sul ramo d’inchiostro, il fiore di Stefano Vespo – con un’opera di Stefania Orrù (“i libretti de l’EstroVerso”)

Scrivi di te

Come una stella che erra sperduta
passi davanti alla porta socchiusa.

Furtiva e in pena mi cerchi, il tuo volto
pallido e insonne, lo sguardo lanciato
da un punto all’altro del tempo, confusa
dai giochi umani del possesso e della
gelosia.

            Ti chini allora a scrivere
pagine, dentro la notte discesa
dai tuoi capelli. Scrivi di te
e del buio innominabile
che hai di fronte.

Così, anch’io di te da sempre scrivo.

 

 

Specchio

Segui in ansia da lontano il mio
andare inquieto, tu che come un giunco
hai radici nell’acqua e ti pieghi
al suo gorgogliare incessante. E come
gli uccelli tra le ramaglie dei rovi,
le mie pupille fisse e nere guardano
passare sopra il cerchio del tuo volto
la mia ombra.

 

Due haiku

In alto, in cima alla notte,
s’apre un velo di vapori:
bianco si mostra il volto della luna.
Mi cerca, un attimo, poi
di nuovo torna a celarsi.

 

 

 

Magri segni d’inchiostro
sul gelo dell’alba,
i rami del mandorlo mostrano
la fioritura: il loro dono

 

 

Festa in maschera

Il tuo desiderio ha scritto in segreto
chi sono sopra una pagina, e lì
ha tracciato un sole intorno al mio cuore.
Ho percorso allora interi cammini
e il mio sguardo penetrava ogni volto
e la parola era una fonte saggia
e copiosa.
                Ma noi viviamo qui,
tra poche stanze festose e deserte
nel medesimo istante, dove mai
possiamo esser certi di ritrovarci
dietro le nostre maschere, dove
la mia tristezza è vagabonda e cade
qualche goccia di pioggia sugli ultimi
che vanno via.

 

 

Equinozio

Ti domandavo quale fosse il senso
del sommesso silenzio in cui le messi
ritornano verdi e tremano al vento
le corolle delle prime calendule.

Una luce potente e nuova offusca
i miei occhi, il tepore mi stordisce,
ma nel mio petto risuona una corda
diversa: vibra come una ferita.

E in quella corda risuonano tutti
i miei anni, dalla luce lontana
nella quale soltanto riconosco
me stesso a questo fragile equinozio.

Nel petto ho chiusa come in un acquario
l’enorme carpa di tutto l’amore,
ogni canto, ogni voce, ed il tripudio
di fiori che ricopre i rami è solo
un muto istante di cui sono il sogno.

 

 

Chiarore

Quella nebbia era solo
voluttà di dolore,
al mattino un chiarore
corre sulla ringhiera,
riluce sul balcone,
mi cerca con la gioia
di quando vuoi parlarmi
di quelle tante cose
che ci sono da fare
insieme. Ormai svanita
come se fosse stata
un sogno, quella nebbia
non mi lascia memoria.

 

 

Cuore

Il mio cuore,
acceso, profondo, in pace,
guarda sbocciare ogni volto
e perdona ogni asprezza
come la madre al bambino.

E nei miei sogni
donne antichissime celebrano
riti d’ebbrezza.

 

 

Il dono

Passavi dentro di me
come una viva infinita
poesia ancora non scritta,
dove i tuoi occhi cercavano
i miei, felici di essere
visti. Dimentico allora
il dolore di doverti
attendere: i nostri volti
a poco a poco dileguano
e lasci dentro di me
tracciato soltanto il dono
del tuo cammino, la gioia
liberata dai tuoi passi
d’amore, del nostro andare
il solo splendore, dove
non avremo più figura.

 

 

Luce

Nel seno di una nebbia di gelo,
sullo specchio stupito del cielo,
cresce la forte chioma del mandorlo
e canta la sua fioritura.
Allora
rinasce dalla terra una luce
e lieta dilaga intorno, e in alto
risale, ad invisibili altre
primavere.

 

 

Viaggio notturno

Mi conduci lungo la notte
e affronti felice le chiazze
di gelo sulla strada,
e vaste nebbie insieme a noi
risalgono i ripidi anfratti.

Vediamo sparire paesi
come opache fiammelle in fondo
al buio della valle,
e come le onde di un oceano
nubi si innalzano sui monti.

La serena luce lunare
guida anche loro illuminandole
timidamente intorno.
Percorreremo insieme il mare
ghiacciato tra i due continenti.

 

*

Stefano Vespo è nato a Caltagirone nel 1973. Laureato in Filosofia, attualmente insegna lettere al Liceo di Nicosia. Sposato, vive a Sperlinga. Ha coltivato la passione per la pittura, sotto la guida di Piero Zuccaro e Giuseppe Puglisi del Gruppo di Scicli, che lo ha portato ad alcune mostre a Scicli, Modica e Catania. L’incontro con la poesia è avvenuto a otto anni, influenzato dalle letture bibliche serali del padre che lo conducono a leggere molta poesia e a tradurre i classici greci e latini. Il sorriso della chiusa mandorla è la sua opera prima, finalista del premio di poesia Città di Marineo. Nel 2022 esce la sua seconda raccolta dal titolo La Parola Nuova.

 

Stefania Orrù è un’artista “pellegrina”… Si forma sotto l’influsso della tradizione della Scuola Umbra, sui modelli della pittura Quattrocentesca, nell’approccio alla figurazione e nella scelta dei materiali e delle tecniche. La sua pittura parte da una figurazione che coinvolge tematiche di formazione personale e velatamente spirituali: un lungo ciclo pittorico che culmina con una mostra in Sicilia. In Sicilia inizia una fase di sperimentazione, influenzata da un nuovo ambiente, da nuovi maestri e supportata dall’esperienza tecnica e umana maturata negli anni precedenti. Ha collaborato con diverse gallerie in Italia e all’estero, con mostre personali e pubblicazioni di monografie. Tra gli eventi più recenti, nel 2023, Bologna Arte Fiera, ArtVerona e Arte in Nuvola a Roma, con mostre personali. Nel 2024 la residenza di 4 mesi a Shanghai allo Swatch Art Peace Hotel e la partecipazione ad Art Karlsrue con una personale. Vive e lavora in Sicilia e in Umbria.

 

 

in copertina Stefania Orrù, Piccolo prato, 50 x 50 cm, 2020

 

i libretti de l’EstroVerso
a cura di Grazia Calanna 

n. 2 maggio 2025

sul ramo d’inchiostro, il fiore di Stefano Vespo
in copertina Stefania Orrù, Piccolo prato, 50 x 50 cm, 2020

 

PDF i libretti de l’EstroVerso a cura di G. Calanna n. 2 maggio 2025 – Vespo & Orrù

leggi lo sfogliabile 

            © l’EstroVerso www.lestroverso.it