Progetto MacS: un ponte tra passato e futuro

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Un prezioso esempio di valorizzazione del passato proiettato verso un futuro dedicato alla Bellezza e all’Arte. È il magico connubio che ha accompagnato la nascita del MacS – Museo di Arte Contemporanea di Sicilia – nell’idea dei suoi principali animatori Alberto Agazzani, storico dell’arte, critico musicale e curatore senior del progetto, e Giuseppina Napoli, Direttrice del Museo.

Mai come in quest’occasione uno spazio museale – la Badia piccola del Monastero di San Benedetto di Catania, sita nell’incantevole scenario dell’arco di San Benedetto in Via Crociferi e per la prima volta aperta al pubblico assieme al Parlatorio e alla Domus Romana – ha incarnato in modo più efficace lo spirito del progetto artistico inaugurato venerdì 28 giugno. Esso nasce – sottolinea Agazzani nel corso della conferenza stampa di giovedì, alla vigilia dell’inaugurazione ufficiale – con il preciso intento di “presentare al pubblico solo opere di indiscusso valore espressivo, di far risorgere la funzione estetica ed etica originaria dell’opera d’arte”, di ricreare la sacralità di “un’arte intesa come dialogo intimo con l’Altrove”, contatto con una spiritualità che cozza con l’attuale mercificazione del “prodotto” artistico, ma che si addice perfettamente a uno spazio di contemplazione come quello dell’antico monastero barocco. Monastero che – aggiungiamo – ha ispirato il nostro Verga e, in tempi a noi più vicini, il regista Zeffirelli per l’ambientazione del film “Storia di una capinera”. Ma arriviamo all’oggi.

Un ponte tra il passato e il futuro dunque. Dove il futuro non è qui rappresentato esclusivamente dalla disponibilità di spazi espositivi finalmente dedicati all’arte contemporanea, ma anche dall’oculata scelta inaugurale: l’esposizione, a partire da venerdì scorso fino al 15 settembre, della collezione del giovane artista catanese Alfio Giurato.

Trentacinquenne catanese di indiscusso talento, Giurato vive e respira questi luoghi e quel passato fin da adolescente in quanto ex allievo dell’Istituto d’arte sito fino a pochi anni fa in via Crociferi. Brillante studente dell’Accademia di Belle Arti, si laurea in Decorazione pittorica con il massimo dei voti nel 2005 per poi dedicarsi a tempo pieno ad un percorso artistico e interiore dagli esiti promettenti. “Furia corporis” è il titolo della sua collezione di “pitture scolpite”, come l’autore stesso le definisce; undici oli su tela e su tavola che ruotano intorno ad un unico motivo di fondo: la ricerca drammatica di un nuovo Umanesimo, di quell’Altrove cui si accennava poc’anzi, di sprazzi di luce nel buio della nostra epoca, attraverso la tensione di corpi nudi, di uomini muti e senza sguardo, che paiono divincolarsi nel disperato tentativo di liberarsi dalla costrizione della materia e dalla prigione del corpo. Una dimensione metafisica tutta interiore, cui allude anche l’assenza di ambientazione realistica, e una pittura che rifiuta la ritrattistica semplice ed il naturalismo per guardare forse all’espressionismo d’oltralpe.

Emilia Giuliana Papa

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Il curatore del MacS, Alberto Agazzani, e il Direttore del MacS, Giuseppina Napoli (foto di Alfio Bonina)

 

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