quattro inediti
Maggio
Rimaniamo così
come le rose che stanno tra gli altari di maggio
fioriscono per una stagione e fanno incroci perfetti,
si espandono nell’oro delle navate
rubano linfa dalle spine per non morire.
Sono terrena
ho talloni affondati
respiro tutte le spaccature terrestri che hanno i continenti.
Non mi risolvo
sono la macchia di ceralacca.
Intatta
Prendimi le mani
prima d’iniziare a tremare tra le domeniche sfatte
quando i lenzuoli sono imbrattati di pieghe senza significato
quando conto sette e faccio pausa nel settimo giorno
e non si può morire.
Sono intatta
seguo il senso della corrente alternata
non ho la regolarità dentro al circuito
ho vene azzurre scoppiate nella carne.
Non dire il mio nome nelle tue preghiere Wasp
fino al consumarsi della cera.
Cono d’ombra
Sto dentro al cono d’ombra
nella parte centrale sciolgo tutti i nodi.
Tracci i meridiani con la matita
fanno il giro dei poli e attraversano gli oceani,
la sospensione è la mia perfezione
cancello i tracciati e rinasco seme dentro la terra.
Polaroid
Gli uragani non avvisano in estate
alzano le onde come fossero preghiere esaudite
sanno come gelare l’aria e mettono i silenzi dove mancano.
Non arrivare in anticipo
in questo quadrato di tempo che ferma le galassie e mi spezza i nervi
Non togliere i confini dove ho messo virgole.
Rimaniamo come la polaroid,
dentro al buio di una pagina chiusa.