Birifrangenze di Eugenio Patanè

 

anteprima

Ha molto a che fare con l’esistenza, con la meditazione, la consapevolezza. È un percorso, una camminata tranquilla o una traversata in mare, quando il mare è agitato. Risente del tempo, di quanto ci circonda, di come viviamo ciò che ci è vicino o ci attraversa. La poesia ha significato in me trasformazione. La prima immagine che le ho associato è venuta fuori molti anni fa, all’interno di un componimento scrissi rideau blanc, sipario bianco. Facevo già teatro, il mio più grande amore, ma lei cominciava ad essere presente, come un insetto o una farfalla o un tremore; talvolta con impeto inatteso, talaltra con una dolcezza disarmante. Voleva più attenzioni perché nutriva gelosia. “Io sono diversa dal teatro!” …Così la frequentai e divenimmo amanti. Dal canto suo – il Teatro – non è mai stato geloso poiché il mio amore per la poesia è differente… Leggerla mi ha aiutato. È stata e continua ad essere una talismano che cura, un perenne manoscritto sacro, ricco di voci, colori, sfumature, visioni e mondi differenti. Significa risorsa, medicamento, oasi, libertà; dialogo intimo, rifugio, viaggio. Ma anche musica, ricordo, stupefazione e mistero.

(Eugenio Patanè)

 

Tre poesie da Birifrangenze di Eugenio Patanè, edizioni “Ensemble”

Prima di un bacio

Attraversato dalle stagioni
ti cercavo nel fondo di un bicchiere
sulle venature di una foglia caduta
o accanto a me – convinto
di aver captato il tuo odore.

Ho atteso a lungo.
Giorni, notti, tempo.
Ho constatato che invecchiano
anche i ricordi. A rammentarmelo
è questo fiato del vento.

Ti troverò la sera
sotto Venere, al mare.
Prima di un bacio, udire Chopin – morire.

Più nulla

Si è sbriciolata. È stato il vento
a raccoglierla dopo. È stato lui poi a volerla smarrire. Adesso
fra le dita – non rimane che il giallo.
Tracce di un oro debole e incerto
un transitorio calore – più nulla.

Settembre

Sentivo che stavi arrivando
me lo ha fatto capire il giardino.
Intimidite e perplesse le foglie
dalla fierezza dei grappoli d’uva.
Nuove parole di canto e di luce,
prossime sono – nude cadranno.
Perfino l’aria di questa mia notte
è più spontanea – meno rovente.
Sembra quasi che lo spazio del cielo
si riduca visibilmente – e volare
faccia meno paura.

 

 

Eugenio Patanè (Catania) è attore, regista, organizzatore di iniziative culturali, allestimenti artistici e reading letterari tra cui Sulla ripa del cielo stellato. Omaggio ad Alda Merini; E sto abbracciato a te, incanti di Pedro Salinas; Per un istante d’estasi – Vita e mistero di Emily Dickinson. Autore di poesie e racconti brevi, si occupa di attività laboratoriali di lettura animata, scrittura creativa e didattica teatrale nelle scuole e presso alcune Comunità Terapeutiche Assistite, a indirizzo psichiatrico.

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