Rinko-Kawauchi-Self-portrait
Rinko Kawauchi, Autoritratto

Alcune teorie scientifiche sostengono l’ipotesi che la materia muta nell’istante in cui la si osserva, invece quando cessiamo di scrutarla assume infinite configurazioni possibili. Questo tipo di speculazione, che potrebbe essere ricondotta ai complessi meccanismi che regolano i rapporti tra interiorità e mondo esterno, si sposa magistralmente con il lavoro della fotografa Rinko Kawauchi. Ormai icona della fotografia contemporanea, il suo personalissimo approccio è basato sull’istinto e sulla rappresentazione di soggetti consueti della nostra quotidianità che solo in apparenza non hanno nulla in comune tra di loro.

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Rinko Kawauchi, Illuminance 2

“Vi faccio vedere un’immagine dal mio lavoro Aila. L’albero e la nuvola hanno la stessa forma. Non ho ritoccato nulla. È venuto tutto in modo naturale. Ho scattato solo una volta e poi l’immagine è scomparsa. E questo è qualcosa di magico.”

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Rinko Kawauchi, Aila

La Kawauchi, tramite questa pratica inconscia e quasi stregonesca, ci pone di fronte a degli importanti interrogativi sui misteri della psiche e sulla relazione tra universo e anima.
Cogliendo lo straordinario nell’ordinario, la fotografa ci mostra delle composizioni illuminanti raccolte nel capolavoro chiamato per l’appunto “Illuminance”, il suo primo libro ad essere pubblicato fuori dal Giappone. Sfogliandolo ci si accorge subito che, a differenza di molti altri libri fotografici, il lavoro non è sorretto da un argomento prestabilito. Tra le righe si evince subito una ridondanza che rievoca la ciclicità della natura, come se le pagine fossero foglie di un albero: un universo racchiuso in un libro.
La magia scaturisce soprattutto dalle associazioni visive di Rinko, combinazioni di ingredienti completamente differenti che formano le note di un’unica armoniosa sinfonia.

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Rinko Kawauchi, Illuminance 3

“A volte un progetto nasce da una emozione, come è capitato per Aila: ero al supermercato e, guardando la carne nel banco frigo, ho avuto una sensazione orribile, mortifera. Mi è venuta allora l’idea di raccontare il parto degli animali, per cogliere il momento preciso della nascita, per sentire il soffio della vita. Credo che la nostra psiche sia un iceberg, di cui la parte conscia non è che la punta: fotografare per me è un modo di calarmi nel profondo.”

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Rinko Kawauchi, Illuminance 1
Rinko Kawauchi
Rinko Kawauchi
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Rinko Kawauchi, Illuminance 4

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