rubrica “tre domande, tre poesie”
Qual è stata la scintilla che ha portato il tuo “L’Ora del Mondo”, meglio: in che modo la (tua) vita diventa linguaggio?
Quando, nel 2019, mi è stato offerto un lavoro in una società di consulenza integrata, da tempo nutrivo il desiderio di scrivere un libro di poesie incentrato su temi economico-finanziari. Il percorso di scrittura è stato tutt’altro che agevole, non solo a causa dei ritmi di un mondo che mi era pressoché sconosciuto – quello della finanza agevolata –, ma anche perché mancavo delle basi teoriche essenziali per comprendere appieno il contesto.
L’Ora del Mondo riflette il lungo impegno quotidiano di quegli anni di studio, apprendimento e riflessione. Durante questo periodo, ho preso appunti e plasmato un idioma personale che mirava a gettare nuova luce sugli angoli oscuri della nostra società, traducendola in versi che – almeno nelle intenzioni – avrebbero dovuto essere intensi e taglienti.
La poesia è un destino?
Nella mia esperienza, scrivere poesie è un atto di coraggio, poiché implica costanza e dedizione.
Per questo, posso affermare con certezza che la poesia non è un destino, siccome, a differenza dal destino, che accade indipendentemente dalle nostre azioni, la creazione poetica è intrinsecamente legata alla volontà e alla determinazione del suo autore.
Per concludere, ti invito, per salutare i nostri lettori, a riportare tre poesie dal tuo libro; e di queste scegline una per condurci a ritroso nel tempo, a prima della stesura completa o della prima stesura, per raccontarci quando “accaduto” così da permetterci di condividere (e meglio comprendere) il percorso che l’ha vista nascere (nel contesto del libro che l’accoglie).
scelte per voi
AUTUNNO
il profilo dei monti
è una forma di difesa,
la nebbia
il tocco serafico
di un’idea di passaggio,
morbida come un ricamo nivale
sui pinnacoli del campanile a vela
Profumo
di resina che brucia nel focolare,
l’eco nella cavità di questa conchiglia
fossile davanti al foliage autunnale
«testa o croce?»
deve affrontare un labirinto unicursale
di pioggia,
l’auto che sbanda
in discesa,
le immancabili sedie con ribaltina
della sala riunioni, dove gli intervenuti si appartano
per stringere accordi di partenariato
scambiarsi pareri sulle opportunità di investimento
dati alla mano
Discutere dell’operazione
Minibond, che estende le obbligazioni
a società non quotate in borsa
(delle banche americane, che hanno confezionato
mutui subprime con l’idea di ripartire il rischio
attraverso la cartolarizzazione
– i derivati)
esseri umani che frazionano ciò
che è indissolubile in parti uguali:
così l’etica diventa formale,
sostanziale, professionale eccetera,
vittima del linguaggio cui affidiamo la sola verità,
il dubbio
***
gli spiace
di non aver conosciuto la calma,
di aver rincorso il profitto,
di non essersi goduto
la paternità fino in fondo,
di aver vissuto al di sopra delle sue possibilità,
di aver lesinato affetto
per onorare i suoi impegni
Ma la vita
non si suddivide in capitoli,
non si rassegna
a una struttura narrativa
A un passo dalla sommità della piramide
sociale
lo costringe a fare un passo indietro
ad andare punto e
accapo
***
INVERNO (Epilogo)
le schiarite di dicembre
riportano a una falsa primavera,
il canto degli uccelli è assopito sotto una coltre
invisibile, nelle increspature del silenzio
antelucano
Sul far della sera nevicherà, si dice,
ma il tepore dei meriggi, il sole
che brilla con la sua raggiera luminosa
come nel disegno di un bambino
disfa la grigia nuvolaglia
Il cane gioca in giardino
e nell’aria si respira
quell’odore di chimico
della folta vegetazione intorno alla vecchia fontana,
“volano nugoli di mosche
sul letame”
in strada la luna
illumina gusci vuoti, come se il paguro
della cecità avesse rubato l’energia primordiale
della materia
abbandonandone i colori
sul bagnasciuga della sera
È la Vigilia,
si ferma a osservare
quel paio di guanti in finta-pelle
che è indeciso se regalare o meno
a Virginia
(l’addetto al volantinaggio sorride
nel porgergli un pieghevole di MediaWorld)
Quante commesse, fornitori e reversioni
contabili,
quanti commerci all’ingrosso e al dettaglio con dipendenti
non computabili,
quante valutazioni sulla conformità del prodotto
e cassiere esauste
che non ce la fanno più a tirare avanti
fino all’ora di chiusura
quel pullover misto lana che ha comprato
all’ultimo minuto rimbalza di mano in mano,
partecipando alla perpetuazione
del rito cosmico del capitalismo,
senza rivelare
praticamente niente, al di là della sua taglia
– elle
e delle istruzioni di lavaggio
recupera le scatole
con gli addobbi,
la capanna ricoperta
di polvere, il pastorello
dormiente, il banco del casolare,
la natività
ridiscende in seminterrato
per le catene luminose
e sua figlia gli chiede:
«Papà, con chi trascorreremo la Vigilia?»
Mentre addobbano quest’albero
pensa che l’indifferenza è il nuovo modo
di rapportarsi al prossimo, in un’epoca dove hanno
le palline glitterate con decorazioni
a perline
e nessuno con cui festeggiare il Natale
dove abbiamo
tutto e niente
Diversamente da altri poeti, non mi limito a componimenti individuali; al contrario, concepisco la materia poetica come la creazione di un romanzo, cercando di costruire intorno ad essa una trama e dei personaggi. Questo approccio rende difficile stabilire quale testo sia stato scritto per primo e in che modo abbia contribuito alla composizione complessiva. Ma se dovessi scegliere un componimento per spiegare L’Ora del Mondo, opterei sicuramente per l’Epilogo, con la toccante scena padre-figlia che chiude il volume. A mio avviso, contiene l’essenza stessa dello spirito del nostro tempo, riflettendo il senso di vuoto che molti di noi sperimentano, amplificato, durante le festività natalizie.
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Marco Amore (Benevento, 1991) è uno scrittore attivo nel mondo dell’arte contemporanea, sia in Italia che all’estero. Dal 2013 svolge il ruolo di curatore indipendente per istituzioni pubbliche e private, spaziando dalle arti visive al design, dall’architettura alla graphic novel. Seguono pubblicazioni di testi critici in cataloghi di mostre e monografie d’artista, in cui il suo contributo affianca quello di personalità come il director of Exhibitions dei Fine Art Museums di San Francisco, Krista Brugnara. Nel 2019 esce Farràgine (Samuele Editore, Collana Scilla, prefazione di Giovanna Frene), finalista alla XXXI edizione del Premio Camaiore Proposta – opera Prima. Il libro è stato tradotto in spagnolo ed è in corso di traduzione per una prossima pubblicazione in lingua inglese. Lo stesso anno si affaccia al settore della finanza agevolata, sfida che lo vede tuttora impegnato come progettista presso una società di consulenza integrata per le imprese. L’Ora del Mondo è la sua ultima fatica letteraria.