Belli da leggere di Grazia Calanna
“Il linguaggio è uno specchio della mente in un senso profondo e significativo; è un prodotto dell’intelligenza umana, ricreato ex novo in ogni individuo mediante operazioni che si situano ben oltre il limite della volontà e della consapevolezza”. Leggendo “SoloMinuscolaScrittura” di Silvia Rosa, sovviene la riflessione di Noam Chomsky. Siamo in presenza di una prosa poetica che non sfugge il silenzio, bensì lo accoglie in policroma (faconda) pienezza. Taciturne, “le parole sono carne tenera dell’anima, l’alfabeto di occhi mani labbra che siamo, eterni a svanire”. Con verità cristallina, “a denti stretti”, l’autrice partecipa il lettore del proprio “precipitare nell’ansa nuda di parole”. Indaga le geografie del tempo, pur (talvolta) assente da se stessa, instancabile, pur (talvolta) stanca dell’immobilità che la “preme contro i minuti sbeccati taglienti dei giorni che scorrono in fretta, e si sbriciolano”. Sveste i propri dubbi esistenziali, “bolo indigesto che ulcera la coscienza”. Sul “candore delle pagine” adagia desideri cosmici, riconoscibili, anche quando taciuti, “vorrei che ci scambiassimo le fiabe, e le dolcezze che teniamo nascoste al mondo intero, […], il tempo di un sospiro di piacere che tremi il cuore e frani cielo e terra fino all’origine di (un) noi – possibile”. Ebbene, cardine è l’amore, che, insegna Ludwig Feuerbach, è passione, contrassegno della vita, senza il quale, ricorda (semplicemente) Silvia Rosa, “i giorni (e le notti) precipitano nel vuoto”.
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