Ercole, poesia di Luigi Taibbi

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Ercole è il nome che un uomo si è dato
scrivendo con lo sputo degli urli
sulle pareti coperte da scudi di gomma
la cella su cui galoppa
cadendo nei buchi che le voci hanno aperto
nei frammenti dell’attività solare.
La droga non basta a confonderlo…
coi pazzi elettrodi saltellanti sui tavoli d’acciaio
che ne hanno fatto marmellata.
Ercole, uno del manicomio.
Progresso!
Evoluzione dinamica!
L’uomo che emerge nella notte
strisciando verso l’alba
e un pallido pallone.

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