Anteprima
Catalogo d’amore, Le Farfalle Edizioni (2016) è il nuovo originalissimo libro di Angelo Sturiale, in uscita prossimamente. Musicista e artista visivo, nasce a Catania dove ha conseguito le lauree in Lettere Moderne e Pianoforte. È stato compositore invitato e artista-in-residenza presso: Conservatorio Trinity Laban di Londra, Conservatorio Superiore di Musica di Zaragoza, Conservatorio de Las Rosas di Morelia (Messico), Tokyo National University of Fine Arts and Music (Giappone), Darmstadt Ferienkurse für Neue Musik (Germania), EMS Studios di Stoccolma (Svezia), OMI Summer Residency di New York (USA), Bellagio International Village (Italia), Iceland Academy of the Arts e Kolstadir Art Centre (Islanda). Le sue ricerche teoriche e opere musicali sono state sostenute da istituzioni quali Rockefeller Foundation, Unesco-Aschberg, Ministero degli Affari Esteri Italiano, Swedish Institute, Canon Foundation Japan, Pépinières Européennes, Zeitklang. Ha pubblicatoTempeste di Te, per Algra Editore, 2015. I suoi quadri sono stati esposti in Italia, Stati Uniti, Messico e Islanda. È visiting professor di discipline teorico-musicali presso l’Istituto Tecnologico di Studi Superiori di Monterrey, Messico.
Come nasce l’idea del libro Catalogo d’amore?
Da tempo vagava nebuloso ma pulsante, tra le mie idee creative legate alla scrittura letteraria, quella di un corposo poema narrativo dal sapore epico e universale, assai denso e musicale nella prosodia e nella sua forma e struttura, seppur scritto in un linguaggio contemporaneo. I contenuti tematici non erano ancora chiari, ma l’architettura sonora dell’intonazione nella lettura e l’idea generale della sua fluidità nei meccanismi della scrittura invece sì, quelli erano in qualche modo già delineati nella mia immaginazione e obbiettivi creativi. Poi, a maggio dell’anno scorso, irrompe senza indecisioni e con mia grande sorpresa, il fulcro concettuale del libro: un “catalogo ideale” delle tipologie più diverse di affetti e sentimenti, di sogni e desideri realizzati o repressi, di meccanismi psicologici e ambivalenze, di gioie e traumi indelebili, di aspettative tradite e conflitti, di impotenze e delusioni, di successi e fallimenti vissuti nei rapporti di coppia. Attraverso un linguaggio fortemente emotivo e spietato della coscienza, ho cercato quindi di presentare senza filtri e censure le più diverse riflessioni e considerazioni legate ai tanti temi erotico-sentimentali che ruotano attorno il complesso e delicato mondo delle relazioni amorose. Nella scrittura del libro, rigorosamente non autobiografico, ho cercato utopicamente di classificare in maniera essenziale, i più variegati e contrastanti stati emotivi ed esperenziali degli innamorati, ispirandomi pure a racconti ed esperienze ricorsive che ho osservato in varie occasioni, cercando in qualche modo di canalizzarli “statisticamente” in categorie espressive e concettuali.
Un libro, quindi, in cui i lettori possono rispecchiarsi?
Uno degli obbiettivi estetici era proprio questo infatti! Ovvero, dare voce alle verità nascoste o inconfessabili della coscienza innamorata, che molto spesso, schiava delle paure e fragilità più umane e ancestrali, nella quotidianità o superficialità dell’esistenza, tace o si autoinganna per codardia, distrazione, incapacità o egoismo: il risultato è un viaggio poetico e psicologico per forza di cose profondo e affascinante, lirico e cinico, dolce e crudele; un’avventura dentro gli abissi della psiche e del corpo in preda di Cupido, una scrittura e lettura poetica dell’anima alla ricerca di spiegazioni e conforti, analisi e interpretazioni dei comportamenti e pensieri di chi ama o ha amato tanto, ma anche di chi non può o non vuole più amare, di chi non è capace o non riesce più ad amare.
Perché la necessità di adoperare registri e toni spietati quando si affronta un tema così bello come l’amore?
Perché l’amore è un universo in cui coesistono forze costruttive, ma anche distruttive, in cui diciamo a noi stessi e ai nostri amanti le cose più dolci ma purtroppo anche quelle più atroci, è un mondo attraverso il quale proviamo una serie di sentimenti estremi, le gioie e i dolori di una vita intera, e da cui strutturiamo spesso il senso, il disegno e le scelte di una vita intera… Le gelosie, le violenze quotidiane, le separazioni, i traumi, i ricordi incacellabili e le ferite affettive non sono forse tutte provocate dalla spinta iniziale dell’amore? Nel mio libro ho voluto affrontare le tematiche più ricorrenti e i tanti stati e strati emotivi che si sperimentano durante le relazioni amorose, utilizzando intenzionalmente il linguaggio “onesto” e fluido della coscienza che sente ed elabora spesso i pensieri più terribili e indicibili sull’amante, spesso pur continuandolo ad amare, o illudendosi di amarlo. Ed è per questo che nei paragrafi del libro, accanto agli inevitabili ritratti solari, ideali e romantici di amanti compiutamente e sinceramente innamorati, sono delineati pure gli stati d’animo conflittuali e crudeli con un linguaggio cinico e spietato, lo stesso linguaggio dell’anima o coscienza senza filtri e censure che si adopera quando si sperimenta l’abbandono, la rabbia, l’ira, la delusione, l’incomprensione, la frustrazione e l’impotenza per un amore che non ci ama più come avremmo voluto, o un amore che con violenza siamo disposti a distruggere in vari modi pur di tenerlo distante dalla nostra vita, o un amore che si fa soffrire persino amandolo troppo.
