SALA MAGMA CATANIA. In scena “NEL SILENZIO LUNGO DELLA NOTTE” (Santo Calì secondo Salvo Nicotra).

Il Centro culturale e teatrale Magma, diretto da Salvo Nicotra, riapre puntualmente la finestra sul mondo poetico di Santo Calì (ottobre 1918 – dicembre 1972), scrittore, poeta, narratore, saggista linguaglossese che ha saputo dare voce alla gente dell’Etna, alla sofferenza degli sfruttati, al dramma dell’emarginazione e dell’emigrazione, all’odio-amore per la “montagna”, fonte di vita ma anche di distruzione. Il docente – agitatore Santo Calì è stato, con un dialetto siciliano autentico, autore di spiazzante attualità e schiettezza. Ed a 51 anni dalla sua scomparsa, ritorna martedì 12 dicembre, alle ore 21.00, alla Sala Magma, in via Adua 3, a Catania, la performance “Nel silenzio lungo della notte” (Santo Calì secondo Salvo Nicotra), con Antonio Caruso, Donatella Marù, Marilena Spartà e Antonio Starrantino. Lo spettacolo, che verrà replicato il 13, 14 e 15 dicembre, in collaborazione con le associazioni “Terre forti” e “Darshan”, con la direzione della performance di Antonio Caruso ed il coordinamento registico di Salvo Nicotra, si avvale delle musiche originali di Francesco Prinzivalli.

Ingresso 5,00 Euro, per informazioni: 095.444312 – 3333337848 – mail@centromagma.it – Facebook (Sala Magma).

 “Ho conosciuto Santo Calì – spiega Antonio Carusoattraverso i suoi scritti quarant’anni fa a Riposto e l’ho ritrovato poi qualche anno dopo grazie al Centro Magma e Salvo Nicotra che nei primi anni Ottanta aveva avuto la felicissima intuizione di creare su quegli scritti un momento di teatro di grandissima forza. Da allora, puntualmente, ho avuto il privilegio negli anni di masticare quei suoni, di bere quelle emozioni, di abbracciare con forza quelle suggestioni. Santo Calì andrebbe ascoltato sempre e a maggior ragione in tempi di magra come quelli di oggi”.

 “Convinto dell’esistenza di una luce – aggiunge Salvo Nicotra – oltre il silenzio lungo della notte, metafora della storia come asservimento individuale e collettivo alle tenebre, metafora della morte come episodio biologico e come crocevia spirituale. Ti accorgi, insomma, che il tuo rapporto spirituale con Cali persiste ed in questo spettacolo si vogliono usare le sue parole per un grande recupero della speranza, dell’amore e degli altri valori attivi, come provocazione, come sfida davanti al generale torpore, all’abulia, all’apatia”.

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