Nasco ossimoro: sono un sognatore realista. Faccio mie le parole di Italo Calvino “ho un rapporto nevrotico con l’autobiografia”; e per quanto mi riguarda credo che autobiografica sia ogni cosa che abbiamo fatto nostra: perfino una strada col glicine in fiore, se abbiamo indugiato a guardare, entra nella nostra biografia.
Mi piacciono le parole di due sillabe e gli avverbi di modo, l’educazione e gli autogrill. Mi piacciono le viuzze che sanno di bucato e pane caldo, i settenari e gli endecasillabi. Mi piace la musica classica, è la mia variante del silenzio.
Divido le persone in due categorie: quelle in gamba e quelle che non lo sono. Mi piacciono un sacco quelli che si alzano al mattino e cercano di dare il meglio di sé.
Ho un pregio: la pazienza, e un difetto: la pazienza. Leggo molto perché mi piace andare lontano restando vicino. Ho sempre letto molto, e in modo disordinato: a otto anni compravo dei libri di fiabe con la paghetta settimanale. Scrivo perché mi piace respirare; perché ho nostalgia di tutti quegli istanti in cui mi sono sentita viva.
La poesia è un urlo che fa a pugni col silenzio. È un qui e ora del sentire. È un modo altro di sentire e vedere. La poesia, come ogni cosa bella, non serve a niente, ma – come ogni cosa bella – offre, offre la possibilità di contattare se stessi e farsi le ossa all’anima. La poesia non dà risposte. La poesia domanda e si domanda. La poesia noi crediamo di leggerla, ma è lei che ci legge nella misura in cui ci riconosce e ci riflette.
I miei versi sono cresciuti con me, nella forma e nel contenuto; il sottotesto è la vita, posto che – per me, la poesia è esperienza di cose, luoghi, persone. Esperienza che si fa visione, evocazione, che si cerca di tradurre poi in senso e suono. Nei miei versi c’è un ritorno di termini, sono nuclei tematici, sono parole che abitano con me, fanno parte del lessico delle mie emozioni.
La vita mi ha insegnato che ho ancora molto da imparare. Sono nata in un giorno di primavera e ci sto provando. Vorrei morire senza disturbare.
La poesia è un urlo che fa a pugni col silenzio
Cettina Caliò
Cettina Caliò è perito commerciale. Ha studiato presso la Scuola Superiore per Interpreti e traduttori di Roma e presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Catania. Scrive poesie e racconti. Ha pubblicato: Poesie (Ibiskos 1995), L’affanno dei verbi servili (Bastogi 2005), Tra il condizionale e l’indicativo (Ennepilibri 2007), Sulla cruda pelle (Forme libere 2012). I suoi libri sono stati presentati al Salone del libro di Torino. Ha ottenuto riconoscimenti in ambito nazionale, e figura con i suoi testi in antologie e riviste letterarie. Scrive per il periodico Zona Franca.
Ha composto una silloge di poesie in dialetto: “I paroli nichi nichi”, che ha ottenuto diversi premi fra i quali: il terzo premio al Concorso Nazionale per dialetti d’Italia Ischitella-Pietro Giannone 2013; il secondo premio al Concorso Nazionale Palermo Cult-pensiero 2011, il secondo premio al Concorso Nazionale Domenico Portera 2011. Il terzo premio al Concorso Nazionale Salva la tua lingua locale nel 2014, quest’ultimo patrocinato dalla Pro Loco d’Italia e dall’Unesco.
Alcuni dei testi della silloge sono stati musicati e cantati da Elisabetta Russo e sono stati parte di uno spettacolo teatrale (Il settimo personaggio) scritto e interpretato da Salvo Miraglia con la regia di Pino Caruso, in cartellone al Teatro San Luigi Guanella di Roma.
Il dialetto rappresenta una parentesi nel suo percorso letterario in italiano.
Ha tenuto un laboratorio linguistico-artistico “Parliamo di Parole” per le classi scolastiche primarie e secondarie di primo grado, il cui scopo era acquisire consapevolezza della forza evocativa della parola, e tentare coi piccoli studenti il passaggio dal pensiero al verso.
Alcuni dei riconoscimenti conseguiti: Primo premio al Concorso letterario Internazionale Omero 1999 per la poesia inedita. Secondo premio al Concorso letterario Nazionale Montemerlo-Padova 2001 per il racconto inedito. Terzo premio al Concorso internazionale Poesia di Strada Macerata 2006 per la poesia inedita. Vincitrice del Naxos Slam poetry nel 2009. Secondo premio al Concorso letterario internazionale Città di Salò 2010 per la poesia edita. Terzo premio al Concorso letterario Aspera 2014. Secondo premio al Concorso Nazionale Novipoesia 2015
Alcune riviste letterarie che contengono i suoi testi: Anthos, La Battana,
Il Segnale, I Poeti del Parco, Viaggi di Versi, Quaderni padovani di poesia.
Alcuni dei commenti critici ai suoi testi e alla sua scrittura: Grande la capacità di questa poetessa di coniugare il verso sciolto in maniera moderna. Le sue costruzioni liriche non eludono mai l’incastro tra ciò che si vede e ciò che si può intuire. (Fulvio Castellani); Singolarissima autrice toccata dalla grazia di una vena comunicativa visionaria e coinvolgente. Un intreccio linguistico misurato e acuto. Polivalenza espressiva di rara ricchezza cromatica. Leggerezza e intelligenza si fondono nella luce della parola poetica. (Eleonora Roncaglia); Per la poesia in dialetto: Scrittura vivida, in dialetto siciliano dell’area catanese, dall’immaginazione esuberante pur controllata com’è nel suo tono di sapienza del vivere. (Tullio De Mauro).