Edizioni WhiteFly Press
“Incontrai Charles (Hank) Bukowski a metà degli anni Settanta, per via di mio padre, John Fante. Si racconta, a ragione, che Hank non avesse mai fatto il minimo sforzo per entrare in contatto con lui. Tuttavia, ogni volta che gli veniva chiesto chi fosse il suo scrittore preferito, Bukowski rispondeva sempre allo stesso modo, “Cristo santo, John Fante. Fante era il mio Dio!”. Alla fine s’incontrarono e fu grazie a un tizio di nome Ben Pleasants che, in effetti, spinse Bukowski a contattare mio padre. Il libro di Pamela Wood, che vi accingete a leggere, sfata un altro mito: quello che vuole Charles Bukowski poeta pazzo e alcolizzato, attaccabrighe da bar, vissuto sul bordo dell’inferno. Negli anni successivi al nostro incontro, e dopo aver letto i suoi libri e quello che la gente scriveva sul suo conto, non facevo che pensare, “Ehi, questo non era il Bukowski che ho conosciuto. Non è il vero Bukowski”. Poi ho letto il libro di Pamela Wood e ho ritrovato Bukowski così come lo ricordavo, lo stesso con cui bevevo e discutevo. Era lì davanti a me, in carne ed ossa.
Dan Fante (dalla prefazione “Su Bukowski”)
“Sono nata (parecchio tempo fa…) a San Francisco, in California, da Rose Carloni Miller, italiana di prima generazione, e Lauritz Paul Miller, una miscela, in parti uguali, di sangue danese, irlandese, inglese e tedesco. Facendo riferimento a questa pluri-eredità, mio padre era solito autodefinirsi “bastardo”. Per quanto sia anch’io, a tutti gli effetti, una “bastarda”, quando mi chiedono quale sia il mio background etnico, non esito a rispondere, con orgoglio, “italiano!”. Il cognome da nubile di mia madre era Carloni. Entrambi i suoi genitori erano nati nelle Marche. Sono davvero molto fiera delle mie radici italiane. A cosa assomiglierebbe il mondo senza l’Italia? Lo stivale è forse il prototipo di tutto quel che la vita può offrire di eccezionale. Tutto quel che “germoglia” in Italia, rispetto a qualsiasi altra parte dell’universo, sembra essere più sensuale ed eccitante. Sfortunatamente, non ho ancora avuto l’opportunità di visitare la terra dei miei avi, ma è in cima alla classifica dei miei “PRIMA DI MORIRE”…”
Pamela “Cupcakes” Wood (dalla postfazione “Dall’Italia con amore”)
Sinossi – Los Angeles. 1975. Lei 23 anni. Lui 55. Lei sensuale, rossa naturale, cameriera squattrinata. Lui butterato, complessato, scrittore in ascesa. Lei dedita alle anfetamine. Lui all’alcol. Pamela “Cupcakes” incontra per caso Charles Bukowski una sera d’autunno. Quasi due anni di relazione turbolenta tra la giovane allo sbando e il poeta dei bassifondi. Hank la battezza Little Red, ne fa la sua Rossa. Musa della raccolta Scarlet. Diffamata in Donne (la viziosa Tammie). Dopo più di trent’anni la Miller pubblica queste memorie, regalandoci un inedito Bukowski. Sensibile, beneducato, protettivo. Un uomo innamorato. Fuori dai clichés letterari. Tra i due la chimica funziona. Dentro e fuori dal letto. Ma Bukowski resta un alcolizzato aggressivo e geloso da perdere la ragione. Pam non sa reggere la profondità dei sentimenti di Hank. E puntualmente scappa. Da lui, da se stessa, dalle responsabilità di madre. La relazione si sbilancia, si fa autodistruttiva. Crescono la dipendenza reciproca e il bisogno di allontanamento. Questione di sopravvivenza, per entrambi. La Miller svela come ne sono usciti e salda un conto con se stessa. Oltre a rivolgere un saluto commosso alla buonanima di Bukowski.
Estratto (dal Capitolo 2)
Bukowski era tornato sulla sua poltrona a strisce. Georgia se ne stava stravaccata sul divano e io per terra, seduta vicino a lui. Indicò Georgia e decretò, “Tu hai l’anima.” Poi guardò in basso, verso di me, e proseguì, “Tu hai il corpo.”
Mandò giù un lungo sorso di birra e i suoi occhi ruotarono verso il soffitto, come se fosse profondamente assorto.
“Mi piacerebbe mescolarvi in un’unica persona,” ci disse. “L’anima e il corpo. Così avrei la donna ideale.”Lanciai un’occhiata a Georgia, chiedendomi se si sentisse offesa quanto me. Era uno strano, ambiguo complimento e/o insulto.
“Ehi, tesoro, la bellezza inganna,” ironizzò Georgia.
“Sìì, sìì, sìì,” cantai, sperando di smorzare la frecciata.
Iniziai a rimettere i barattoli di pillole dentro la borsa di Georgia. Aveva dato a Bukowski un Dexi.
“Stanotte non riuscirai a chiudere occhio, signor Bukowski,” dissi.
“Perché? Si fa una cosina a tre?”
Con gli occhi cercai l’aiuto di Georgia, ma stava già slittando dall’euforia alla depressione.
Piacevolmente brilla e in vena di giocare, lo provocai, “Mi vuoi? Ti costerà.”
“Quanto?”
“Beh, almeno un centone,” scherzai.
“Affare fatto,” disse.
Temendo mi avesse presa sul serio, risi e chiarii, “Ehi, ti stavo prendendo in giro.”
“Allora, quanto mi costerà?” chiese.
A quel punto la sua faccia butterata mi sembrò meno minacciosa. Era rude fuori, ma dentro nascondeva una fragilità che trovavo seducente. Era forse l’alcol che prendeva il sopravvento ma, non so come, cominciai a trovarlo attraente per quel qualcosa di vigoroso. Lo guardai negli occhi, con uno sguardo invitante, e gli sorrisi con civetteria.
“Eh no, Cupcakes,” disse, “non penso di poter pagare di nuovo quel prezzo.”
Tirai nella sigaretta in maniera teatrale e soffiai fuori il fumo lentamente. Poi, sfoderando la mia migliore interpretazione di Lauren Bacall, replicai, “Certo che puoi.”
Mi esaminò, inclinando il capo da un lato, poi disse, “Sei pericolosa, Rossa.”
Entrambi scoppiammo a ridere. Aveva finalmente deciso di abbassare la guardia e io mi sentii sollevata. Era da un pezzo che un uomo non aveva resistito così a lungo al fascino della Rossa.
Scheda tecnica
Collana: The Grackle (memorie, carteggi, auto/biografie)Formato: 15 x 21 cm
Contenuto: testo e immagini (bianco e nero) Genere: memorie (racconto autobiografico) Nota di rilievo: il libro contiene alcune lettere e disegni originali di Charles Bukowski
Pagine: 288
Anno di pubblicazione: 2014 (febbraio)
ISBN: 978-88-98487-02-8
Prezzo di copertina: 20,00 € Traduzione: Giulia Bacchi, Elisa Coppini e Gabriella Montanari Cover&Book design: Gionata Chierici Titolo dell’edizione originale: «Charles Bukowski’s Scarlet. A Memoir by Pamela “Cupcakes” Wood»
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