Federica Manzon
Federica Manzon

Pensando al protagonista del tuo libro, “Di fama e di sventura” (Mondadori), viene da chiederti: in che modo – ammesso sia possibile – possiamo difenderci dalle crescenti/pressanti lusinghe del “nostro lato oscuro”?

Federica Manzon

Il lato oscuro è per me quella parte della nostra anima che è necessario attraversare per appropriarci a fondo del nostro carattere,del codice della nostra anima. Tommaso, il protagonista del mio romanzo, conosce la forza della fiducia, dell’amicizia e del perdono solo perché prova l’esperienza più cupa di tutte: il tradimento. Bambino solitario e disarmato, cresce vedendo puntualmente disatteso il suo bisogno d’affetto, e proprio dalle persone che dovrebbero proteggerlo: la nonna che lo abbandona a due perfidi zii, il professore ammirato come un padre che si volta per non guardare la sua cacciata dal collegio e non dice una parola per difenderlo. Ma sarà proprio il passaggio di Tommaso attraverso il lato oscuro a rendere possibili la grande amicizia con Ariel Fiore, il campione di nuoto bello e buono, il legame struggente e tormentato con Mila, e il ritorno a Luce, l’amore della sua vita incontrato due volte. D’altra parte, ed è una verità che gli insegna l’amico Ariel dalle prove agonistiche dello sport, chi è toccato dal successo deve sempre affrontare una quota maggiore di infelicità e smarrimento, e dietro ogni ascesa fortunata c’è sempre la paura di rovinare con le nostre mani ciò che abbiamo di più caro al mondo.

 (l’EstroVerso Luglio – Agosto 2011)

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