#1Libroin5W
Chi?
È un libro corale in cui voci differenti, sebbene ricorrenti in alcuni casi, tendono a fondersi in una sola che diventa Esperienza umana. Uomini e donne che partecipano al “teatrino” che metto in scena.
Cosa?
L’incontro con altre dimensioni oltre a quella corporea. Il senso profondo dell’Amicizia. L’idea che l’esistenza sia un movimento di energia che assume forme diverse. È un libro scritto durante la prima fase della pandemia durante la quale la prigionia casalinga si è tramutata in fuga mentale.
Quando?
La gestazione del libro è antecedente all’esplosione del Covid-19. Alcune parti del volume risalgono a “merende di scrittura” a casa di una cara amica. Il primo aneddoto che si impone alla mente è nel racconto Ordovick Ian. Qui ho giocato ad invertire i ruoli di una coppia di cui seppi più di trent’anni fa: lui lavorava nelle profondità marine e lei faceva l’hostess di volo nelle tratte intercontinentali. La cosa che mi colpì è che per pochi giorni soltanto, nei mesi, riuscivano ad incontrarsi sulla terra! Non so cosa non abbia detto, volutamente e non, nel corso della mia narrazione. Ho la sensazione di essere stato molto onesto con ogni vicenda affidata alla carta. Forse, certa reticenza è stata richiesta e imposta da alcuni personaggi che hanno voluto defilarsi in luoghi inaccessibili. Bisognerebbe chiedere a loro!
Dove?
Il libro è nato nel posto più disordinato di casa mia. È una stanza, in fondo alla casa, che viene chiamata a volte studio e altre volte garage, a seconda del grado di manutenzione al quale la sottopongo. Direi che somiglia di più al negozio di un rigattiere! Ma lì dentro vivo tutte le stagioni della mia vita. Quelli che inizialmente chiamavo racconti, e che in seguito sono diventati un unico arazzo, sono cresciuti in brevissimo tempo. La necessità di vederli vagire, in poco sgambettare, e presto correre è stata imperiosa: non sono stati bambini indisciplinati, ma con un forte senso dell’autonomia.
Perché?
Il perché di questo libro è presto detto. Tento di afferrare l’inafferrabile. Tutte le domande che mi sono posto nei decenni su chi, come, dove, quando e perché dell’esistenza universale e personale hanno avuto una risposta parziale, ma sufficiente per me. A quarantasette anni ho accettato i miei fantasmi e mi sono seduto a tavola con loro. Il Grande Assente, Dio, è stata la presenza più costante.
scelti per voi
(tre incipit di tre momenti del libro)
Ipermnestico
In qualche modo compresi di dovermi fidare perché sentivo che tutto mi sarebbe stato chiaro. Il mio inizio coincise con Muni intenta davanti all’idea di un grosso orcio con la conseguente idea di un mestolo in mano. Fluttuava nella penombra di ciò che si sarebbe potuto chiamare una dispensa ben fornita se allora io avessi conosciuto concetti e parole per esprimere idee e attribuire significati. Col più piccolo degli imbuti che mi sarebbe accaduto di ricordare e vedere nella mia imminente vita corporea, si accingeva a versare la mia anima nella sagoma che sarei stato io a breve.
Lavoisier
Gentile passeggero, per un transito adeguato su quest’autobus ti è chiesto di chiudere gli occhi e di porti all’ascolto. Deve formarsi in te la consapevolezza che nulla di ciò che i tuoi sensi ti comunicano esiste realmente per come sei stato costretto a decodificarlo finora. Non ti stupisca quanto ti verrà rivelato man mano: è normale una certa resistenza; confida solo nelle istruzioni che seguono e vedrai che si tratta soltanto di una difficoltà iniziale. Comprendere da adesso che tutto ciò che ti circonda appartiene nella sostanza alla stessa materia primigenia, concentrata solo in quantità diverse, renderà più agevole la corsa.
Ritratto di un arredatore di anime
Camminare a volte senza una meta, per la voglia di stare sotto al cielo, per noia, per scampare ad un pericolo, per far respirare chi vive dentro ai muri, per dar spazio alla fantasia del destino. Avrei camminato piano e sognante, turista nel mio stesso quartiere. Finto un occhio ignaro di quei luoghi e avido al contempo di suoni, profumi e colori.
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Biografia. Sono nato a Catania nel 1974. Il mio approccio alla scrittura è avvenuto in un corridoio che non esiste più. Avevo tre anni e mio padre mi regalò dei colori. Qualcuno sorride ancora al ricordo delle “patate sbadiglianti” che feci germogliare sulla carta da parati. Dal 2002 insegno, e continuo a imparare, Inglese. Nel 2016 ho pubblicato il romanzo “Non sono un albero”.