Nostos, ritorno alla parola
Rubrica a cura di Luca Pizzolitto
Poesie tratte da Nikola Madzirov, Ciò che abbiamo detto ci perseguiterà (Crocetti 2025, a cura di Piero Salabè)
Casa
Un tempo vivevo ai bordi della città
come un lampione
a cui nessuno cambia la lampada.
I muri erano tenuti assieme dalle ragnatele
i nostri palmi invece dal sudore.
Ho nascosto il mio orsacchiotto
nelle fessure della muratura rimaneggiata
per salvarlo dai sogni.
Giorno e notte scuotevo la soglia
come un’ape che
torna sempre allo stesso fiore.
Era tempo di pace quando me ne sono andato:
il morso nella mela non si era ancora scurito,
sulla lettera c’era un francobollo con una vecchia casa
abbandonata.
Da quando sono nato migro verso luoghi silenziosi.
Attaccati ai miei passi c’è un vuoto
come la neve incerto di appartenere alla terra
o all’aria.
—
L’ombra del mondo passa sul mio cuore*
Mi manca il coraggio di una pietra spostata.
Oltre ogni campamento e arena
mi ritroverai sdraiato su una panchina bagnata.
Sono vuoto come una busta di plastica
gonfia d’aria.
Separo le mani e unisco le dita
per formare un tetto.
La mia assenza è una conseguenza
di tutte le storie raccontate e mancanze programmate.
Ho un cuore trafitto da una costola.
Nel sangue scorrono schegge di vetro
e nuvole nascoste dietro ai globuli bianchi.
L’anello sul mio dito è senz’ombra propria,
ricorda il sole. Mi manca il coraggio di una stella
spostata.
* Verso tratto da Lucian Blaga. (N.d.A.)
—
Da ogni mia cicatrice
Sono un mendicante senza il coraggio
di chiedere l’elemosina a me stesso.
Sui miei palmi si incrociano le linee e
le ferite di tutte le carezze mancate,
di tutte le febbri non misurate sulla fronte,
dell’amore scavato abusivamente.
Da ogni mia cicatrice
emerge una verità.
Cresco e svanisco
con il giorno, mi addentro
senza paura nell’origine,
e intorno a me tutto si muove:
la pietra diviene casa,
la roccia granello di sabbia.
Quando smetto di respirare,
il cuore batte più forte.
—
La speranza si arrampicava
C’era un tempo in cui vidi
come la speranza si arrampicava su rocce aguzze
mentre i nostri occhi planavano sulla sua realtà.
La nostra vita era un giardino
che sognava di camminare,
un viaggio breve
in vagoni letto sganciati.
C’era una volta che ho visto
come la soglia si spostava per accogliere
il corpo stanco del viaggiatore,
come una mano si posava sui vestiti sulla sedia,
e un uccello atterrava sulla polvere del lampadario
bramoso di attenzione.
Una speranza
si arrampicava sul tetto della casa
ma nessuno si svegliava per tirare un sasso.
—
La croce della storia
Mi sono dissolto nei cristalli di minerali sconosciuti.
Vivo fra le città, invisibile
come l’aria tra due fette di pane.
Mi contiene la ruggine
sui bordi delle ancore.
Nel vortice di un vento rieccomi come un bambino
che inizia a credere che gli dèi vivano.
Sono come un uccello migratore che
invece di partire continua a tornare.
Voglio restare nei verbi imperfetti,
nelle radici che dormono
fra le fondamenta di case abbandonate.
Quando morirò voglio essere
un soldato di candida innocenza,
crocifisso dalla storia
su una croce di vetro attraverso cui
in lontananza si vedono i fiori.
—
Sottacqua
Vengo da te vestito di sabbia,
con le fragili paure del vento.
Ogni giorno davanti alla tua porta
depongo l’ombra di un seme.
Apri la porta, la richiudi,
vai alla finestra e torni
come un corallo raro
che per tutta la vita prova a lasciare
il fondale del mare.
(Nel volume edito è presente il testo originale a fronte; per ragioni di visibilità sul blog, tutti i versi sono stati allineati a sinistra.)
—
Il poeta, saggista e traduttore macedone Nikola Madzirov è nato nel 1973 a Strumica, vicino al confine con la Bulgaria e la Grecia, in una famiglia di esuli delle guerre balcaniche. Considerato uno dei maggiori poeti macedoni, ha pubblicato raccolte poetiche insignite di prestigiosi premi e ha partecipato a numerosi festival letterari in Europa, negli Stati Uniti e nel Sud America. Le sue opere sono state tradotte in più di trenta lingue e alcune sue poesie sono state musicate dal compositore jazz Oliver Lake, collaboratore di Bjork e Lou Reed. È uno dei coordinatori del network internazionale di poesia Lyrikline, con sede a Berlino.
in copertina ph di Luca Pizzolitto