Sven Kroner, In the Aquarium 1, 2017

rubrica, inediti d’autore

*

La cenere di ieri.

Portami al prossimo treno
non ho bisogno di molto
un finestrino, una poltrona comoda
e margini dove infilarmi

C’è un riflesso tra quelle spighe
Una raccolta di luce dove il sole scompare
muto
arroventando le antenne del secolo scorso
giganti, dove i bambini si stanno arrampicando

Ai bordi vedo gente che parla di una gioia selvaggia
Saziata dalla spinta dell’orgasmo.

Metto un piede giù, la sacca in spalla
Finalmente libero dalla cenere di ieri

*

I nostri figli.

I nostri figli si lanciano nel prato dell’esistenza. Nei loro occhi,
se ti fermi un attimo, puoi scorgere la roccia multicolore
che hai sognato su Venere
o quella volta che abbiamo passeggiato insieme lungo l’ultimo anello di Io
e i nostri piedi sono diventati sabbia e
abbiamo respirato azoto, senza morire.

I nostri figli mangiano cereali e fibre di cioccolato e
vibra in loro una luce da guardare senza occhiali

I nostri figli, quelli di tutti gli uomini,
una moltitudine rombante a caccia di pianeti
stanno correndo dappertutto e
urlano che ci vogliono mollare
perché sono felici anche senza di noi.

*

Passaggi tra le rocce

Lingue di pietra
statue pericolanti
e spazio per l’utopia

Nei denti di una volpe, ciliege
e avvitamenti esponenziali, frullare d’ali, botti
Come di lenzuola che spaccano
il vetro del reale nuotando verso la fonte

Ventole che girano,
pertugi da cui vedo frange di fieno e
verticali di roccia – Porosità.

Una sagoma indecifrabile calcificata.

Eserciti nelle fenditure, i minuti
di un massacro, la musica
di un corno inglese risuona
nell’instante antecedente l’arrivo dei cavalli.

*

Ulisse

Si staglia un mattino chiaro di dissipazione
Simulacri di Dei impegnano l’orizzonte
Ho sentito lo schianto delle spade
la tensione della carne, la
forma regale del granito

mentre con gli occhi coprivo distanze.

Il ferro ha tagliato il cielo.
Ulisse cala una mano verso di me
I polmoni finalmente pieni di aria nuova

Elevarsi, attraversando possibili percorsi.

Finalmente ho chiuso coi miei gli occhi di mio padre.

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