Cetty Previtera, con la sua Primavera ‘ squama la pelle della realtà’

Cetty Previtera in studio foto Tommaso Comisi

Cetty Previtera_Primavera’ è il titolo della personale che, sabato 20 maggio, sarà inaugurata alla Quam di Scicli. Sebbene sia la prima personale della pittrice siciliana, la mostra è curata da Marco Goldin, uno dei più importanti e indiscussi curatori italiani, famoso per i più grandi eventi sull’Impressionismo degli ultimi 25 anni che, nello stralcio che riportiamo,  scrive: “Cetty Previtera ha dipinto quadri come aquiloni galleggianti, e anche di più sprofondanti, su un immaginato mar dei Sargassi. Azzurri e solo azzurri, tutti tramati di un muschio iridescente che individua però il giardino, il folto e la montagna che sale piuttosto che la subacquea immersione nel cosmo rovesciato. Talvolta alla maniera quasi dei Nabis, di un Vuillard o di un Bonnard, Cetty squama la pelle della realtà, la fa continuamente vibrare di apparizioni e sostanze, nel desiderio di entrare sempre più dentro il vedere. Perché quello che lei annulla, è a questo punto il senso tradizionale di quel vedere, quel senso che si tramanda dal naturalismo ottocentesco in poi. Cancellata l’idea dell’usuale e usurata veduta, si sposta al centro di tutto”. “Una stella nascente e una mostra emozionante – aggiunge Antonio Sarnari di Quam a cui abbiamo lavorato un anno intero, che risponde perfettamente all’approccio sensibile alla pittura e offre una condivisione molto trasversale, che tocca le corde di amatori e cultori della pittura”. Il progetto ha impegnato a lungo l’autrice siciliana, che ha realizzato opere di dimensioni ragguardevoli, e propone una vera immersione nella Natura, quella dei boschi etnei, a volte sentieri cari all’autrice, a volte luoghi quasi fiabeschi, dove i personaggi e la civiltà appaiono quasi solo sui titoli delle opere. Quaranta opere recenti, prevalentemente oli su tela di grandi dimensioni, che hanno come soggetto la Natura, i boschi e i colori di una Primavera siciliana voluttuosa. Ambienti che la pittrice vive quotidianamente, attorno alla propria casa sulle pendici dell’Etna, i quali le hanno fornito una tavolozza di centinaia di colori cangianti e molto forti, come le emozioni durante le passeggiate. Al cuore della mostra una tela monumentale, di quasi tre metri per due e mezzo, dove il bosco svela una città avvolta dagli alberi; “una sorta di castello delle fiabe, dove – conclude Sarnari – l’essere umano emerge appena, dietro il profilo geometrico di qualche finestra, anch’essa avvolta di Natura”.  

Vai per boschi sempre 2016 foto Franco Noto

Parola d’Artista 

Sono nata in Svizzera nel 1976, nipote di nonni emigrati, figlia di genitori siciliani. Da bambina, con tutti loro, mi sono trasferita in Sicilia, dove ho presto ritrovato le mie radici, e dove vivo tutt’oggi, alle pendici dell’Etna. Anni fa mi sono laureata in Scienze della Formazione all’Università degli Studi di Catania e successivamente ho conseguito un Master in Comunicazione e Linguaggi Non Verbali. Sono stati studi di ricerca anche interiore, e forse questo bisogno di conoscenza intima mi ha portata ad approfondire, poi, lo studio della pittura, che è il mio modo di entrare in contatto con la parte essenziale di me. Dopo aver frequentato gli studi di alcuni pittori siciliani ho incontrato i maestri Giuseppe Puglisi e Piero Zuccaro. L’incontro con loro, con la pittura come pittura, con la storia dell’arte pittorica, si è rivelato cruciale per la mia formazione artistica.  Con loro, la mia ricerca personale si è intimamente legata alla ricerca pittorica in sé.

