CINQUE CASI CLINICI

Arduino Cantàfora, Finestra II, 2016

rubrica, inediti d’autore

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Nella coesistenza più o meno pacifica dei contrari alberga un nodo che costringe lo sguardo a capovolgersi, una sorta d’interrogazione assunta in una simulata serietà fino all’assurdo, un’antifrasi ambigua che evidenzia l’insostenibilità di ciò che simula di sostenere o la validità di ciò che finge di disapprovare. La commistione, il passaggio rapido tra l’afflizione e l’ilarità, scoprendo il comico nel solenne cassa la reiterazione, l’automatismo, la meccanizzazione del vitale come squarcio della quotidianità, di ciò ch’è considerato norma e regola consolidata. Un senso di liberazione che, per un attimo, accantona il senso comune a favore di un’impressione: l’esplosione di un disordine in concorso di lacrimosità e allegria che suscita stupore, un movimento rotatorio e una cesura dell’immagine che riorganizza le funzioni originarie, le sostituisce, le rigenera – come un trucco.

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Caso clinico n. 0

Sintomi:
il paziente mostra forme di verbosità progressiva, sorsi d’asfissia, una facies caratterizzata da marea-gabbiani-cuore-lunaplena-ammore-pratoinfiore-sognid’alba, agogna pacche sulla spalla.

Diagnosi: sindrome da mania teleologica
con acutizzazione viscerale dell’io pubblicitario e tendenza alla cronicizzazione

Esami ematologici: tracce di grooming

Piano terapeutico:
– riportarsi a un punto, segno e quadratura (un’infusione al mattino e una a sera)
– svolgere porosa la membrana oppure è chewing-gum masticato (alla bisogna)
– mancarsi (vale a dire consegnarsi)
– schizzare l’accadibile senza rinnegare il fuoco o il sangue (a stomaco vuoto)
– la silenziosità deve aprirsi impercettibile come convocazione rifiutante chiacchiere (sine die)
– far vibrare pause nella partitura (all’occorrenza, dopo il miglioramento sintomatico)
– trasfigurare il bordo dianoetico in un rimando al suono (tre volte al dì per tre giorni a settimana nelle tre settimane successive e per tre mesi fino a un massimo di tre anni. Ripetere il ciclo per tre volte trentatré)

Si riserva la prognosi: il paziente mostra resistenza alla terapia e difficoltà nelle accezioni, mandate e reazioni così come si verificano secondo necessità.

Profilassi: quarantena da ripetersi ad ogni riacutizzazione sintomatica per alto rischio di contagio nei lettori sprovveduti.

Si consiglia riduzione chirurgica dell’io psicologico-sociale

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Caso clinico n. #

Sintomi:
il paziente riferisce una coazione all’uso di strumenti ottici al fine di ottenere immagini di cose archiviabili su supporti elettronici o, raramente, stampabili su supporti cartacei per dare corpo a fatti di nessun conto;
esibizione spasmodica su schermi e non-luoghi virtuali d’istantanee quotidiane e ordinarie come pietanze e vettovaglie, animali domestici, vegetazione, parti del proprio corpo;
frenesia d’ingentilire le suddette figure con ritocchi, filtri e saturazioni delle tinte per un’ansia galoppante da consenso;
confuso senso d’attesa trepidante dell’approvazione e del gradimento pubblico.

Diagnosi:
morbo del feticcio immaginale da disfunzione democratizzata del mezzo fotografico con sovraeccitazione del nervo ottico ad andamento passivo-aggressivo e periodica ripercussione sull’io psicologico-sociale.

Piano terapeutico:
– immaginare d’essere un’immagine in un mondo senza immagini tutte le mattine appena svegli.
– mettere a fuoco la sospensione che sta dietro l’immagine, collocandosi in quell’esitazione tra il senza-immagine e l’essere-immagine dell’immagine, tutti i giorni, mattina e sera, per ogni battito di ciglia.
– spegnere il mezzo elettronico a disposizione e nascondere accuratamente la batteria.

