Il 21 marzo scorso, Giornata mondiale della Poesia, il critico letterario Matteo Marchesini ha scritto:
Oggi è la giornata in cui troppe persone – alcune dolosamente, altre inconsapevolmente – prendono in giro Alda Merini, poetessa che ha scritto una manciata di poesie molto belle e una ideale antologia breve di poesie notevoli, ma che ha pubblicato, e soprattutto è stata indotta a pubblicare, un buon novanta per cento di pagine kitsch. Perciò più che la giornata della poesia, io proporrei di considerare il 21 marzo la giornata della regola d’oro: “non fare alla Merini ciò che non vorresti fosse fatto a te”.
Sono sostanzialmente d’accordo, anche se sulla quantità da salvare propenderei, più che per una manciata o un’antologia breve, per il 10% della produzione totale, ossia per un’antologia consistente.
Senza contare le numerose antologie parziali, dopo la morte di Alda nel 2009 ne sono uscite finora cinque coprenti l’intero arco della sua produzione: due a cura di Nicola Crocetti per le Edizioni del Corriere della sera (Il canto ferito 2011 e Vuoto d’amore 2014); Il suono dell’ombra, a cura di Ambrogio Borsani (Mondadori 2018); Respiro nella notte, a cura di Michela Marzano (Rizzoli 2022); Le mie canzoni d’amore, a cura di Daniele Piccini (Edizioni del Corriere della sera 2024).
Ora, sulla scia di Maria Corti che nell’ultimo decennio del secolo scorso congedò per Einaudi le due antologie parziali più complete (Vuoto d’amore 1991, da non confondere con l’antologia di Crocetti, e Fiore di poesia 1998), le cinque di cui sopra privilegiano esclusivamente il filone mistico-erotico, a scapito di un altro erotico-satirico. Eppure negli anni Ottanta Alda, superata l’esperienza psichiatrica, aveva personalmente raccolto in parallelo due brevi antologie, una di poesie e una di satire (uscite poi entrambe a cura di Giuseppe Zaccaria col titolo appunto Poesie e satire, Einaudi 2011).
A partire da quegli anni il filone erotico-satirico ebbe una sua continuità, e anzi un’accelerazione grazie anche al sodalizio con Alberto Casiraghy del PulcinoElefante, che a livello editoriale si concretò nella stampa frenetica di aforismi, selezionati e raccolti in Se gli angeli sono inquieti (Shakespeare & Company 1993), Aforismi e magie (Rizzoli 1999), Quando (Book 2006) e Nuove magie (Rizzoli 2010).
Dal 1995 il giovane Roberto Dossi, valentissimo stampatore dei Quaderni di Orfeo che allora lavorava al PulcinoElefante, aveva iniziato a trascrivere dalla viva voce di Alda le poesie che lei veniva via via componendo, e le trasmetteva a Cerati dell’Einaudi in vista di eventuali nuove pubblicazioni.
Nel 2005 Roberto portò nell’ex-gelateria milanese di via Guinizelli, dove l’altrettanto valente incisore Luciano Ragozzino aveva avviato le sue edizioni del Ragazzo Innocuo con me quale spalla fraterna, una valigetta zeppa di trascrizioni da dove scartabellando individuai la presenza cospicua di poesie erotico-satiriche mai pubblicate, ossia scartate dall’Einaudi.
Lì nacque l’idea di fare un librino, al pari di tutti gli altri con tre facciate pieghevoli a formare un quadrato. Ci dividemmo i compiti: io scelsi la poesia, Roberto compose i caratteri, Luciano curò la stampa di un ritratto satiresco raffigurante lui che Alda incise per l’occasione, e insieme tirammo, piegammo e cucimmo. Mancava il titolo, che mi saltò irresistibilmente in mente e ottenne l’approvazione unanime.
Il risultato è questo qui sotto: