Angelo Sturiale ospite della “Bogliasco Foundation” per tradurre in immagini la sonorità della vita, eredità e coscienza da tramandare.

Angelo, dopo la tua residenza artistica presso il Wellington College in Cina, rieccoti in Italia. Cosa ci fai in Liguria?

Sono stato invitato per un mese dalla Bogliasco Foundation di New York, come artista in residenza, al Study Centre for the Arts and Humanities, che si trova a pochi chilometri da Genova, nella bellissima e suggestiva Villa dei Pini. Bogliasco è un luogo incantevole, tra l’altro residenza per qualche anno del grande compositore russo Alexander Scrjabin: è qui che compose il suo meraviglioso “poema dell’estasi” op.54 per orchestra. Fa un certo effetto sapere che a poche centinaia di metri dalla Fondazione abbia abitato qui e composto tanta musica memorabile. Curiosità, a Bogliasco visse pure la moglie di Wilde, e a Rapallo, più o meno nello stesso periodo, soggiornò anche Kandinskij!

Villa dei Pini, Bogliasco Foundation, Liguria
Panorama dalla Villa dei Pini

In cosa consiste il tuo progetto di residenza alla Fondazione Bogliasco?

Il progetto prende il nome da una iniziativa intrapresa dal Ministero dell’Ambiente in Giappone alla fine degli anni 90 con l’obbiettivo di contrastare l’inquinamento acustico e preservare l’ambiente: “One Hundred Soundscapes of Japan”. Dietro espresso invito agli stessi cittadini e comunità locali di segnalare luoghi e ambienti naturali con peculiari caratteristiche sonore, sono stati selezionati da un gruppo di studio appositamente nominato, 100 paesaggi sonori simbolicamente importanti per la ricchezza e diversità della natura e identità culturale giapponese. La finalità di tale lodevole operazione evidentemente è stata quella di stimolare e incentivare l’attenzione sul territorio, riflettere sulle sonorità della vita di tutti i giorni, promuovere la salvaguardia della natura e le eredità culturali così da poterle poi consegnare, si spera, alle generazioni future.

Angelo Sturiale, Bogliasco Foundation
Estratti da “100 Soundscapes of Japan”

In pratica una sorta di catalogo di suoni da proteggere dall’inquinamento e invasione tecnologica dell’uomo. Ma in concreto su quali tipi di suoni o paesaggi sonori lavorerai, e come?

Sono 100 per l’appunto, e se ne trovano di diversi tipi. Anche solo leggendo la lista di questi paesaggi, sembra di sognare andando su e giù per il Giappone, viaggiando con la mente e coi sensi. Mi hanno molto colpito, per esempio, i paesaggi sonori come “lo stridere dei lastroni di ghiaccio che si rompono alla deriva nel Mare di Ochotsk”, “lo sferragliare del treno e scorrere del torrente Chigami”, il “fruscio del vento tra i pini che circondano le rovine del Castello di Oka”, o ancora “i suoni del lavoro per la produzione della porcellana di Imari: cigolio di torni e crepitìo di forni”, “l’eco delle onde del mare udito dall’interno della grotta Mikurodo”. E poi specifici suoni legati alla lavorazione della carta o del canto delle rane, dello scorrere di ruscelli, o i suoni di grilli, lo scricchiolio della sabbia, le melodie di bambù, etc. etc. Il mio compito – e sfida! – consisterà nel trasferire in disegni realizzati con diverse tecniche, ciò che questi 100 paesaggi sonori mi ispireranno a livello visivo.

Angelo Sturiale, Bogliasco Foundation
Estratti da “100 Soundscapes of Japan”
Open-studio presso Bogliasco Foundation
Open-studio presso Bogliasco Foundation

Ma come si “disegnano” i suoni?

