rubrica “tre domande, tre poesie”
Fosforescenze (pubblicato da Interno Libri) è una collezione di individui ai margini del quotidiano, radiazioni, profeti, lampi, referti, animali extra-ordinari in cui si rivela ciò che di norma rimane sotto la superficie. Come scrive Valerio Grutt nella prefazione, la voce «forte e originale» di Valentina Furlotti ci consegna «un’opera prima incisiva e sorprendente», «assolutamente contemporanea eppure senza tempo», «che non ci lascia in pace». Tra oracoli e nomi di medicinali, l’autrice sa tenerci «dall’inizio alla fine dentro un’atmosfera incantata e pragmatica insieme, magica e scientifica», facendo di questa raccolta «una lettura affascinante e un’occasione di conoscenza».
Qual è stata la scintilla che ha portato il tuo “Fosforescenze”, pubblicato da “Interno Libri”, meglio: in che modo la (tua) vita diventa linguaggio?
Penso che la vita abbia già un suo linguaggio. I poeti, le poetesse devono mettersi in ascolto e non sottrarsi quando qualcosa richiede la loro attenzione. Per quanto mi riguarda questo può accadere in diversi modi: a “ispirarmi” può essere un sogno, una scena a cui assisto, un’esperienza, un animale, una vicenda accaduta secoli fa su cui mi documento – come nel caso delle Radium Girls o di Joseph Merrick. Qualcosa mi assorbe e mi fa entrare in una dimensione altra, oserei dire acquatica. Provo una sensazione viscerale di urgenza, ma posso decidere di ignorarla.
La poesia è un destino?
Non necessariamente. Ci sono tante persone che scrivono e avvertono la poesia come un mezzo, uno strumento, anche per scopi alti, per esempio umanitari. Non c’è niente di male, anzi. Lungi da me voler dettare legge su come la poesia vada intesa. Io, però, la abito come un fine. La poesia per me è il fine. Non è al servizio di una mia intenzione (semmai il contrario). E questo con tutto il potere di agire sulla realtà che la poesia detiene. La poesia è in grado di terremotarci dopo secoli, solo che non sono io a deciderlo.
Per concludere, ti invito, per salutare i nostri lettori, a riportare tre poesie dal tuo libro; e di queste scegline una per condurci a ritroso nel tempo, a prima della stesura completa o della prima stesura, per raccontarci quando “accaduto” così da permetterci di condividere (e meglio comprendere) il percorso che l’ha vista nascere (nel contesto del libro che l’accoglie).
Radium Girls
Brillavano al buio, nella sala
da ballo, le ragazze del radio
operaie ad Orange, New Jersey:
tutto il giorno a dipingere lancette
con la vernice radioattiva Undark
a leccare pennelli per fare
la punta sottile. «Dosi innocue»
dicevano scienziati, dirigenti
vestendo abiti di piombo, pinze
d’avorio, «al massimo avrete
le guance rosa». Cinque anni dopo
i primi malesseri: denti che cadono
ossa a nido d’ape, emorragie.
Brillano al buio, le ragazze del radio
verdi scheletri luminescenti.
*
Annunciano il tuo arrivo profeti
verdi, mangiatori di cavallette
e miele selvatico. In cima al monte
hai chiesto la parola che guarisce
i vivi e i morti. Tra le mani un uovo
si tinge di scarlatto appena esorti
a essere pronti senza dubitare.
*
Ho un’epidermide liscia e dura
trasuda gentilezze e docile
innocenza. Le ghiandole velenifere
sono ben nascoste nell’incavo del collo
il sangue guasto che mi idrata
lo tengo in serbo per me.
Solo tu mi vedrai, coperta di squame
nella sera, gli occhi senza palpebre
dalla cornea di ceramica, la cucina
tramutata in un’oasi di ghiaccio.
*
La prima di queste poesie, Radium Girls, racconta la storia di un gruppo di operaie che, intorno al 1917, dipingendo quadranti di orologi, furono vittima di un grave avvelenamento da radio nella United States Radium Corporation. Fa parte di un ciclo di testi (contenuti nella sezione “Fosforescenze”, che dà anche il titolo all’intera opera) a tema radioattività. Parlo dei coniugi Curie, di Eben Byers, della strage di Goiânia… Sono episodi brucianti che mi hanno visitata, uno dopo l’altro, nell’agosto 2022, in una Parma afosa e deserta.
Nota biografica – Valentina Furlotti nasce a Parma nel 1993. È laureata in Filosofia. Dopo aver lavorato alcuni anni nel mondo della scuola, si sta specializzando come insegnante di sostegno. Fosforescenze (Interno Libri, 2023) è la sua prima raccolta poetica, con prefazione di Valerio Grutt. Ne hanno scritto su la Repubblica di Bari, Atelier, Laboratori Poesia, ReWriters, Versolibero, Poetarum Silva e Fara Poesia. Suoi versi appaiono sul nono Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea (Raffaelli, 2022). È tra gli autori scelti per il progetto Poesie Narranti di Popoli Terme (PE). Fa parte della redazione di Atelier; collabora con Rivista ClanDestino. Co-organizza Vianino in Poesia con Eleonora Conti.