differenza.”
OK. E così è il “davvero niente affatto la stessa cosa”,
vista dal capo sbagliato di un cannocchiale
mentre si tiene alta quell’asticella.
Vivere con la ragazza
venne gettato a pedate nella zolla delle cose.
Ci fu una gran scenata a fine giugno,
gente che va e viene
prima che si lasci perdere la faccenda.
Ma rimane, come lei che accenna appena
ad accigliarsi, o le foglie che sgocciano
di rabarbaro e malvone,
anch’esse temporanee nella sconfitta.
Nessuno ride ultimo.
—
TARPAULIN
Easing the thing
Into spurts of activity
Before the emptiness of late afternoon
Is a kind of will power
Blaring back its received vision
From a thousand tenement windows
Just before night
Its signal fading
TELONE INCERATO
Introdurre con cautela la cosa
in fi otti d’attività
prima del vuoto del tardo pomeriggio
è una specie di forza di volontà
che rimanda il bagliore della sua non originale visione
da mille fi nestre di casermoni
appena prima di sera
mentre il suo segnale sfuma
—
SAND PAIL
Process
of a red stripe through much whiplash
of environmental sweepstakes misinterprets
slabs as they come forward. A
footprint
directs traffi c in the center
of fl at crocus plaza as the storm
incurves on this new situation. Why
are there developments?
A transparent shovel paves, “they” say,
residual elastic fetters
pictures of moments
brought under the sand.
SECCHIELLO DI SABBIA
Incedere
di una banda rossa attraverso un assiduo colpo di frusta
di lotterie ambientali fraintende
lastre nel loro avvicinarsi. Una
impronta di piede
dirige il traffi co nel centro di un piatto
slargo di crochi in centro commerciale mentre il temporale
si inarca su questa nuova situazione. Perché
ci sono sviluppi?
Una pala trasparente lastrica, dicono “loro”,
residui ceppi elastici
ritratti di momenti
trascinati sotto la sabbia.
—
CITY AFTERNOON
A veil of haze protects this
Long- ago afternoon forgotten by everybody
In this photograph, most of them now
Sucked screaming through old age and death.
If one could seize America
Or at least a fi ne forgetfulness
That seeps into our outline
Defi ning our volumes with a stain
That is fl eeting too
But commemorates
Because it does defi ne, after all:
Gray garlands, that threesome
Waiting for the light to change,
Air lifting the hair of one
Upside down in the refl ecting pool.
POMERIGGIO IN CITTÀ
Un velo di foschia protegge questo
pomeriggio d’antan dimenticato da tutti i presenti
in questa foto, i più ormai
risucchiati urlanti da vecchiaia e morte.
Se ci si potesse impossessare dell’America
o almeno di una gradevole smemoratezza
che s’infiltra nella nostra silhouette
e delinea i nostri volumi con una macchia
anch’essa fuggevole
ma che commemora
perché davvero delinea, dopotutto:
ghirlande grigie, quei tre
al semaforo che aspettano il verde,
l’aria che solleva i capelli a uno di loro
capovolto nel riflesso di una pozza.
CapoVersi è la nuova collana di poesia Bompiani, curata da Beatrice Masini, direttore di divisione Bompiani, insieme con due giovani collaboratori della casa editrice, Paolo Maria Bonora e Gerardo Masuccio.