leggodico cop TERRAZZA Marsilio su l'EstroVerso

leggodico arte

“La richiesta era di fare un volume sulla giovane arte italiana… Fin dal nostro primo incontro ci siamo chiesti come evitare un’attitudine eccessivamente classificatoria, cercando al contrario di rendere il tutto più complesso. Che senso ha fare questo tipo di volume? Che criteri usare per scrivere?” “Ci siamo anche detti che questo presente o passato prossimo ha una sua specificità rispetto ad altri decenni… il contesto diventa un elemento di primo piano nella scena dell’arte. Per cui è impossibile costruire un recinto in cui inserire degli artisti selezionati secondo criteri di valore assoluti, ma è necessario comprenderli all’interno di un quadro che li ha nutriti, che loro stessi hanno contribuito a creare e che ha formato veramente la rete diffusa di questo determinato momento” “Una volta dato forma alla scenografia abbiamo selezionato gli attori che potessero animarla. Un approccio che ha uno sguardo più ampio di un compendium di testi monografici. Lo sforzo era far sì che queste due anime del libro dialogassero in maniera fluida” “Raccontare questa storia dell’arte attraverso tante storie più piccole, attraverso il lavoro degli artisti, le iniziative più interessanti emerse anche lontano dai circuiti del sistema è apparsa come l’unica strada percorribile”. La prima parte del volume (Terrazza. Artisti, storie, luoghi in Italia negli anni zero a cura di L. Barreca, A. Lissoni, L. Lo Pinto, C. Paissan, edito da Marsilio) presenta una mappatura in ordine cronologico concepita come scorrevole carrellata, anche per immagini, di oltre centocinquanta fatti e realtà ritenuti germinativi di nuovi modi di produrre, presentare e fruire l’arte; la seconda parte (scrive, ancora, Jas Gawronski, Presidente della Commissione La Quadriennale di Roma) nella nota “Le ragioni di una committenza”) restringe lo sguardo su sessanta artisti che da quella mappatura sembrano naturalmente scaturiti e che sono apparsi, per continuità e qualità di proposte, emblematici di nuove inclinazioni, rotte, sub movimenti della nostra giovane arte. Tra i numerosi artisti presenti nel pregiato volume a cura di Laura Barreca, Andrea Lissoni, Luca Lo Pinto, Costanza Paissan, invitandovi ad una interessantissima ed approfondita lettura, segnaliamo: Alek O. (Buenos Aires 1981. Vive e lavora a Milano), oggetti tramutati in altri oggetti che a loro volta si trasformano in opere d’arte. La pratica di Alek O. si muove in questi passaggi di senso e contesto. Meris Angioletti (Bergamo 1977. Vive a lavora a Parigi), quale relazione esiste tra il pensiero e lo spazio? Le opere dell’artista formulano risposte visive sempre differenti, volte a mettere in luce le molteplici connessioni tra le “stanze” del pensiero, delle idee, dei ricordi, dell’immaginazione, dei luoghi reali, fisici, concreti. Salvatore Arancio (Catania 1974. Vive e lavora a Londra), la passione per la vulcanologia e per i fenomeni scientifici sono solo alcuni degli elementi sui cui si fonda il suo lavoro. Fotografia, collage, animazione, scultura: la produzione di Arancio è ampia e diversificata nelle tecniche. Manfred Beninati (Palermo 1970. Vive e lavora a Palermo), le installazioni ambientali, come i quadri di grandi dimensioni, offrono una visione parziale, come se fossero osservate dall’obiettivo di una telecamera rivolta su un ricordo, in cui la descrizione maniacale del contesto è decisamente più importante del soggetto rappresentanto. Margherita Moscardini (Donoratico 1981. Vive e lavora in Italia), per l’artista in questione una stanza può contenere molte cose: un’immagine, una visione, un paesaggio, uno spazio, una luce, un’idea di forma, un frammento di tempo. In un ambiente circoscritto è possibile rintracciare la grammatica essenziale della rappresentazione intesa come rappresentazione della realtà e degli elementi diversificati che la compongono. Pietro Roccasalva (Modica 1970. Vive e lavora a Milano), simultaneità, reiterazione, sincronismo e coincidenza costituiscono la grammatica di un tempo che non scorre ma si diffonde, non fluisce ma si propaga, diramandosi da un centro – insieme gravitazionale e ontologico – in rivoli pluridimensionali e pluridirezionali. Nino Vascellari (Vittorio Veneto 1976. Vive e lavora tra Vittorio Veneto e New York), nella sua pratica artista il collage è una figura centrale, è un processo di immersione nelle fonti e nei materiali, più che una tecnica finalizzata alla ricomposizione di brani storici preesistenti, ha realizzato sculture, installazioni, performance e opere su carta.

Potrebbero interessarti