Il 17 Agosto inaugura al MoMa di New York una grande mostra sul complesso ciclo dell’arte modernista americana che si manifestò dal primo al secondo dopoguerra. Il nome dell’esposizione, che tratterà gli eterogenei punti di vista di circa 50 artisti della collezione interna al museo, cita non a caso due grandi caposaldi della cultura pittorica statunitense: “American Modern: Hopper to O’Keeffe”. “House by the Railroad” di Edward Hopper del 1925 è di fatto una delle opere che maggiormente simboleggiano la nascita di un immaginario visivo comune derivante dai profondi mutamenti sociali che segnarono gli Stati Uniti durante la prima metà del secolo scorso. Il dipinto, ormai icona del modernismo, raffigura una casa sulla ferrovia. Qualche decennio dopo Alfred Hitchcock si ispirò ad esso per l’ambientazione del suo celebre film Psycho. La visione del pittore risulta già ad un primo sguardo alienante: l’abitazione vista dal basso e di scorcio si trova a ridosso dei binari quasi a voler alludere all’invasività del progresso. L’acquerello di Georgia O’Keeffe, Evening Star, No. III del 1917, è antecedente al lavoro di Hopper, ma rappresenta tutt’oggi un’opera d’avanguardia e di grande sintesi emotiva del periodo in questione che trasforma il paesaggio americano in una sorta di ideogramma. La modernità nascente venne pertanto rielaborata dall’arte in molteplici e singolari sfaccettature: Hopper e la sua iconografia influenzata ad esempio dalla neonata cinematografia, O’Keeffe e la sua visione “logotipica” dell’America. All’interno della mostra, che chiuderà i battenti il 26 Gennaio 2014, non verrà tralasciata la fotografia, in quanto uno dei mezzi portavoce del modernismo. I famosi peperoni ritratti da Edward Weston traducono in foto i retaggi pittorici del passato, mentre il taglio giornalistico di Walker Evans documenta con efficacia la situazione sociale e urbanistica dell’epoca.