Per i casi più resistenti e refrattari alla terapia si consiglia di rimanere a letto, in una stanza priva di luce, ad occhi chiusi preferibilmente dormendo fino alla regressione sintomatica.
In alternativa, il paziente può svolgere atti quotidiani così abietti da obbligarsi a non salvarli nella memoria – né psichica né digitale – per un moralistico senso di vergogna (secondo il principio: extremis malis, extrema remedia)

Prognosi: evoluzione infausta.
Nel caso in cui il paziente, dopo un mese di trattamento, mostrasse una riacutizzazione sintomatica si consiglia la sua dislocazione, da temporanea a permanente, in una comunità Amish.

Profilassi: formattazione dei congegni elettronici sovraccaricati da file JPG e JPEG, GIF, PNG, TIFF e immagini vettoriali tipo SVG. Poi gettarli in mare dopo averlo fotografato come trattamento sperimentale d’impatto.

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Caso clinico n. 1,2,3,4,5,6,7,8,9…

Sintomi:
il paziente riferisce di piagnucolii e titillamenti a ogni impulso e feromone, mostra i segni di uno struggimento al petto e smania di comunicarlo con sospiri, rigurgita fantasmi tracimando borborigmi della forma.

Diagnosi:
patologia da compressione d’egotismo attivo persistente accompagnata da fasi stagionali di riacutizzazione degli ahimè, tendenza grave alla soggettivazione e a una severa identificazione con le funzioni organiche.

Gravissimi segni di morbo d’essere che spingono il paziente a divulgare il suo prodotto fisiologico alla maniera d’un pubblicitario.
Da moderata a grave la coincidenza con un unico se stesso emozionale e/o viscerale.

Piano terapeutico:
– attenzione, lentezza, tocco lieve tutte le mattine per settantasette anni trascorsi i quali si riserva una laparotomia d’urgenza della foga.
– lettura sottomessa senza innestare le vicende proprie, prima e dopo i pasti, tutti i giorni feriali, festivi e prefestivi, con la pioggia o con il sole.
Se la fantasia di confluire in altre vite mostra resistenza alla terapia orale si consiglia una litotrissia dell’illusione di sfuggire al tempo o una laparoscopia diagnostica per la valutazione del grado di estraniazione in altri accadimenti e vicissitudini. Si ipotizza la necessità d’un bendaggio viscerale per il contenimento della paura del divenire.

Prognosi ad functionem riservata: la possibilità di recupero è condizionata dalla capacità di distaccarsi dalle urgenze vitali nell’artificio della posa.
Restitutio ad integrum vincolata dalla disposizione del paziente a separarsi dalla propria eco e dalla flessione di sé dentro se stesso.

Profilassi: isolamento obbligatorio dei casi accertati, bonifica delle acque narcisizzate, disinfezione di specchi e vetrate ad uso pubblico e domestico.

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Caso clinico n. A=πr^2

Sintomi e segni:
il paziente mostra una grave forma di ipercitazionismo progressivo in concomitanza a una cronicizzazione dell’ampollosità verbale di feed-back positivo con la stenosi e l’ipertrofia della capacità raziocinante che si prolunga nella pagina scritta.
Presenta una facies esangue, pupille dilatate e disfunzionali alla messa fuoco, una grave forma di miopia congenita e una permanente secchezza delle fauci a causa di una continua emissione di suoni confusamente articolati dalla cavità buccale.
Grave impermeabilizzazione della corteccia cerebrale a qualsiasi lettura, discorso, lezione o conferenza che impedisce al flusso informazionale di addentrarsi nell’encefalo ed essere metabolizzato nelle fibre organiche.

Diagnosi:
Sindrome da malassorbimento della parola da acculturazione dogmatica e dozzinale associata a blocco del flusso dei concetti che ristagnano per una insufficienza cronica dei processi cognitivi determinanti nella trasformazione dei dati acquisiti in capacità di riflessione e meditazione.

