
rubrica, i venti
Cosa è dentro? E cosa è fuori?
Te lo chiederei, ridendo, se tu fossi qui.
Ti indicherei questa città, questa stanza.
E anche tu rideresti.
Fuori non può che esserci la città, lontana.
Luci contro luci.
Ma se tu, adesso, fossi per me, seduto accanto, e io sulla tua spalla, a sussurrarti, come sto facendo adesso, una storia senza fine?
Se tu fossi qui?
E lo sai che non ci sei.
Cosa è vicino e cosa è lontano, davanti ad un gioco di vetro, ad occhi chiusi, dietro ad una musica? (Balliamo?)
Solo una scusa, per non smarrirsi.
Ma tu lo sai, in fondo, che non esistono scuse per quelli come noi. Perché quelli come noi non hanno paura di smarrirsi.
A volte basta trovarsi una volta, per trovarsi per sempre, non perdersi più.
Cosa è vicino e cosa è lontano, adesso, a mesi da quella immagine di noi, dispersi.
Ai ricordi un piano, un taccuino, due giovani che si tengono per mano, ad occhi chiusi.
Ai ricordi piace immaginare.
Potevamo essere noi?