Eleonora Nitti Capone, “Per fede essi chiusero le fauci dei leoni”, Italic Pequod 2023

tre domande, tre poesie 

 

Eleonora Nitti Capone ha conseguito la laurea in Lettere Classiche presso l’università Alma Mater Studiorum di Bologna dove frequenta il corso di laurea magistrale; ha pubblicato Maria dei Meschini (Oltretuttolibri 2018), Primo Fuoco (Musicaos editore 2019), La Parola Buona (Animamundi edizioni 2020) e Per fede essi chiusero le fauci dei leoni (Italic Pequod 2023). Ha partecipato alle raccolte poetiche Sulla Paura – parole in soccorso ai tempi del coronavirus (Animamundi 2020) e I cieli della preistoria – antologia della nuovissima poesia pugliese (Marco Saya 2022). Ha partecipato alla scrittura del brano De Finibus Terrae per il disco Leuca di Rachele Andrioli. È stata ospite in vari festival di poesia come l’International Poetry Festival of Smederevo in Serbia (2023) a seguito del quale alcuni suoi testi sono stati tradotti e pubblicati in serbo. Dal 2019 porta in giro spettacoli di musica e poesia; lavora con il teatro ed il canto. È nata nel 1998 e vive tra il Salento e Bologna.

Questo libro ha già nel titolo la sua profezia, perché imprese come quella di chiudere le fauci dei leoni, ovvero di renderli non più aggressivi, ma mansueti (come solo i santi sanno fare, ammansire le bestie feroci, promessa che si realizza nei cuori che hanno coltivato la pace) equivalgono all’impresa di essere poeti fino in fondo, e di farsi strumento per libri come questo, che sono capaci di indicare una via di luce, una via nella bellezza, in questo mondo dove le tenebre sono ben in vista la portata di tutti. Insomma per tutto questo, serve la fede.

(dalla prefazione di Massimiliano Bardotti)

 

Qual è stata la scintilla che ha portato il tuo “Per fede essi chiusero le fauci dei leoni”, Italic Pequod 2023, meglio: in che modo la (tua) vita diventa linguaggio?

Il libro Per fede essi chiusero le fauci dei leoni nasce in maniera naturale, come gli altri miei libri, da ciò che la mia vita è: (anche) silenzio, domanda, ricerca, scrittura, poesia.
Come da un albero che per sua natura sa fare questo nascono i frutti così nella mia vita nascono gli scritti. Così è ciò che io sento.
Questo libro racchiude nel suo titolo l’idea che tenta di guidarne l’incedere: che ogni uomo, chiunque esso sia, se ispirato da un riferimento più alto e più grande di sé stesso possa divenire capace di compiere l’incredibile, come nell’immagine biblica chiudere a mani nude le fauci aperte dei leoni, oppure ancora molto di più.

La poesia è un destino?

La poesia è sia destino sia scelta di questo destino; è dono di un sentire più fine, più sottile, ed è impegno nel coltivare questo dono ricevuto. Forse, è responsabilità di coltivare questo dono ricevuto, di questo talento, inteso nel suo significato antico di moneta d’oro, di tesoro.

Per concludere, ti invito, per salutare i nostri lettori, a riportare tre poesie dal tuo libro; e di queste scegline una per condurci a ritroso nel tempo, a prima della stesura completa o della prima stesura, per raccontarci quanto “accaduto” così da permetterci di condividere (e meglio comprendere) il percorso che l’ha vista nascere (nel contesto del libro che l’accoglie).

XI

Quando di uccidere ha colpa la mano sinistra

reclusa sarà insieme a lei con il ferro anche la destra

così ciò che io chiedo a te è di non uccidere mai

poiché la tua colpa è la mia ed il tuo peccato

                                                      [è anche il mio

invece sii grande

così, similmente come la colpa, sarà mia

                                               [la tua grandezza

e la mia sarà tua.

 

XLII

Esiste un filo che collega la tua vita alla mia vita

attraverso il quale la vita dentro noi si parla

                                            [mentre noi tacciamo

e questo esiste sempre anche se noi non lo sentiamo

chiunque tu sia, chiunque sia tuo padre e sia tua madre

chiunque io sia, chiunque sia mio padre e sia mia madre.

(autunno ’23)

 

LVII

Spiegami, amore, l’amore mio per te poiché io

                                                 [non lo capisco

questo incendio che mi brucia il petto

ed il fuoco che non lascia distruzione ma abbondanza

che non si estingue dentro il tempo ma rinnova

spiegami, amore, l’amore mio per te

che trasmuta in ogni istante il proprio volto

ed il mio volto dentro lui che trasmuta insieme a lui

e sebbene trasmutato in ogni luogo della terra sempre

                                                                 [è conosciuto

spiegami, amore, l’amore mio per te che non si spiega

ti amai ancora prima di saperti.

 

La seconda poesia che condivido, la numero XLII nel libro, nasce spontaneamente dalla necessità di dichiarare un’unità indiscriminata nelle creature viventi, collegate tutte tra loro poiché tutte collegate alla stessa origine.
Alcune mie poesie hanno una sola stesura, magari con qualche lieve aggiustamento la prima stesura rimane quella esatta e definitiva, perché esse giungono limpide in me, verso dopo verso, in momenti di particolare ascolto. Questa poesia è una di queste, che ho sentito necessaria sin da subito in questi tempi tempestosi e divisivi che tutti noi che siamo al mondo in questo momento stiamo vivendo. 

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