generazione-csSentirsi irrimediabilmente vecchi, superati, quasi ridicoli. Avvertire di colpo la precisa sensazione di non essere mai salito su quel treno, anzi: di non essere mai andato nemmeno in stazione, neanche una stazioncina periferica, di montagna, come non ce ne sono più, nelle quali passava un treno ogni due giorni, un tempo. Neanche un locale, una littorina da cui scendere per prendere l’espresso, l’intercity. Nemmeno quello: perché, anche se tu ti fossi recato in stazione puntualmente, quegli altri, Tutti Quelli, stavano all’aeroporto internazionale, o in uno privato, per salire sul jet personale di qualche pezzo da novanta. Una percezione poco gradevole, quella di se stesso come “postumo”: la sensazione imbarazzante di essere sopravvissuto alla propria identità, cioè al proprio lavoro, alla propria fatica, alle rabbie giovanili, alle fatiche della maturità. Come dire: io non c’ero, oppure se c’ero, ero nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Non è servito a niente studiare, lavorare, incazzarsi, manifestare, far circolare delle idee: scrivere addirittura dei libri di discreto spessore, insegnare cose non trite. I tuoi coetanei non hanno avuto, come te, l’ardire e l’ardore di pensarsi come generazione CS. Tu sei di quelli che vanno in treno e che fino all’altro ieri usavano la Lettera 22, mettitelo in testa. Non hai imparato l’arte del saccheggio e del brandeggio, dell’ibernazione e del risveglio sussultorio, dell’occupazione di tutti gli spazi culturali e della protesta contro l’esclusione dalla vita politica e produttiva della tua generazione, anzi: ben due generazioni. Tu non hai quella faccia lì. Se ti dicono che la cultura deve diventare finalmente un bene comune come lo è l’acqua? Che fai? Ridi? Lo so perché ridi: perché ci hai creduto una vita, come hai creduto per una vita che il male della nazione, i rischi nei quali si è infilata dritta dritta risiedessero anche nei sofismi, negli snobismi, nei birignao: in una parola, nella torre d’avorio degli “intellettuali”. Se sei uno scrittore CS, o un insegnante CS, o un lettore CS: fatti da parte, la tua ora, il tuo treno, sono passati. Dei nuovi profeti, della razza degli antichi dormienti&paraculanti, hanno scoperto il Verbo che ci salverà; essi faranno da mediatori culturali, per le vecchie generazioni, ma soprattutto per le nuove, cui insegneranno ad odiare Calvino al grido di “dopo il Sentiero, più nulla” o di “e abbasta co’ stu Gadda!”

(l’EstroVerso Settembre – Ottobre 2011)

 

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