Sette poesie dalla raccolta “Tasti Muti”

03
 

 

Ho sognato che avevo disegnato tasti
Di pianoforte sul tavolo della cucina.
Io ci suonavo sopra, erano muti.
I vicini venivano ad ascoltare.
(Tomas Tranströmer)

 

è caduto un angelo in mezzo al niente
di un cielo evaporato dove
saltano i pesci sul fondo di un bicchiere
 
salati gli occhi di chi inerme guarda
le ali prive di volo
 
un uomo vestito di nero
raccoglie la pioggia bianca
e offre le piume ai passanti:
 
scrivete sui muri.

 
*

 
Dorme una volpe
nel buio delle fragili ossa
il silenzio è ispido
 
ha il pelo rosso
di un animale selvatico.
 
 
*
 
 
Non ingannare il tempo
devi mostrargli la strada
il sentiero che va avanti
non devi farlo tornare indietro
 
mi ha seguito e ora gioca in cortile
con l’ultima luce del giorno
 
scioglie raggi di sole tra le vecchie case
come una treccia.
 
 
*
 
 
Ascolta la notte
chiusa dentro a una noce:
 
ha il suono del guscio che cade
nel vuoto.
 
 
*
 
 
Mia nonna lo chiamava il sole malato
 
un fuoco fatuo quasi spento
nello specchio di un lago
 
mi viene voglia
di asciugarlo con un telo
e rimetterlo in cielo
 
il sole guarito.
 
 
*
 
 
Si scioglie la luce
sulla mia ombra –
 
la vita è una macchia
sul muro –
 
siamo testimoni del nostro svanire.
 
 
*
 
 
Questo è il mio cielo:
un gregge di nuvole
pastori senza voce.
 
 

 

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