Da Domani tra Librino e Catania, “Il Sogno del Sognare” progetto a cura della Fondazione Fiumara d’Arte di Antonio Presti, diretto dal poeta Pietro Russo.

Domani in un clima felicemente onirico, si schiude “Il Sogno del Sognare”, progetto culturale nato da una lucida visione: «Non c’è futuro senza sogno del futuro». L’iniziativa della Fondazione Fiumara d’Arte Antonio Presti vuole tracciare un percorso guidato al sogno, accompagnando i ragazzi fuori dalla realtà con la dirompente forza della parola, spingendoli così a vedere le cose da un punto di vista “altro”. Un viaggio che inizia nelle scuole di Librino (negli istituti Brancati, Dusmet, Campanella-Sturzo, Rita Atria, Musco, Pestalozzi e San Giorgio) avvicinando così un quartiere emarginato e complesso ai versi di tanti poeti (Enzo Cannizzo, Giuseppe Condorelli, Erica Donzella, Fabrizio Ferreri, Angelo Santangelo, Maria Attanasio, Davide Rondoni, Gian Mario Villalta, Pietro Cagni, Giulio Di Dio, Iolanda Cuscunà, Marilina Giaquinta, Biagio Guerrera, Grazia Calanna, Dario Matteo Gargano, Gabriella Grasso, Cettina Caliò, Mauro Curcuruto, Lina Maria Ugolini, Raffaele Gueli), tra grandi veterani e voci emergenti della poesia siciliana. Prosegue nel pomeriggio, con due incontri aperti al pubblico: il 18 Marzo, alle 17:30, nella libreria Mondadori (Piazza Roma 18, Catania), Maria Attanasio e Gianmario Villalta delizieranno il pubblico con i loro versi; il 19 Marzo, alle 17:30, nella libreria Feltrinelli (Via Etnea 283, Catania), toccherà invece a Davide Rondoni e Cettina Caliò. A fine giornata (il 18 e 19 marzo) il viaggio dei poeti ritornerà al punto di partenza, proprio a Librino, dove incontreranno le famiglie degli studenti grazie alle cene sociali nelle sedi dell’I.C. Brancati e dell’I.O.S. Musco. L’occasione per tutto il quartiere di riunirsi in un cenacolo fatto di versi e buon cibo, grazie al pensiero dei poeti partecipanti, consentirà a Librino di diventare principio e fine del “Sogno del Sognare”, accogliendo a braccia aperte la Poesia per aprire gli occhi sul mondo, conoscendo se stessi e gli altri, senza finzione e senza schermi. «Questo evento è prima di tutto una festa. Una festa di Librino, a Librino, per Librino. La poesia vi partecipa come invitata, e il suo regalo è una visione del sogno e del sognare che si “fa” con le parole. Il fare della poesia è un’azione concreta e sociale: scegliere le parole giuste, come sanno fare i poeti, vuol dire porre le basi per il cambiamento, costruire uno spazio comune senza centri e periferie dove nessuno è escluso», dichiara Pietro Russo, poeta e responsabile del progetto, al quale per l’occasione abbiamo rivolto poche domande.

Oggi qual è l’aspetto più rivoluzionario della pratica artistica e, nello specifico, della poesia?

La rivoluzione dell’arte è quel momento in cui la bellezza si è instillata nella coscienza della specie umana. Qualcuno, in un tempo così remoto che non saprei specificare, ha guardato un fiore e si è fatto cogliere (lui o lei, non il fiore!) dallo stupore. È questo evento che mi piacerebbe venisse riproposto e condiviso, nel suo essere presenza del sacro, durante gli incontri a Librino. Tanto più che oggi l’arte, e la poesia nel caso particolare, sono chiamati alla “rivoluzione” contro il regime della bolla di realtà in cui viviamo, generata dai social e prima ancora dalle false democrazie che vi stanno dietro.

La poesia è un destino?

No, per quanto mi riguarda. Semmai la poesia indica una destinazione comune. Il fare poesia è una strada che si intraprende – mai da soli, sempre insieme ad altri – per dare una risposta al nostro essere nel mondo e in relazione al mondo.

E, ancora, in un tempo, qual è quello in cui viviamo, efferato, incapace di comprendere, di dialogare, di dare e darsi ascolto, qual è il destino della poesia?

Camminare. Ritrovare la nostra presenza nel mondo. Essere grati per questo, custodirlo e infine lasciarlo alle mani che impasteranno i giorni a venire.

 

 

e qui il Comunicato Stampa (comprensivo di programma) della Fondazione Fiumara d’Arte.

 

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