Tu singolare di Angela Bonanno. Tra ragione e sentimento.

Nella scrittura sia in versi che in prosa di Angela Bonanno c’è una carica di energia che rende palpabile la tenzone dialettica della parola contesa, dibattuta tra ragione e sentimento, e mirabilmente espressa in costrutti spesso impietosi, crudi, affilati. Chi conosce la poesia e la narrativa di questa autrice fuori dagli schemi si immerge dunque in una scrittura non adusa a scorciatoie, perifrasi, circonlocuzioni, edulcorazioni, scrittura che insiste sul malessere d’amore con asciutta lucidità, e di questo mal-essere evidenzia passate e presenti ferite, ulcerazioni, cicatrici non compiutamente rimarginate.

Nel romanzo   Tu singolare (Catartica, 2023), privo di trama e dialoghi, la voce narrante   mette in scena lo spazio-tempo d’una femminilità non assoggettata a modelli culturali e sociali tradotti in ereditata educazione sentimentale passiva; piuttosto, il corpo femminile qui reclama il diritto a essere guardato, cercato, desiderato intanto che la ragione rivendica la scelta di un’auto-appartenenza che liberi dal giogo sentimentale imparando la disciplina. Con l’esercizio posso fare a meno di te.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          A un Tu e a un Lui, questo libro strutturato in monologhi in prima persona singolare, l’io narrante si rivolge in sequenza alternata e su due diversi piani temporali: Lui è il passato, il già stato, il ricordo; è l’insieme delle fallimentari esperienze amorose o più semplicemente la figura maschile precedente un Tu, l’amore del presente che in qualche modo reitera, ricalca e riassume in comportamenti, atteggiamenti la mancanza di dialogo e di attenzione: Parlami prima e dopo l’amore. Parlami durante. Dimmi quale viaggio stiamo facendo. Dove stiamo andando. C’è un luogo di parole dove tu ti ostini al silenzio. E ancora: Tu sei la mia idea distorta dell’amore. Di me non ti fidare, vale a dire: ogni sopportazione ha un limite. Della complessità delle dinamiche relazionali tra i sessi Angela Bonanno espone, con la sua scrittura ricca di un vitalismo spasmodico vieppiù alimentato da immagini e locuzioni fortissime, volitive, la ricerca di liberazione e appagamento delle “Donne che corrono coi lupi” (titolo del  saggio antropologico di Clarissa Pinkola Estes). Donne che abbracciano la ribellione, che sovvertono quell’ancora (purtroppo) perdurante convinzione (non solo maschile) che al genere femminile, per tradizione, abitudine, educazione sentimentale, si confà la sottomissione emotiva, corporale, e finanche intellettiva. Invero, in questo romanzo la penna arguta dell’autrice mette a fuoco le istanze e i bisogni del corpo fisico-psichico, a cominciare dal respiro, dal fiato da non sprecare invano; ne consegue il naturale istinto di conservazione, alimentato da ininterrotte, quotidiane riflessioni intorno a quel sentimento che investe il vissuto di ciascuno, e che alimenta aspettative di dedizione non sempre pienamente corrisposte. Al di là della liquidità psichica che intride queste riccamente argomentate belle pagine, è necessario dire che la voce narrante non è soltanto voce che di sé e dell’altro scrive, ma anche sguardo interno/esterno che si sposta, che indaga e ragiona sui segnali, sui comportamenti omissivi dell’altro. Per non perire nel territorio insidioso, quasi ostile della vita sentimentale, la protagonista di questo romanzo esplicita giudizi sinceri, sanguigni, impietosi anche verso sé stessa; libero da mielosi sentimentalismi, il ragionamento d’amore si nutre dunque di un lapidario alfabeto poetico di singolare pregnanza, ed è, come del resto nella vasta produzione poetica di Bonanno, disincantato e crudo strumento di analisi (Lui stanca come tutte le città sconosciute quando le hai conosciute) e di asciutta ironia di fronte  al dolore della solitudine: Esperta in abbandoni. Esperta in tagli netti.

 

Breve nota biobibliografica Angela Bonanno, scrittrice in versi e in prosa, vive e lavora a Catania. In narrativa ha esordito con Antologia della malata felice (Forme Libere, Trento, 2011), romanzo premiato con la Segnalazione Speciale della Giuria Premio Brancati 2012.  Con Catartica Edizioni, nel 2018 ha dato alle stampe il romanzo Prima dammi il pane. Numerosi i riconoscimenti per la poesia edita. Con la casa editrice “Paso de barca digital” ha pubblicato l’antologia in spagnolo, “Dejadme en paz Poemas escogitos” (2012). Sue poesie sono inserite in varie antologie e tradotte in polacco. 

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