Partendo da immagini preesistenti di questi luoghi o oggetti di vita quotidiana, ma anche animali, danze e strumenti musicali o eventi naturali menzionati nella lista dei 100 paesaggi sonori, cercherò di costruirmi un immaginario visivo assolutamente personale e simbolico, svincolato cioè da dinamiche strettamente didascaliche o illustrative. Assocerò a questa prima e necessaria fase ideativa, una seconda di ascolto vero e proprio dei suoni. E tramite meccanismi sinestetici, ovviamente irrazionali e soggettivi, cercherò di tradurre o trascodificare i suoni dei luoghi in immagini in cui questi suoni sono presenti. No so ancora se realizzare un diario, un catalogo, una mostra o un video: per adesso mi concentrerò sui 100 disegni, poi si vedrà!

Il Giappone è spesso presente nella tua vita e immaginario artistico. Come si inserisce questo progetto nella tua produzione ispirata al mondo nipponico?

È vero: l’Oriente in generale, o ciò che io vedo e elaboro da Europeo del “mio” Oriente, è presente in vari modi nella mia vita personale e artistica. Anzitutto mi sono laureato in Lettere Moderne con una tesi sulle relazioni tra il Butoh (danza contemporanea) e il Buddhismo Zen. In seguito, in occasione della mia residenza artistica sponsorizzata dalla Canon Foundation presso l’Università Nazionale di Musica e Belle Arti di Tokyo nel 2006, ho realizzato un diario grafico (Japanese Diary): un’opera costituita da 22 fogli in sequenza ispirati simbolicamente al Giappone. Infine, ho fondato nel 2011 il Seibutsu Art & Music Studio, atelier di creazione e promozione della mia opera grafica strettamente relazionata al mondo dei suoni e del segno musicale.
Il progetto “100 paesaggi sonori del Giappone” nello specifico si inserisce armonicamente in un tessuto di “costanti” presenti nella mia ricerca artistica. Penso per esempio alla comunicazione interdisciplinare tra linguaggio visivo e sonoro, ma anche al concetto di “evocazione”, all’arte calligrafica e a tanto altro…

Open-studio presso Bogliasco Foundation
Open-studio presso Bogliasco Foundation

Una curiosità: cosa vuol dire e cosa sono i “seibutsu”, parola ricorrente nella tua produzione?

“Seibutsu” è un’espressione giapponese legata ai concetti di biologia, organismo, creatura. I disegni che realizzo sono delle forme visive, dei sistemi che si sviluppano su se stessi come degli organismi, appunto. Sono per me più delle “creature” che creazioni…

Sei stato anche invitato al Festival Internazionale di Poesia di Genova. Cosa hai presentato in quest’occasione?

Al Festival ho partecipato in quanto “fellow” della Bogliasco Foundation. Ho letto, in una veste performativa, alcuni dei miei ultimi testi poetici in una cornice assai suggestiva, e in occasione del mio Open Studio ho mostrato una selezione di lavori di arte grafica (recenti e non), e fatto ascoltare estratti da mie composizioni musicali.

Reading di poesie al Festival Internazionale di Poesia di Genova
Reading di poesie al Festival Internazionale di Poesia di Genova

Parlando di poesia, so che a breve uscirà un tuo nuovo libro…
Già, a settembre. Si intitola “Finestra” e sarà edito da Algra. Il libro raccoglie scritti di vario genere: due di essi sono dedicati a due amici scomparsi nel corso degli ultimi anni: Carmelo Vassallo, attore e drammaturgo, e Angelo Scandurra, poeta e editore, tra l’altro anche del mio “Catalogo d’Amore (Le Farfalle, 2016). “Finestra”, con una prefazione dello scrittore Sal Costa, raccoglie scritti poetici degli ultimi anni. In esso sono presenti anche i testi complementari a tre delle mie opere visive realizzate ultimamente: “Atlante dei gioiosi amanti”, “Diario Cinese” e “Mexico”.

Angelo Sturiale nello studio-chalet presso Bogliasco Foundation
Estratti da “Diario Cinese”, libro d’artista
Bogliasco, Liguria

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