In che maniera Catalogo d’amore è relazionato al mondo della musica?
È relazionato a diversi livelli: anzitutto a livello fonetico e prosodico. I paragrafi sono stati scritti con la finalità di ottenere, durante la lettura (eventualmente teatrale!), una fluidità musicale “classica”, “epica” appunto… E in alcuni casi le strutture narrative sembrano ricordare persino quelle di alcune canzoni! Pur essendo il “Catalogo” un libro di prosa (anche se non un romanzo convenzionale), assonanze, corrispondenze, figure retoriche e continue metafore tra le frasi, sono assai presenti. La musica o musicalità è percepibile anche a livello strutturale attraverso un preludio, un interludio e un postludio. Nel preludio (una sorta di introduzione o prologo) è Amore, che mediante astratte allegorie o fantasiose metafore, parla a sé stesso e svela al lettore l’approccio mentale ed estetico con cui leggere il testo, prepara in qualche modo il clima emotivo e concettuale adeguato alla lettura del libro, con la finalità di canalizzare lo spirito interpretativo del lettore dentro il flusso verbale densissimo dei paragrafi che compongono il libro. Nell’interludio, tra la prima e la seconda parte del libro, appare invece un testo in cui è lo scrittore “impersonale” o astratto dei paragrafi, che monologa tra sé e sé, o dialoga con l’elemento primordiale del libro, ovvero la carta, vera innamorata ideale e conflittuale di chi scrive… Nel postludio infine (una sorta di postfazione poetica o epilogo), ci si rivolge al lettore “ideale” del libro, attraverso un lungo elenco di considerazioni riassuntive riguardanti il testo, di sollecitazioni riflessive e interpretative che scaturiscono durante e alla fine della lettura del libro. È come se avessi voluto accompagnare il lettore alla fine del libro, ovviamente sempre sotto forma poetico-letteraria e perché no anche provocatoria, aiutandolo a “ordinare” appositamente le sue inconsce o distratte analisi, suggerendogli forse persino delle barriere concettuali e metodologiche utili a delimitare i suoi tanti pensieri scaturiti dalla lettura della complessità del testo. Insomma, una riflessione critica, metatestuale in forma di poesia, ma non più sui sentimenti e stati d’animo dei paragrafi, ma sul senso e motivo della loro organizzazione come libro.
Credi che dentro la classificazione delle relazioni amorose da te proposta, al di là della loro universalità sincronica e diacronica, ci sia uno spazio contenutistico specifico per riflettere sul mondo degli affetti e sentimenti della nostra contemporaneità?
Certamente… Non posso negare che nel libro, attraverso le mie lenti di uomo e artista di questo tempo, siano presenti tratti caratteriali e comportamentali degli amanti indubbiamente tipici di questa contemporaneità. Nel libro non sono specificati nomi, sessi, luoghi, oggetti, ma stati d’animo, riflessioni e invettive che ho cercato di far esprimere a diversi profili esistenziali, a diverse interiorità e persino tipologie fisiche di amanti. Tante sono le occasioni di analogia tra gli elementi conflittuali o problematici del nostro tempo legati alla comunicazione interpersonale e il mondo dei sentimenti ed erotismi al di là dei tempi e culture. Ovviamente il mio è stato un tentativo selettivo, “poetico” di classificazione, non scientifico… Non credo sia possibile trattare in maniera sistematica ed esaustiva un tema così complesso come quelle delle relazioni d’amore… Più che altro ho voluto far immergere il lettore nel mare di caos e ricchezza, di imprevedibilità e interrogativi, di contraddizioni e ripensamenti, di cui le relazioni di coppia si nutrono a diversi livelli e momenti della loro esistenza.
Per concludere, come si inserisce la scrittura di Catalogo d’amore nella tua ricerca di compositore e artista visivo?
