Lettera di Laura Mazzola. Una mamma delusa

letteraCominciamo dall’inizio…

I miei suoceri acquistano un terreno edificabile al centro di Zafferana Etnea dove poter costruire casa. Capiamo che i tempi sono lunghi e decidiamo con mio marito di sposarci lo stesso, in attesa che la situazione cambi. E’ lui che insiste nell’andare a vivere in paese e così riesce a convincermi.
Nel 2006 arriva la nostra prima bimba e siamo ancora in attesa di risposte. L’anno scorso arriva la nostra seconda figlia che purtroppo ha problemi di salute, la diagnosi è impietosa: fibrosi cistica. Sappiamo cosa ci attende, la nostra vita è stravolta, ma siamo certi che dobbiamo andare avanti e pensare a lei e al suo benessere. Decido, nonostante la crisi economica, di continuare a lavorare, visto che è l’unico momento in cui riesco a non pensare ai problemi di mia figlia. Decido di continuare perché sono risoluta nel cercare di sbloccare la situazione della casa, dato che sarebbe la soluzione migliore per mia figlia, in quanto avrei la possibilità, considerati gli enormi problemi polmonari che la malattia comporta, di costruire l’ambiente migliore per lei, con impianti di ultima generazione che le permetterebbero di vivere meglio. Si è sempre occupato mio marito di questo, ma decido di andare a verificare di persona perché ho bisogno di certezze per mia figlia. Andiamo a Dicembre, decidiamo di essere chiari, esponiamo il nostro problema: per lei abbiamo necessità, ADESSO, di costruire. Non vogliamo nulla, vogliamo solo essere messi in grado di aiutarla, noi e noi soltanto con le nostre forze, pagando tutto quello che c’è da pagare e in maniera legale. Ci dicono che a breve avremmo avuto una risposta e che sono fiduciosi. Dopo quasi 10 anni di parole ci dicono: “non possiamo dirvi di sì perché ci sono altre persone con un terreno nella vostra stessa situazione a cui abbiamo detto no, e non possiamo dire sì a voi per poi fargli presentare un ricorso che vincerebbero (…) Signori, mi rendo conto che sul vostro terreno non si può far altro che un’ abitazione, ma tocca aspettare almeno fino al 2015 per avere una variante del piano regolatore (variante che devono fare perché 10 anni fa circa si sono dimenticati di specificare la destinazione d’uso dei terreni interessati)”. Avrei voluto prendere tutto quello che avevo intorno e lanciarlo per aria, avrei voluto avere davanti tutti quelli che si sono occupati finora di questo progetto e prenderli a schiaffi, ma soprattutto, avrei voluto urlare il silenzio di mio marito che esprimeva tutta la sua immensa delusione. Invece, con tanta dignità, ringraziamo, ci alziamo e ce ne andiamo. E adesso? Adesso ci tocca comprare casa, ma dobbiamo mediare tra le nostre disponibilità economiche e le esigenze delle bambine, quindi probabilmente andremo via di qua. Ma non me ne vado via così, lo devo alle mie figlie perché non è quello che sto insegnando loro. La rabbia mi porterebbe a dire che questa è Zafferana Etnea, ma sbaglierei: farei torto a tutti gli AMICI che abbiamo conosciuto, a tutti coloro che ci sono stati vicini in questo momento difficile e a tutte quelle persone che ormai fanno parte della nostra famiglia. Quindi dico: questa è la politica, questa è la burocrazia! So che la persona che ci ha dato quella risposta non era contenta di darcela e che non poteva fare altrimenti e so anche che la colpa non è di questa o di quell’altra giunta comunale, ma a tutti quelli che sono responsabili di questo no dico: “fosse stata tua figlia, avresti preferito darle il meglio, anche a costo di dare un assenso a persone che non lo meritano se questo rientra nei limiti della legalità, e siamo in questo caso visto che ci rimandate al 2015 e sapete che prima o poi questi permessi li concederete”. Sto insegnando alle mie bimbe che nella vita, per camminare a testa alta, bisogna essere onesti prima di tutto e comportarsi bene in ogni circostanza, ma non sarei stata onesta né con me stessa né con loro se non avessi scritto questa lettera, lettera che non vuole una risposta né la attende.
E’ una lettera che serve prima di tutto alle mie figlie, soprattutto alla piccola. È una lettera che insegna che se un genitore si arrende non è perché è un perdente, ma è perché sa capire quando è meglio cambiare strada per i propri figli. E’ una lettera che vuole essere un grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato e anche a quelli che non lo hanno fatto. E’una lettera che vuole essere motivo di riflessione per tutte quelle persone che ci rappresentano e che pretendono di farlo a tutti i costi con questi risultati. E’ una lettera che vuole essere testimone di tutti quei genitori che improvvisamente si ritrovano con la vita stravolta da un problema più grande di loro ma che, rimanendo uniti con più amore di prima, continuano ad andare avanti per potere dare il meglio ai propri figli. E’ una lettera che vuole esprimere la mia personale convinzione che il mondo è fatto di tanti “piccoli” che valgono molto di più di tutti i ricchi della Terra messi insieme.
Sperando che un giorno le cose possano cambiare, soprattutto per i nostri figli, non mi resta che ringraziare ancora tutti gli amici che ci hanno accolto e voluto bene. Un abbraccio.

Laura Mazzola

P.S. la nostra storia finisce qui e se qualcuno crede di poterla strumentalizzare in vista delle imminenti elezioni, si troverà davanti non solo una mamma delusa, ma anche molto, molto arrabbiata!

Potrebbero interessarti

2 risposte

  1. Pingback: Armando
  2. Pingback: martin