Si è da poco conclusa, lo scorso 25 gennaio a Tel Aviv, la mostra “Visibility” di Jeff Wall. Secondo la critica definirlo solo fotografo sarebbe restrittivo, infatti è considerato uno degli artisti più a tuttotondo e innovativi degli ultimi trent’anni. Wall è uno dei pochi a essere riuscito a varcare, attraverso una sottile operazione concettuale, i confini canonici che dividono da sempre la fotografia dalla pittura, dal cinema e dalla video-arte. Un’astuzia che ha il fine di suscitare in chi guarda un senso di spaesamento di fronte ad immagini che rievocano, nelle pose dei personaggi e nelle atmosfere, la più grande pittura ottocentesca e novecentesca. E non si tratta di mera rivisitazione. Chiamato “il pittore” della vita moderna, da profondo conoscitore della storia dell’arte, Jeff Wall ne fa uso allo scopo di rendere atemporale la nostra quotidianità. Infatti, i suoi enormi lightbox retroilluminati ispirati alle installazioni pubblicitarie, sembrano raffigurare squarci di vita accaduti realmente. In verità si tratta di ricostruzioni fedeli realizzate maniacalmente in studio o in esterna, esattamente come accade nei set cinematografici. Wall è inoltre uno dei primi artisti a far uso delle nuove tecnologie digitali per apportare delle rettifiche al fotogramma, una scelta che potrebbe apparire in un primo momento estetizzante. Tuttavia ci si accorge subito che i suoi interventi non sono rilevabili direttamente, così il risultato finale si confonde con la realtà stessa, servita allo spettatore sotto forma d’invisibile reinterpretazione dell’artista. Jeff Wall riesce a “dipingere” tematiche eterne, quali la povertà, le discriminazioni e la violenza, i problemi psichici di ogni classe, le tensioni sociali, travestendole di attualità. E l’utilizzo della fotografia ne potenzia l’effetto conclusivo, per via dell’inevitabile valore documentario a essa intrinseco, ritenuto dal nostro immaginario collettivo più fedele alla realtà rispetto ad altre tecniche artistiche di riproduzione.
Jeff Wall, il “pittore” della vita moderna
Rosario Leotta
È nato a Catania nel 1982. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione si trasferisce a Napoli dove frequenta il master in fotografia Ilas tenuto da Ugo Pons Salabelle. Vive e lavora a Giarre. Premio Arte Mondadori 2011.