Intervista a Luisa Mazza. “L’arte come codice vitale per educare all’Armonia”

Luisa Mazza web

Luisa Mazza, nata a Noto, in Sicilia, vive e lavora a Roma dove ha frequentato l’Accademia di Costume e di Moda. Ha distribuito i suoi interessi tra campi diversi, per poi approdare alla realizzazione di opere pittoriche e scultoree. Ha tenuto la sua prima personale al Centro “Luigi Di Sarro” di Roma nel 2003. Tra le esposizioni più importanti, le personali nella galleria Ellequadro (2005) e al Palazzo Ducale di Genova (2007), alla L.i.Art di Roma (2004 e 2008), alla Città della Pace di Rondine, Arezzo, (2007). Ha partecipato a varie edizioni di Artour-o a Shanghai, Yiwo (Cina) e, a Firenze, dove, nel 2009, ha esposto per la Fondazione Atchugarry e nei musei di Santa Maria Novella e Bigallo. Nel corso dello stesso anno ha inoltre partecipato a Road to Contemporary Art Roma, all’iniziativa della Bloomsbury Auctions “Artisti per Luchu” e ha tenuto un seminario presso l’Università di Tor Vergata, a Roma. Nel 2010 è stata presente nei Musei Borgogna e Leone di Vercelli (evento collaterale Guggenheim).  Nell’estate 2011 ha preso parte al progetto itinerante “Quod erat demonstrandum” in varie città di Umbria e Toscana. È stata tra le 3 protagoniste della mostra itinerante “L’apparenza ambigua” a cura di Giorgio Bonomi, con tappe a Milano (galleria Derbylius), Roma (Centro Luigi Di Sarro), Perugia (Trebisonda) e Napoli. Ha realizzato un’installazione per il Chiostro di S. Matteo di Genova, nell’ambito dell’evento artistico Contemplarte, in concomitanza con il “52° Salone Nautico Internazionale” e ha partecipato alla mostra Italia-Finlandia “Le latitudini dell’arte” a Palazzo Ducale. Ha presentato le installazioni  di notevoli dimensioni “I luoghi della luce”, “Ri-flexus” e “Incamminati” alle tre edizioni (2011, 2012 e 2013) del progetto “Noto – Il Giardino della Bellezza” del quale è curatrice insieme all’artista Marco Nereo Rotelli e per la Fondazione Fiumara d’Arte di Antonio Presti (2013). Tra i riconoscimenti più importanti il premio “Arte Metro Roma” e nel 2007 ha vinto il concorso per opere d’arte bandito dal Ministero delle Infrastrutture per il quale ha realizzato un’opera di grandi dimensioni (www.luisamazza.it).

 

In tre aggettivi, “dipingeresti” Luisa Mazza?

“Determinata, entusiasta, emotiva”.

Qual è (o quale potrebbe essere) l’aneddoto che meglio ti rappresenta?

“Mi viene in mente quel giorno a Roma…dopo aver visitato la mostra di Burri, che adoravo, inebriata dall’entusiasmo, mi ripromisi  che da quel giorno mi sarei impegnata fortemente per costruire solo ciò che avevo sempre desiderato e, per vari motivi, ritenevo impossibile: il mio percorso artistico. Qualunque fatica…! Così è stato. Eccomi in cammino fra difficoltà e gratificazioni”.

Com’è nata (e cosa alimenta) la tua passione per l’arte?

“Direi che la passione per l’arte è nata con me, l’ho inseguita per strade diverse, ed è alimentata da tutto ciò che mi circonda. C’è un grande lavoro di selezione, continuo e anche involontario, che a volte mi conduce a vedere e considerare solo ciò che focalizza il mio interesse in quel momento, con vantaggi e limiti. Fondamentale il confronto con l’universo artistico, dai grandi agli emergenti, dal passato alla contemporaneità”.

Qual è (ad oggi) – tra le tue opere – quella che meglio ti “ritrae”?

“Affidare questo compito ad un’unica opera è restrittivo, ma ci provo. C’è sintonia (stranamente non sempre è così) tra ciò che ho sentito di esprimere e l’opera “Incamminati”, sulla scia di un percorso estetico ed ideale di una evoluzione tendente al progressivo perfezionamento”.

Per Edward W. Said “L’arte non è qualcosa di dato una volta per sempre: la sua esistenza si nutre dell’irriducibile opposizione a tutte le devastazioni della vita quotidiana […]. È il fattore estetico a opporre resistenza ai miei personali sforzi di comprensione, chiarimento, e delucidazione, e a sfuggire alla pressione livellante dell’esperienza quotidiana dalla quale, a ogni modo, l’arte, paradossalmente, trae origine”, per Luisa Mazza?

Fare arte è anzitutto una necessità individuale molto spesso irrinunciabile, un sentire insopprimibile, qualunque sia il risultato, che invece può riguardare la collettività e la storia dell’umanità. Resta nella storia dell’umanità solo l’Arte che al meglio l’ha descritta e/o sublimata”.

Osservando le tue opere sovviene un pensiero di Corrado Augias: “La vita contemporanea, all’apparenza così piena di luce (in tutti i sensi), contiene in realtà vaste zone d’ombra, dove solo la letteratura e le arti sono in grado di penetrare”. È corretto considerarlo uno dei tuoi leitmotiv?

“La luce viene fuori in contrapposizione alle zone d’ombra, ed è la luce che necessita per superarle. Cerco di dare alla mie opere la potenzialità di assorbire e restituire luce (già sottolineata dalle scelte cromatiche e dai materiali utilizzati), per superare la cupezza individuale e del dato reale, come aspirazione a proiettarsi in una dimensione “altra”, luminosa, rarefatta”.

Oggigiorno qual è (o dovrebbe essere) la funzione dell’arte e quali responsabilità deve (o dovrebbe) assumersi?

“Sarebbe meraviglioso se almeno l’arte potesse trasmettere il codice vitale per educare all’Armonia. Trovo nell’arte ben espressi prevalentemente i disagi individuali nel caos collettivo. L’arte, già a volte inadeguata, rischia di diventare una piccola voce trascurata e soffocata dalla coralità degli ingranaggi trainanti e rappresentativi, davvero responsabili del presente e del nostro futuro”.

Luisa Mazza, Ri-flexus - 2012
Luisa Mazza, Ri-flexus (2012)
Luisa Mazza, Incamminati(Genova) - 2012
Luisa Mazza, Incamminati, Genova (2012)
Luisa Mazza, Incamminati (Noto) - particolare - 2013
Luisa Mazza, Incamminati, particolare, Noto (2013)
Luisa Mazza, Sonorità - 2011
Luisa Mazza, Sonorità (2011)

 

 

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