Posso dire, oggi, che il mio lavoro è la pittura. È una ricerca continua, incessante, difficile, storica. Con la pittura cerco e creo legami, ricucio ferite. L’esaltazione che nasce dal giocare con le cromie, con le incrostazioni di colore, con i graffi, con i segni, ha dell’impagabile. La ricerca del soggetto sovente mi confonde, ma è la pittura che, infine, accoglie qualsiasi cosa, se la lascio fare. Credo, dall’esperienza, che la pittura possa essere ricerca spirituale, e che trovi in noi un canale di passaggio per esistere. L’ascolto, l’assenso, il farsi veicolo, possono condurre alla creazione di una realtà nuova e indipendente che, meraviglia, prima non esisteva. Succede poi spesso che la nuova realtà, anche se già creata, io non la riconosca come subito compiuta. Il lavoro allora si conclude da sé, riposa, decanta, senza essere visto, finché improvvisamente viene riconosciuto dal mio sguardo.

Giardino a nord, 2017 foto Franco Noto

I miei lavori legati alla natura, appartengono ad una natura spesso poco contaminata, forse abbandonata alla propria autonomia. Luoghi in cui, tra rami ed erbe, poco se non nulla è certo e definito dall’uomo. Questo senso di casualità, di libertà, lo ritrovo nella pittura, dove spesso lascio spazio ad accogliere il caso, i tentativi, i momenti inaspettati. I miei materiali sono quasi sempre grassi e corposi, dai colori ad olio ai pastelli, grassi anche essi, alla tela, spessa e a grana evidente. Tante cose dello spazio pittorico diventano parte del lavoro. Le pause più o meno lunghe tra le stesure fanno in modo che anche il tempo ci metta le mani attraverso l’aria che lentamente cristallizza il colore.

Paesaggio cangiante e scomposto 2016 foto Franco Noto

Il mio Maestro Piero Zuccaro ha scritto di me che “già dalle prime pennellate, l’artista, vede naufragare la forma di partenza. È un compromesso doloroso che spinge a dosare gli elementi pittorici, per giungere ad una stasi non facile, di un equilibrio poetico. È difficile dosare gli elementi della pittura e spesso dobbiamo lottare con il nostro pesante bagaglio tecnico e mentale (…) Previtera dosa gli elementi pittorici con sensibilità e prende decisioni pittoriche che cambiano minuto dopo minuto; è un fare difficile che spinge a tenere in equilibrio la materia pittorica”. Succede quindi che la pittura fa da sé, nasce, s’impone e mi confonde, finché non troviamo, io e lei, un equilibrio di realizzazione. Il colore trova sempre uno spazio sulla tela, anche quando non era atteso. Da tutto ciò, da un continuo mutare delle cose, dai tempi, dall’ascolto, dalle attese, dall’accettazione, dallo sguardo, dal caso, nascono nuove strutture, nuovi equilibri pittorici.

Il bosco e Tommaso, 2016 foto Franco Noto

Breve storia espositiva

Nel 2010 sono selezionata tra i finalisti del Premio Nazionale delle Arti a Napoli. Alla fine dello stesso anno espongo alla Galleria d’arte Lo Magno di Modica per la mostra collettiva L’Unicotratto, curata da Piero Zuccaro e nel 2011 alla Galleria La Vite di Catania. Nello stesso periodo, a Vittoria (Rg) partecipo alla mostra itinerante Il Dogma del debito, a cura di Ivano Pino e Gianluca Gulino di Spazio InStabile. Nuove collaborazioni mi portano ad esporre presso diverse gallerie siciliane. Tra queste le esposizioni collettive curate da Natale Platania e la bi-personale Cube Project presso le Quam a Scicli, a cura di Antonio Sarnari. 

Nel 2014, in occasione dell’esposizione de La ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer a Bologna, partecipo alla Mostra Attorno a Vermeer, a cura di Marco Goldin.

Nel 2015 sono parte della collettiva Realismo Informale a cura di Antonio Sarnari alle Quam di Scicli (RG), un’importante opportunità di dialogo e confronto tra artisti informali contemporanei che ancora prediligono la materia pittorica e la poetica.

Primavera, a cura di Marco Goldin, con progetto di Antonio Sarnari, è la prima personale. Verrà inaugurata alle Quam a Scicli (RG) il 20 maggio 2017 e sarà visitabile fino al 25 giugno 2017.

 

 

 

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