L’infinito Veg è una nuova sezione de l’EstroVerso nata quasi fisiologicamente al nostro “tentativo” di stare nel mondo, un cammino in itinere, tanto irto per via della nostra caducità quanto prodigo di incitamenti. Un cammino che desidera tradurre i passi in parole affinché diventino radici. Questo spazio vorremmo fosse da intendere ora come una boccata di silenzio, quello necessario per riflettere dopo avere appreso, ora come una passeggiata dentro un bosco, ora come due occhi dentro i quali interrogarsi, ora come la culla di un cuore che pulsa, identicamente al nostro. Hic et nunc dentro un canto alla vita universale.
Ed ecco che – lontano da fuochi fatui modaioli -, L’infinito Veg è schiuso a poeti, scrittori, filosofi, artisti, medici nutrizionisti e alimentaristi vegani, naturalisti, cuochi veg, yoghisti, biologi, e, nessuno escluso, tutti coloro che credono (o ricredendosi crederanno) alla sacralità dell’esserci in ogni forma. La via, come insegna Dostoevskij, è la compassione, la più importante e, forse, l’unica legge di vita dell’umanità intera.
Vi diamo il benvenuto con un passo scelto da “Il silenzio è cosa viva. L’arte della meditazione” di Chandra Livia Candiani, Einaudi 2018.
Il sogno della realtà
Per anni, mi ha fatto paura la parola “realtà”. Non per la sua insostenibilità, ma per la sua riduttività. La confondevo con razionalità, burocrazia, adulti, logica, scuola. Non c’erano alberi, né animali, non c’erano giochi, né fiumi. Poi, camminando sull’antico sentiero, ho scoperto che si può essere tessitori della realtà e che realtà significa anche “sogno”, profondissimo, smisurato, appassionato sogno. Ora la sbircio, ogni tanto mi immergo, galleggio, affondo. Sono cosa della realtà. Briciola di misteriosi legami, ogni nodo di realtà rispecchia tutti gli altri e la rete non ha fine, copre tutto quanto, non come un mantello, né come un cielo. Con un velo, che ri-vela.