Questo libro di Alessandra Carnaroli mette in versi, con un immaginario macabro-quotidiano, cinquanta tentati suicidi di “desperate housewives”, o di una sola la cui immaginazione si faccia carico di tutte le donne, tra paste sfoglie, lavatrici, rubinetti pieni di calcare, supermercati… Nonché cinquanta descrizioni di oggetti di uso domestico trasformati in armi letali per altrettanti efferati omicidi: un cavatappi, una scarpa da donna col tacco alto, una tazza con la faccia di Mafalda, un barattolo dei pelati, un mazzo di chiavi «auto casa furgone cancello», il guinzaglio del cane, la busta frigo dell’Ikea… Dunque, suicidi e omicidi sono due facce della stessa medaglia, a seconda che lo sconforto prenda la piega dell’autolesionismo o dell’impulso omicida. Intorno agli “insani gesti”, un mondo femminile con tutte le sue frustrazioni, le paure, le costrizioni, i desideri repressi. Questo delle cinquanta variazioni sul tema può apparire come un sistema chiuso e ripetitivo che sprigioni la furia e l’ossessività di una sestina. Ma in realtà, nel suo paradosso, è un meccanismo desiderante combinatorio e infinito, come certi cicli poetici di Nanni Balestrini, autore dalla Carnaroli molto amato. Un libro paradossale, divertente e disperato di una poetessa che già in diverse sue raccolte ha scandagliato, sempre in versi originali e provocatori, vari aspetti della condizione femminile a partire dalle ambivalenze del sentimento materno.
da “50 tentati suicidi”
9.
tra le rotaie del regionale ancona piacenza
che dai moscioli porta alla nebbia
altezza pesaro
dietro istituto alberghiero
schiantarsi contro verdurine
al vapore
fischi di ragazzi ai culi
ritardi
probabili aborti
21.
fare sesso non coperto
con prostitute viados
maschio
prendere malattia sessualmente
trasmissibile hiv restare dentro
una sagoma rossa che pulsa
drogarsi con scambio di siringa infetta
perdere gli occhi
come pubblicità progresso
27.
di crepacuore mentre rileggo
appunti liste della spesa
ascolto messaggi vocali cosa
vuoi per cena
aprire casseforti e cassapanche
provare gonne di due taglie
piú piccole
rifare uguali spezzatini
copiare come puntavi
sopra le orecchie i pettinini
da “50 oggetti contundenti”
6.
una scarpa
con tacco
per lasciare buchi
nel cervello l’effetto
della vera pelle
sulla pelle
gli ossi
la materia grigia o cervelletto
le varie parti viste nei libri di scienze
ma sparse
chissà se mio figlio ricorda meglio
9.
mestolo
ci avevano anche colpito il piccolo samuele
nella casa di cogne
o era uno zoccolo
ho usato la variante credo per gli spaghetti
quella con i denti ma tondi
ci restano impigliati i capelli
quante volte ti ho detto tagliali
17.
la cinghia
come quella usata
da tutti i padri dell’universo
con la fibbia
che si incastra nei buchi
occhio orecchio bocca
ti tiene su la faccia
troppo larga
Alessandra Carnaroli è nata a Piagge, nelle Marche, nel 1979. Ha pubblicato alcune raccolte di poesia di taglio neo-sperimentale presso piccoli editori, con prefazioni, tra gli altri, di Aldo Nove, Tommaso Ottonieri, Andrea Cortellessa, Helena Janaczek. Tra i titoli piú significativi: Femminimondo, sui femminicidi (2011), Primine, sui traumi infantili (2017), Sespersa, sull’esperienza della gravidanza (2018), In caso di smarrimento / riportare a:, sull’Alzheimer (2019). Per Einaudi ha pubblicato 50 tentati suicidi più 50 oggetti contundenti (2021).