Piano terapeutico:
– riduzione o asportazione laparotomica dell’organo dell’io-so-tutto-io interessato da un’iperplasia da grave a molto grave
– esercizi di empatia e coinvolgimento durante la lettura o l’ascolto (dieci serie da dodici mattina e sera)
– lasciarsi urtare dalle cose e iniziare a percepire gli stati d’animo molteplici che esse producono (ogni due ore per iniezione sottocutanea)
– farsi prendere da uno stato di enthusiasmos quando si giudica bella una determinata cosa (non più di una volta a settimana facendo attenzione al sovradosaggio)
Sospendere immediatamente nel caso si manifestassero effetti collaterali come la slatentizzazione di una doxa perniciosa e fulminate.

Prognosi: riservatissima
Se il paziente non riuscisse a sostenere il peso di separare se stesso dal suo nozionismo per una incapacità di essere contaminato e invaso dai concetti e dalle cose intorno si consiglia il “trattamento del contraccolpo” ossia privare il soggetto dei suoi indumenti, lasciarlo ignudo nelle paludi di Bangweulu e osservare le sue reazioni (così vediamo quanto resiste il suo presunto monadismo)

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Caso clinico n. 2.0 e/o analogico

Sintomi:
il paziente manifesta un senso di gonfiore addominale ad ogni esposizione ai canali informazionali, notiziari, bollettini, quotidiani, gazzettini e rotocalchi;
licoressia improvvisa di qualsiasi associazione, gruppo sociale, gilda e corporazione;
una forma di bulimia cronica da piattaforma multimediale, blog, forum virtuale, motore di ricerca, database, aggregatore di notizie, interfaccia informatica, sito web indicizzato;
oppressione toracica da talk show televisivo e tribuna elettorale;
tendinite acuta delle articolazioni della mano a causa di contrazioni prolungate per l’apposizione di firme e contrassegni a petizioni abrogative, precettistiche o di sensibilizzazione.

Diagnosi:
Sindrome del soggetto socialmente impegnato con interessamento degenerativo dei plessi cervico-brachio-lombo-sacro-pudendo-coccigeo da iperstimolazione informazionale associata a patologia ipertensiva del liquor cefalorachidiano nei ventricoli cerebrali per sovraesposizione a notizie, avvenimenti, dati e fatterelli.
Correlata un’insufficienza della barriera protettiva del sistema nervoso centrale con ristagno dei prodotti di scarto dell’ambiente familiare, di lavoro, bar, condominio, piazza-di-paese conseguente a una forma congenita del morbo dell’opinionismo socio-conformistico-morale.

Piano terapeutico:
– non rinnovare abbonamenti e canoni a televisioni e radio pubbliche e private (consentita sporadicamente la visione dell’Intervallo in bianco e nero con il gregge e il sottofondo xilifonico)
– tenersi lontani almeno cento metri da edicole e chioschi per giornali (per un periodo non inferiore ai trentasei mesi). In caso di contatto fortuito con espositori di riviste a scaletta e bifacciali concentrarsi nella visualizzazione mentale dell’Intervallo in bianco e nero con il gregge.
– vietata la connessione telematica per via telefonica, radiotelevisiva, e-mail e telefax (qualora sopravvenga un irrefrenabile impulso a comunicare è permesso, una tantum, l’utilizzo del telegrafo)
– indossare guanti di cuoio imbottito per ostacolare l’aggiunta della firma a petizioni e richieste associative (in perpetuum et unum diem). L’uso dei guantoni è associato positivamente anche a un calo rilevante di clic sul mouse e di touch sullo screen.

Prognosi: circospetta.
Studi recenti hanno dimostrato che risuona un barbarico mah… sopra i tetti del mondo.

Profilassi:
vaccinazione anti-grooming della specie (ancora in fase sperimentale).