Mario Venuti, con la musica vado incontro al mondo.

Mario Venuti, con la musica vado incontro al mondo.
Il 18 settembre in concerto alla Villa Bellini di Catania.

Mario Venuti in copertina ph di Giuseppe Casaburi

 

“Portami lontano dalle mie abitudini. Dove il tempo non esiste e anche l’amore è facile. Manda via dal cuore la mia solitudine. E facciamo il viaggio avventuroso dell’esistere. Verso un altro pianeta che alla fine ci salverà…”. Un passo da “Il mondo con i tuoi occhi”, brano scelto da “Soyuz 10” decimo album di Mario Venuti attesissimo protagonista del concerto che, il prossimo 18 settembre, sarà accolto dalla Villa Bellini, nell’ambito di “Catania Summer Fest” come del “Festival Sotto il Vulcano 2020”, diretto artisticamente da Nuccio La Ferlita (www.puntoeacapo.uno). Con Venuti, sotto i riflettori Donato Emma (batteria), Luca Galeano (chitarre), Pierpaolo Latina (tastiere) e Antonio Moscato (basso), per uno spettacolo esuberante nel segno riconoscibilissimo di raffinatezza, introspezione e ascolto (dell’altro), che insieme alle nuove canzoni celebrerà un trentennio di musica riproponendo una ricca selezione di indimenticabili successi.

Qual è il motore peculiare: come, quando, dove nasce il tuo “Soyuz 10”?

Nasce nel giro di qualche mese di scrittura. Tra Catania, Milano e la Liguria con varie sedute creative assieme al fido Kaballà. Nasce come disco emozionale. Sono tutte canzoni in cui si canta, per dirla con Vinicius De Moraes, l’arte dell’incontro.

Perché “Soyuz 10”? Perché (proprio) questo titolo?

Soyuz in russo significa per l’appunto incontro. La gloriosa navicella sovietica attraverso la concreta apparizione del microfono dallo stesso nome ha messo in scena il viaggio verso mondi sconosciuti, come è l’incontro tra esseri umani.

“Navigando il mare delle contrarietà”quali sono, ad oggi, le possibilità offerte dalla musica? Più giovare alla comprensione, più colmare la (quasi) assenza di fiducia?
Pur non essendo oggi la musica al centro della società, come accaduto tra gli anni ’60 e gli anni ’80, rimane un modo efficace per la crescita individuale. Aiuta sicuramente a capire il mondo e può aumentare il nostro grado di fiducia in noi stessi e negli altri.

Ci sveleresti qual è, tra i dodici brani che formano “Soyuz 10”, quello che ti ‘racconta’ maggiormente? E, dopo averlo indicato, potresti condurci a ritroso nel tempo, rivelarci i retroscena della sua ‘nascita’?

Non cedo mai all’autobiografia in musica però “Il pubblico sei tu” è quello più vicino ad una forma di auto-analisi, un’indagine sul nostro essere uomini in perenne revisione.

Esiste un brano (altrui) nel quale all’occorrenza ami rifugiarti?

La bossa nova di João Gilberto è meglio dell’aspirina e del Prozac!

Ricordando il tuo concerto alla Villa Belli di Catania, il prossimo 18 settembre, puoi dirci come vivi il tuo rapporto con il pubblico e in che modo, nel corso degli anni e della tua lunga carriera da solista, si è trasformato, in che modo è cresciuto?

Con molti di loro siamo cresciuti insieme. Ormai li vedo più come compagni di ventura che veri e propri fan.

ph Azzurra De Luca

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