Tra il 2014 e il 2015, ho lavorato per un anno intero esclusivamente alla mia opera visiva “Poema Orizzontale”, un grande e complesso disegno a colori ispirato e complementare all’omonimo poema pubblicato nel mio primo libro-diario poetico “Tempeste di Te” (Algra editore). In seguito, ho sentito il bisogno di cambiare disciplina artistica, dedicadomi appunto alla scrittura del mio “Catalogo d’amore”, per un altro anno, tra il 2015 e il 2016. E conto già nei prossimi mesi di lavorare ad una grande opera musicale in cui adopero per la prima volta interamente suoni elettronici con risultati sorprendenti e atipici nella mia ricerca come compositore. Scrivere il “Catalodo d’amore” è stata però per me un’esperienza profonda e personalissima sia di riflessione e silenzio, che di confronto e dialogo col mondo esterno. È stato esaltante scrivere, leggere e rileggere infinite volte i paragrafi, correggendo spesso ossessivamente le minuzie e i dettagli sintattici e fonetici come ho sempre fatto d’altronde con la musica su pentagramma, ma in questo caso con la finalità di rispettare l’obbiettivo “musicale” del libro, ovvero l’indispensabile fluidità nell’intonazione e lettura, come se a leggere fosse un cantore o bardo lontano nel tempo e nello spazio, come se al lettore gli si suggerisse attraverso una forma di oralità tutta contemporanea, di memorizzare le frasi del libro solo attraverso l’ascolto mediante una forma di canto universale.
PRELUDIO
(da Catalogo d’amore, Le Farfalle Edizioni, 2016 )
O mondo che dall’amore mi hai dato la vita, o Amore che hai nutrito immaginazioni e deliri, che hai sfamato desideri e realizzato sogni, che mi hai permesso di compiere i viaggi fisici e interiori più belli, e le avventure più estreme tra pericoli, geografie e istinti; amore tattile o mentale che hai eccitato i miei pomeriggi e stancato il mio corpo con piaceri e idealismi: dedico a te, regalandoti tempo prezioso e vibrante energia, questo diario di densi pensieri, di accorate lettere senza destinatari, di tristi monologhi, di serene riflessioni e dettagliate cronache d’amore, che come un catalogo da leggere o sfogliare senza un ordine di linee e programmi, ricorda esperienze e anni senza storie precise. E senza fare menzione di nomi o di luoghi, di età e di sessi, insegue un utopico o ideale progetto: quello di ricostruire cioè, dal caos più felice e indistinto, una probabile mappa dell’umano sentire senza regole o giudizi, un florilegio di entusiasmo e creatività che alimenta il tuo intimo mondo di contenuto e senso. O Amore come supremo elemento di questa vita senza alcun senso, amore imprevedibile e senza alcuna certezza, precario e portentoso nel sorprendere e insegnare, nel rovesciare dogmi e abitudini invertendo assiomi o teorie, lèggiti qui tra questi versi imbevuti di noi, e rispecchiati se vuoi tra le trame e vicende di queste presenze, frutto di ricordi e analisi, memorie e ferite, desideri e promesse. E abbandonati a te stesso, riappacìficati col tuo passato e rassegnati al tuo destino tracciato da tempo: tu forgi ogni cosa, ogni scelta, ogni disagio, ogni disumana richiesta d’affetto, tu sei un motore con ali invisibili e una foresta immensa, sei uno schiaffo e un terremoto, un pugnale che coglie di sorpresa, un uragano che rimescola equilibri e li ridefinisce poi senza nessuno schema o scadenza. Lèggiti e rispecchiati in quest’opera lirica, tra i recitativi e arie di questi brevi paragrafi, anche se non gradisci le parole forti e le crudeli metafore. Bèviti e màngiati il fulcro della tua ignoranza e la sostanza più ricca di ogni sapienza, non cercando scuse o alibi per difendere i tuoi punti deboli e ostentare verità e certezze: le tue sicurezze sono cieli apparenti, sono muri precari i tuoi falsi traguardi. Sbandiera al mondo semmai la tua leggerezza e la tua inconsistenza di fronte a denari e ricchezza, lascia andare e fuggi via stanotte dal tuo noioso guscio di vittima ferita e offesa. Più forte e pesante di ogni umano paradigma, scardina ti prego con ogni energia ogni ritratto statico di te, ogni sacrificio inutile, ogni vano valore. Rassegnati dunque ed esaltati da solo, prenditi in giro ma proteggiti pure, rispettando il tuo ruolo! Il mondo aspetta, o Amore caro, e con esso questo libro assai caro e i delicati racconti o i resoconti affettivi di una vita all’inferno, riformulando annose e disperate domande. E attendi pure paziente una grande valanga di inaspettate e creative risposte da un paradiso immenso di sorprese e regali e carezze, nonostante pianti e dolori, delusioni e ferite, ripensamenti e angustie. C’è un posto per tutti noi tra i tuoi rifiuti e abbracci e tra le pieghe dell’intelletto e dell’affetto che è capace di toglierti e donarti in qualsiasi momento, senza alcun avviso, senza alcun permesso. Se ci riesci ancora, se hai ancora del tempo, continua a leggerti allora e medita se puoi, Amore innamorato di te stesso. E tira fuori i tuoi pensieri più belli e atroci: senza rimpianto, senza difese, senza lacrime e illusioni.