
Ho sognato che avevo disegnato tasti Di pianoforte sul tavolo della cucina. Io ci suonavo sopra, erano muti. I vicini venivano ad ascoltare. (Tomas Tranströmer)
è caduto un angelo in mezzo al niente
di un cielo evaporato dove
saltano i pesci sul fondo di un bicchiere
salati gli occhi di chi inerme guarda
le ali prive di volo
un uomo vestito di nero
raccoglie la pioggia bianca
e offre le piume ai passanti:
scrivete sui muri.
*
Dorme una volpe
nel buio delle fragili ossa
il silenzio è ispido
ha il pelo rosso
di un animale selvatico.
*
Non ingannare il tempo
devi mostrargli la strada
il sentiero che va avanti
non devi farlo tornare indietro
mi ha seguito e ora gioca in cortile
con l’ultima luce del giorno
scioglie raggi di sole tra le vecchie case
come una treccia.
*
Ascolta la notte
chiusa dentro a una noce:
ha il suono del guscio che cade
nel vuoto.
*
Mia nonna lo chiamava il sole malato
un fuoco fatuo quasi spento
nello specchio di un lago
mi viene voglia
di asciugarlo con un telo
e rimetterlo in cielo
il sole guarito.
*
Si scioglie la luce
sulla mia ombra –
la vita è una macchia
sul muro –
siamo testimoni del nostro svanire.
*
Questo è il mio cielo:
un gregge di nuvole
pastori senza voce.
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