La passione per la poesia è nata in me assieme a quella per la vita. Ho cominciato a scrivere durante l’adolescenza quando la vita cominciava ad avere orizzonti sempre più vasti e mi procurava un tremore interiore misto a fascino. La poesia è stata una compagna nel viaggio che mi accingevo a iniziare. Compagna e viaggio stesso e anche casa: un vero e proprio luogo da abitare. Un luogo senza confini, non un rifugio in cui trovare riparo dalla realtà, ma un modo di essere che mi ha aiutata a vivere e a comprendere meglio il mio tempo. Soprattutto, attraverso la scrittura, cercavo di fare chiarezza dentro me stessa, di placare l’inquietudine. Ho scoperto poi che la poesia si nutre di inquietudine e così le ho coltivate entrambe. Entrambe in grado di ampliare la visione, di sconfiggere l’abitudine intesa come perdita della capacità di stupirsi capacità che volevo mantenere intatta quando il mondo e il suo concreto mi mostravano tutta la loro incapacità di comprendere e abbracciare la meravigliosa e variegata bellezza della vita, tutta la loro insufficienza a darle un senso. Vivo la poesia come un esercizio spirituale, teso ad indagare il senso spirituale dell’esistenza e il suo mistero, come un incessante dialogo con me stessa e con tutto ciò che mi circonda. Complici carta e penna e quell’attenzione creatrice tanto cara a Simone Weil, sono sempre pronta ad accogliere la grazia che la parola poetica riesce a estrarre da ogni istante. La poesia è grazia, accoglienza, è essere in relazione con l’intero creato e tutte le sue creature. Fare poesia per me è ascoltare e dare voce a chi o a ciò che non ne ha. È prossimità. È il lavoro silenzioso e oscuro delle radici e quello luminoso e alto della luce: entrambi “invisibili” ma fondamentali per la vita dell’albero. “L’ospite indocile” è una riflessione sulla vita, sulla sua irripetibile preziosità, sulla forza della parola poetica capace di estrarre l’eterno da ogni attimo e dove carnale e spirituale coincidono per un sentire che conduce nelle profondità dell’essere.
La poesia indaga il senso spirituale dell’esistenza
Lucianna Argentino
Lucianna Argentino è nata a Roma nel 1962. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: “Gli argini del tempo” (ed. Totem, 1991), “Biografia a margine” (Fermenti Editrice, 1994) con la prefazione di Dario Bellezza e disegni di Francesco Paolo Delle Noci; “Mutamento” ((Fermenti Editrice,1999) con la prefazione di Mariella Bettarini; “Verso Penuel” (Edizioni dell’Oleandro, 2003), con la prefazione di Dante Maffia; “Diario inverso” (Manni editori, 2006), con la prefazione di Marco Guzzi; “L'ospite indocile” (Passigli, 2012) con una nota di Anna Maria Farabbi; “Le stanze inquiete” (Edizioni La Vita Felice, 2016). Nel 2009 ha pubblicato la plaquette “Favola” (Lietocolle), con acquerelli di Marco Sebastiani. Ha realizzato due e-book, uno nel 2008 con Pagina-Zero tratto dalla raccolta inedita “Le stanze inquiete” e nel 2011 “Nomi” con il blog “Le vie poetiche”. Il suo lavoro inedito “La vita in dissolvenza” (quattro poemetti- monologhi) è stato musicato dal chitarrista Stefano Oliva e, dal marzo 2011, presentato in vari teatri e associazioni culturali. Dal 2014 collabora con l'Ensemble Acquelibere con lo spettacolo “Almanacco indocile”.
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